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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Caro Ruggero ti scrivo…

 

Sot­to le feste nata­li­zie si sen­te spes­so il gran­de suc­ces­so di Lucio Dal­la, L’an­no che ver­rà. A capo­li­ve­ri que­st’ anno è la lista di Wal­ter Mon­ta­gna che imbrac­cia­ta una vir­tua­le chi­tar­ra le suo­na a Rug­ge­ro.

Di segui­to il post che è appar­so qual­che ora fa su Face­book:

Caro Rug­ge­ro, guar­da, io ti capi­sco. 

I capo­li­ve­re­si del­la mia gene­ra­zio­ne, quel­li nati negli anni ’90, sono cre­sciu­ti con tre figu­re poli­ti­che: Ber­lu­sco­ni, Putin e Bar­bet­ti. E men­tre i pri­mi due si stan­no, sep­pur timi­da­men­te, pre­pa­ran­do a usci­re di sce­na, tu anco­ra non mol­li. 

Te lo ripe­to, ti capi­sco. In trent’anni si costrui­sco­no del­le cer­tez­ze, ce le sia­mo costrui­te anche noi, e poi “puf”, in un gior­no di luglio ti crol­la tut­to. Mi han­no sem­pre inse­gna­to che nel­le per­so­ne ci si deve imme­de­si­ma­re, anche nel­le per­so­ne con cui non si con­di­vi­de nien­te. Io in te ci pro­vo a imme­de­si­mar­mi: die­ci anni all’università e poi subi­to in poli­ti­ca. 

Ti ritro­vi d’improvviso, a fine luglio, con nien­te fra le mani e nes­su­na pol­tro­na sot­to il sede­re. Chi non si tro­ve­reb­be spae­sa­to? E sic­co­me ti vedo con­fu­so, mi per­met­to di ricor­dar­ti che a Capo­li­ve­ri di giar­di­net­ti ce ne sono due: il giar­di­no del­le Rimem­bran­ze e il giar­di­no davan­ti al comu­ne vec­chio. 

Non li rico­no­sci per­ché in 30 anni di ammi­ni­stra­zio­ne non te ne sei mai cura­to, e sono let­te­ral­men­te irri­co­no­sci­bi­li. Noi non ci cono­scia­mo, ma per­met­ti­mi di dar­ti in con­si­glio. Tor­na a casa, sei anco­ra in tem­po per lascia­re la sce­na con quell’eleganza che ti carat­te­riz­za. Lascia lavo­ra­re la mino­ran­za, lascia lo spa­zio di lavo­ra­re ai gio­va­ni del­la tua lista, sen­za che lo spet­tro del “bar­bet­ti­smo” si aggi­ri per il Comu­ne. 

 

Un Buon Nata­le a te e alla tua fami­glia

Capo­li­ve­re­si e non, e voi? Cosa ne pen­sa­te? Lascia­te un com­men­to e dite­ci la vostra opi­nio­ne

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