Stamani mi soffermo a leggere un articolo della gazzetta di Parma. Parla Sandra Rossi, primario di Rianimazione dell’ospedale Maggiore di Parma. Dice che la terapia Intensiva è il nuovo fronte contro il Corona Virus e di avere 63 posti letto a disposizione, di cui però, 10 lasciati liberi per le emergenze no-covid. Mi soffermo su questa parola: emergenza.
Vado a consultare il dizionario Treccani.
Emergenza: particolare condizione di cose, momento critico che richiede un intervento immediato, trovarsi in una situazione d’improvvisa difficoltà.
Allora mi sorge il dubbio, sia mai che all’Isola d’Elba questa parola non esista? Non può essere. Provo a vedere che cosa ne pensa il Rossi giusto, cioè il nostro Governatore.
Leggo in un’intervista rilasciata al Quotidianosanità.it che in Toscana dal 2005 ad oggi i posti letto di terapia intensiva sono aumentati del 30%: da 347 a 447.
Grande cosa, penso, allora vuol dire che la regione ha investito negli ospedali e in queste strutture salvavita. Poi però ne leggo un’altra sul quotidiano Lanazione.it dove il Rossi dichiara: “… In Toscana siamo riusciti ad attivare in pochissimo tempo 116 posti letto di terapia intensiva in area vasta nord-ovest, attualmente occupati. E siamo in grado di aumentarli ancora, qualora fosse necessario.”
Torno alla prima intervista; rileggo con attenzione la seconda. C’è qualcosa che non quadra. Ma non aveva dichiarato che era dal 2005 a oggi che erano stati incrementati i posti letto? No, allora ho capito male, tutto ciò è avvenuto negli ultimi mesi. Dati fuorvianti? Propaganda politica? In questo brutto periodo? Non credo che il governatore Rossi farebbe propaganda politica cavalcando un’onda anomala come quella del Covid 19.
Vado avanti, leggo in un’altra intervista che Rossi sottolinea: “ Oltre a quelle presenti nel pubblico, cercheremo di utilizzare anche le terapie intensive presenti nel privato…”
Domanda: non sarebbe il caso di dotare tutti gli ospedali pubblici di terapie Intensive? E poi magari utilizzare anche quelli del privato? Ma, forse non riesco ad entrare a gamba tesa in ragionamenti politici.
Continuo a leggere un’intervista del 27 Marzo e qui mi blocco. Rossi dice: “Naturalmente è necessario e importante fare altre assunzioni e chiederemo al personale medico, infermieristico e tecnici, andato in pensione di rientrare in servizio. Se ci sarà bisogno — conclude il presidente — noi vogliamo che la sanità pubblica risponda ai cittadini. La vita prima di tutto”.
Sottolineo queste ultime parole perché a noi dimenticati da Cristo e dalla regione Toscana, forse sfugge qualcosa. La vita prima di tutto? Ma se solo due giorni fa un assessore regionale ha risposto alla richiesta di un cittadino elbano che per avere una terapia Intensiva è necessaria una casistica sufficiente, perché il personale che deve intubare non deve mai essere sottoutilizzato, è come dire se non avete infarti, vi toglieremo anche il cardiologo, oppure, attenzione a questo particolare, non avendo attività subacquea, quest’anno, ci sarà tolta anche la camera iperbarica, perché inutilizzata. Allora c’è da sperare, che qualcuno soffra di decompressione mentre riemerge dalla vasca da bagno, o che, purtroppo, le persone arrivino in condizioni critiche in ospedale, ma non una o due o tre volte al mese. No, è necessario incrementare la casistica con almeno 50, 100, 150 ricoveri o giù di lì.
Ah, il presidente ci lascia un’ultima chicca: a Skytg24 sottolinea che: ” Il mio ultimo atto da presidente della Regione sarà lasciare una riserva di 300 posti letto di terapia intensiva a disposizione della Protezione Civile.”
Che Dio sia lodato per quest’ennesimo gesto di generosità. E allora sogno: chissà se tra questi 300 posti, almeno 10 possano essere creati all’Isola d’Elba?
Alessandro Pugi