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Portoferraio: Continuano le scoperte alla ex villa Romana

C’è un gran fer­men­to alla ex Vil­la Roma­na del­le Grot­te, la squa­dra di archeo­lo­gi cer­ca, ana­liz­za, discu­te con­ci­ta­ta­men­te. Gli sca­vi sono appe­na rico­min­cia­ti e già sono venu­ti alla luce nuo­vi ine­di­ti ambien­ti dedi­ca­ti alla decan­ta­zio­ne e regi­men­ta­zio­ne del­le acque mai indi­vi­dua­ti pri­ma, che si aggiun­go­no alla serie di poz­zi comu­ni­can­ti tro­va­ti già lo scor­so anno. “Allo sta­to del­le sco­per­te attua­li non pos­sia­mo nean­che più chia­mar­la Vil­la, ma non abbia­mo anco­ra rispo­ste cer­te da for­ni­re”, ci spie­ga con pazien­za la Diret­tri­ce Scien­ti­fi­ca, l’ar­cheo­lo­ga Lau­ra Paglian­ti­ni, tur­ba­ta dai mol­te­pli­ci inter­ro­ga­ti­vi e scot­ta­ta dal sole. Gli sca­vi sono ripre­si il 2 mag­gio e ter­mi­ne­ran­no il 14, poco più di die­ci gior­ni per tro­va­re del­le rispo­ste. Sono 9 gli archeo­lo­gi al lavo­ro invia­ti dal pro­fes­sor Fran­co Cam­bi, docen­te del Dipar­ti­men­to di Scien­ze Sto­ri­che e dei Beni Cul­tu­ra­li dell’Università di Sie­na e respon­sa­bi­le del­la cam­pa­gna di sca­vi. “Un vasto sito dedi­ca­to alla rac­col­ta del­le acque pro­ve­nien­ti dal­la sor­gen­te di Fon­te Mura­ta, di cui abbia­mo appu­ra­to la pre­sen­za gra­zie alle indi­ca­zio­ni di Pao­lo Gaspar­ri (il pro­prie­ta­rio del Pode­re San Mar­co ndr) e a quel­la già nota di Mon­te Orel­lo” — ci rac­con­ta la Paglian­ti­ni — “pro­ba­bil­men­te desti­na­te all’ap­prov­vi­gio­na­men­to del­la pisci­na, che per inci­so ades­so ci sta dan­do gros­si pro­ble­mi per­ché non riu­scia­mo a tro­va­re il tubo che la ali­men­ta­va, dei nin­fei, del­la zona ter­ma­le, di vasti giar­di­ni for­se anche agri­co­li. For­se pian­ta­gio­ni, del resto già con gli sca­vi di Gior­gio Mona­co era­no sta­te rin­ve­nu­te una serie di ollet­te per la mar­got­ta che spes­so sono asso­cia­te ai poz­zi negli orti romani”.

Ma non solo, Lau­ra ci spie­ga che le con­dut­tu­re che arri­va­no fino al mare potreb­be­ro testi­mo­nia­re un rifor­ni­men­to di acqua pota­bi­le alle imbar­ca­zio­ni e soprat­tut­to il rifor­ni­men­to ad un ampio abi­ta­to roma­no. Un inse­dia­men­to mol­to più vasto di quan­to ipo­tiz­za­to fino­ra, che sareb­be arri­va­to fino a Vil­la San Mar­co occu­pan­do tut­ta la rada di Por­to­fer­ra­io. Cer­to c’è tut­to un discor­so di data­zio­ni da col­le­ga­re, per­ché Vil­la San Mar­co è ante­ce­den­te di un paio di seco­li all’e­di­fi­cio del­le Grot­te. Intan­to lo stu­dio degli sca­vi al Pode­re San Mar­co è ter­mi­na­to e la pub­bli­ca­zio­ne di un libro det­ta­glia­to è in fase di ulti­ma­zio­ne. Il testo cura­to da Lau­ra Paglian­ti­ni, Fran­co Cam­bi ed Edoar­do Van­ni, usci­rà nel 2023. Ma le novi­tà non fini­sco­no qui, la squa­dra ha appe­na rin­ve­nu­to anche una pavi­men­ta­zio­ne mai tro­va­ta prima.

“Stia­mo cer­can­do di capi­re per­ché ad un cer­to pun­to e anche pre­co­ce­men­te, pro­ba­bil­men­te nel cor­so del I sec dc, gli ambien­ti desti­na­ti all’ap­prov­vi­gio­na­men­to idri­co sia­no sta­ti rapi­da­men­te col­ma­ti, defun­zio­na­liz­za­ti e coper­ti da que­sta pavi­men­ta­zio­ne ros­sa” — con­ti­nua l’ar­cheo­lo­ga, mostran­do­ci il pavi­men­to in coc­cio­pe­sto appe­na sco­per­to. Inter­ro­ga­ti­vi che al momen­to resta­no sospe­si a mez­z’a­ria, ali­men­tan­do la mic­cia di que­sta gio­va­ne appas­sio­na­ta squa­dra al lavoro.

Lau­ra si spo­sta fre­ne­ti­ca­men­te, chia­ma­ta da più par­ti a veri­fi­ca­re nuo­vi rin­ve­ni­men­ti. Intan­to, con un aplomb ingle­se, Ceci­lia Paci­ni, Pre­si­den­te del­la Fon­da­zio­ne Vil­la Roma­na del­le Grot­te, ci intrat­tie­ne pia­ce­vol­men­te. Sco­pria­mo così che c’è un finan­zia­men­to di 200 mila euro per il restau­ro, la mes­sa in sicu­rez­za e lo stu­dio del­le due cister­ne roma­ne del­le Grot­te, ero­ga­to dal Mini­ste­ro del­la Cul­tu­ra, gra­zie alla col­la­bo­ra­zio­ne del­la fun­zio­na­ria Lorel­la Alde­ri­ghi. Si potrà final­men­te restau­ra­re la Cister­na Supe­rio­re, al di sopra del­la stra­da pro­vin­cia­le SP26. Il pro­get­to sarà avvia­to in autun­no e pro­ba­bil­men­te il Comu­ne di Por­to­fer­ra­io si occu­pe­rà di faci­li­tar­ne l’ac­ces­so, con­sen­ten­do­ne l’in­se­ri­men­to nel per­cor­so Museale.

L’in­con­tro si con­clu­de su una nota roman­ti­ca, Ceci­lia ci par­la di Bet­ti­na, la finan­zia­tri­ce che ha per­mes­so la ripre­sa degli sca­vi. Appar­te­nen­te ad una fami­glia di intel­let­tua­li ber­li­ne­si con gran­di mez­zi, la signo­ra oltre ad inse­gna­re e occu­par­si di una biblio­te­ca, finan­zia altri due sca­vi in Israe­le e uno ad Ostia. “È una per­so­na straor­di­na­ria, e non solo per la sua leva­tu­ra pro­fes­sio­na­le. Lei, a dif­fe­ren­za di tut­ti, anche a dif­fe­ren­za nostra, non si è mai sco­rag­gia­ta davan­ti ai ritar­di e alle dif­fi­col­tà. Quan­do vie­ne a tro­var­ci por­ta gio­ia e sere­ni­tà a tut­ti, ci cam­bia la vita.” Men­tre le salu­to Ceci­lia e Lau­ra si guar­da­no sor­ri­den­do. Curio­si­tà ne resta­no anco­ra mol­te, cose da chie­de­re anche, ma pre­fe­ria­mo lasciar­le avvol­te nel­l’au­ra del­la loro mecenate.

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