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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Il dolce saluto di Suor Gemma a tutti i suoi alunni. Chiude lo storico Asilo delle Suore a Porto Azzurro

“Sto pen­san­do che ľ anno sco­la­sti­co sta per chiu­der­si, e si chiu­de sen­za la fre­ne­sia che da sem­pre accom­pa­gna que­sti momen­ti. E anche per me si chiu­de (for­se) un capi­to­lo… e se ne apre un altro.
Sono arri­va­ta a Por­to Azzur­ro nel set­tem­bre del 1991, qua­si tren­t’an­ni anni fa, qua­si metà del­la mia vita, la mag­gior par­te di quel­la “pro­fes­sio­na­le”, da mae­stra. All’i­ni­zio pen­sa­vo fos­se una cosa momen­ta­nea, uno mas­si­mo due anni. Rite­ne­vo che l’i­so­la non faces­se per me, così appe­na pote­vo pren­de­vo la mac­chi­na e me ne anda­vo al Cavo, dove avrei potu­to vede­re il con­ti­nen­te, la ter­ra fer­ma. Ma gli anni pas­sa­va­no e di tra­sfe­ri­men­to nep­pu­re a par­lar­ne. Mi abi­tuai. E ades­so dico: 《Bel­la la cit­tà… ma il pae­se e la natu­ra sel­vag­gia e mol­to meglio!》
Nel 1996 riu­scim­mo a non far chiu­de­re la scuo­la, nel 1998 lasciam­mo inve­ce l’i­sti­tu­to San Vin­cen­zo e ci tra­sfe­rim­mo com­ple­ta­men­te al Pog­get­to (che dal ’68 fun­ge­va solo da asi­lo). Io, suor Elsa e suor Rita ci sta­bi­lim­mo dun­que las­sù: un’oa­si ver­de a metà tra cam­pa­gna e pae­se; le suo­re più anzia­ne inve­ce rien­tra­ro­no a Roma.
In tren­ta anni i ricor­di sono tan­ti e si acca­val­la­no l’u­no all’al­tro. La scuo­la, la cate­che­si e poi bel­lis­si­mo il perio­do del coro con le ragaz­ze: le vacan­ze a Roma, a La Ver­na, le piz­ze al Pog­get­to, le pro­ve… ma il pri­mo impat­to con l’am­bien­te non sva­ni­sce: Gabriel­la, Maria e Romeo, un gat­to sor­do che ci ha accom­pa­gna­to fino al 2003.
Al tem­po c’e­ra­no altre esi­gen­ze e anco­ra si rac­co­glie­va­no i frut­ti del­la sem­pli­ci­tà… tan­to cara a San Vin­cen­zo nostro fon­da­to­re.
Sì, il tem­po pas­sa e quel­li che furo­no i miei pri­mi bim­bi ora sono i nuo­vi geni­to­ri. Così… mi sono ritro­va­ta ad esse­re l’in­se­gnan­te, appun­to, dei loro figli. In que­sti anni non è sta­to sem­pre sem­pli­ce, ma cer­to abbia­mo sem­pre fat­to il pos­si­bi­le per assi­cu­ra­re al bam­bi­no un ambien­te feli­ce in cui poter cre­sce­re e vive­re l’in­fan­zia. Que­st’an­no, dopo cen­to­quin­di­ci anni di gestio­ne diret­ta, noi suo­re avrem­mo dovu­to affron­ta­re l’ul­ti­mo anno da respon­sa­bi­li del­la scuo­la.

Lo finia­mo così, nel­l’in­cer­tez­za, sen­za una reci­ta tut­ti assie­me, sen­za i diplo­mi­ni, i salu­ti e la festa di cir­co­stan­za.
Alla tri­stez­za si accom­pa­gna­no comun­que i feli­ci ricor­di di que­sto lun­go perio­do, dei tan­ti bam­bi­ni (ora ragaz­zi e uomi­ni) che tro­van­do­mi per stra­da anco­ra mi salu­ta­no sbrac­cian­do le mani in aria, che maga­ri in chie­sa man­co ce li ho più visti ma che con­ser­va­no feli­ci il nostro ricor­do. Quin­di, ripe­to, il pros­si­mo anno mi sarei potu­ta ripo­sa­re un po’… (non più beghe d’am­mi­ni­stra­zio­ne per la scuo­la, seb­be­ne la nostra pre­sen­za sareb­be rima­sta — e rimar­rà — per le disci­pli­ne: Reli­gio­ne e Musi­ca). Ma per le scuo­le mater­ne, soprat­tut­to le pari­ta­rie, la situa­zio­ne non è anco­ra lim­pi­da. Chis­sà…
Noi, intan­to, aspet­tia­mo. Quas­sù (e in pae­se) le cose da fare non man­ca­no affat­to. Nel­l’in­cer­tez­za di que­sto perio­do mi sono data alla cam­pa­gna, alla pro­du­zio­ne in pro­prio: non si sa mai! E poi l’ ORA ET LABORA non è pas­sa­to di moda.

  Le suo­re rin­gra­zia­no. A pre­sto. Con­fi­dia­mo in Maria, sem­pre, con la spe­ran­za che il nuo­vo anno lo si pos­sa ini­zia­re un po’ meglio!”

Come rila­scia­to da Suor Gem­ma: Ter­mi­ne­rà la nostra gestio­ne diret­ta, ma la scuo­la (virus per­met­ten­do) andrà avan­ti, e anche se la nostra pre­sen­za nel­l’or­ga­ni­co sarà ridot­ta con­ti­nue­rà comun­que per alcu­ne disci­pli­ne

 

 ***

Eh be, qui mi toc­ca­te nel vivo, io al Pog­get­to la pri­ma vol­ta ci so entra­to nel 1978/79, qual­che annet­to fà.
Un rap­por­to che nel­la mia vita esi­ste da sem­pre, dai tem­pi di Suor Ele­na, tan­to ama­ta da tut­ti i lon­go­ne­si, arri­van­do poi a Suor Gem­ma. Due Suo­re che indi­scu­ti­bil­men­te han­no segna­to un epo­ca nel pae­se di Lon­go­ne.
Io da alun­no a rap­pre­sen­tan­te dei geni­to­ri, e con me gli altri che da alun­ni negli anni 70 sono diven­ta­ti poi geni­to­ri, pos­sia­mo con­fer­ma­re che sono sta­ti anni bel­lis­si­mi, fat­ti di tan­ti ricor­di e risa­te che se li rac­con­tas­si­mo tut­ti non tro­ve­rem­mo fine. Ma pur­trop­po, come dico sem­pre, tut­to ha un ini­zio e tut­to ha una fine.
Rin­gra­zio per­so­nal­men­te le nostre suo­re per tut­to quel­lo che han­no fat­to, in tan­ti sia­mo pas­sa­ti dal Pog­get­to ed in tan­ti ricor­de­re­mo que­gli anni spen­sie­ra­ti.

Un commento

  1. Gianfranco Carpini

    Le bel­le sto­rie meri­ta­no di esse­re rac­con­ta­te dal­l’i­ni­zio : c’e­ra un vec­chio signo­re di Por­to Lon­go­ne che, rite­nen­do di esse­re arri­va­to alla fine del­la sua vita, deci­se che il suo bel castel­lo, in un’oa­si ver­de, era da desti­na­re al bene dei suoi con­cit­ta­di­ni…

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