Scritto da Alessandra Ribaldone — Fondazione Italo Bolano
Dopo le necessarie pratiche burocratiche, durate alcuni mesi, prende il via il restauro dell’opera Millennium, realizzata dall’artista Italo Bolano nel 1999 e collocata sul muro che sovrasta il teatro e la Piazzetta La Vantina a Capoliveri.
Proprio da questa pagine on line avevamo denunciato il deplorevole stato in cui versava la prima opera pubblica che Bolano aveva realizzato tanti anni fa dando vita al suo progetto di Museo Diffuso dell’Isola d’Elba, che lo avrebbe portato a collocare una trentina di opere nei paesi dell’Isola, esempio unico nel suo genere e che ricorda l’opera di César Manrique a Lanzarote.
La grande ceramica-murales, quasi 10 metri quadri di pannelli di uno speciale materiale antigelivo resistente all’acqua e al sole, la più grande realizzata dall’artista elbano scomparso nel settembre 2020, ricorda i personaggi e gli eventi che secondo lui avevano caratterizzato il millennio che si stava concludendo: Einstein, con la sua formula E=MC2, Marconi, padre delle telecomunicazioni, Les demoiselles d’Avignon di Picasso, inventore del cubismo, e poi, accanto a Hitler e Mussolini, anche Gandhi, Fleming, scopritore della penicillina, Charlot e persino Topolino, la bomba atomica, la conquista della Luna, il computer e poi Marilyn Monroe accanto alla Coca Cola, Mao Tse Tung, Nelson Mandela e Madre Teresa di Calcutta (non ancora Santa) e la pecora Dolly, primo caso di clonazione. Tutto questo “carosello” lo collocò su una barca guidata da Papa Giovanni Paolo II (non ancora Santo) e che aveva per timoniere la morte, che se li sarebbe portati via tutti. Questo con quello spirito ironico e un po’ sarcastico tipico della personalità di Italo Bolano.
L’ultimo personaggio, l’ultimo ancora vivente, Gorbaciof, sta per compiere 91 anni.
Chissà quanti Capoliveresi e quanti turisti si saranno soffermati qualche minuto in questi 22 anni ad osservare questo dipinto per individuare i volti o gli eventi rappresentati.
L’opera era pesantemente imbrattata da scritte di ogni tipo che fortunatamente si possono rapidamente ripulire con un buon diluente, giacché questo tipo di ceramica non ne soffre.
Diversa era la situazione della sovrastante grande ceramica che portava la scritta CAPUT LIBERUM e un orologio simbolico che scandiva il trascorrere del tempo, quasi completamente distrutta perché utilizzata come bersaglio di pallonate, in una gara a chi riusciva a colpirla, una gara di “bravura” ad oltre 10 metri di altezza.
Il nostro appello non è andato a vuoto e l’Amministrazione comunale sta provvedendo proprio in questi giorni a rimuovere il traliccio che contiene l’unica lastra delle sei rimasta integra.
Grazie al poderoso ponteggio montato il traliccio verrà rimosso e, in collaborazione con l’Amministrazione, provvederemo a portarlo nel laboratorio di Marco Tombelli di Montelupo Fiorentino dove artigiani specializzati provvederanno a “replicare” il disegno realizzato da Bolano tanti anni fa utilizzando gli stessi colori ceramici che il Maestro aveva utilizzato per l’originale. Contemporaneamente gli artigiani del laboratorio di meccanica LGD di Prato restaureranno la grande lancetta in acciaio, fortunosamente recuperata tempo addietro.
Proprio in questi giorni (quando si dice “il caso”) nel riordinare l’immenso archivio fotografico di Italo mi sono venute alla mano delle vecchie negative a colori che hanno rivelato le foto di Italo, assolutamente inedite e che qui proponiamo, mentre realizzava il dipinto originale dell’orologio di Capoliveri con i colori ceramici che risultano molto chiari perché non ancora cotti a 960 °C.
Contiamo di restituire al Paese e a i visitatori l’opera restaurata in breve tempo.
Rimane da risolvere il problema della vigilanza su questo monumento, perché tutti sanno che la telecamera posta sopra la piazzetta è guasta da tempo e nessun deterrente vi è al vandalismo in questo che è uno dei luoghi più suggestivi dell’antico paese di Capoliveri.
Auspichiamo che l’Amministrazione risolva anche questo problema altrimenti tempo, fatica e soldi andranno nuovamente sprecati.
Nelle foto: Italo Bolano mentre dipinge l’”orologio” di Caput Liberum, e i lavori in corso per il restauro dell’opera.