Skip to content

Manchette di prima

EDICOLA ELBANA SHOW

Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

BREAKING NEWS

Fabrizio Grazioso da voce ad un noir Elbano datato 1878

Lune­dì 28 Gen­na­io 1878.

Men­tre l’Italia monar­chi­ca sta­va anco­ra pian­gen­do (pro for­ma) la scom­par­sa del suo Re, la Mari­na di Lon­go­ne si sve­glia sot­to un cie­lo coper­to da una cap­pa d’umidità. Entra nel­le ossa e non lascia scam­po. In quell’ordine natu­ra­le degli even­ti, nel­la quie­te pae­sa­na vibra­ta solo da brac­cian­ti e pesca­to­ri, nei pres­si del­la chie­sa un gri­do di don­na chia­ma a sé l’attenzione: Cleo­pa­tra Con­ca, la ragaz­za più bel­la del pae­se, s’è sve­glia­ta vedo­va. A soli 19 anni. Il mari­to si è ammaz­za­to, o alme­no così sostie­ne lei. Il pae­se è in sub­bu­glio, non cre­de alle sue paro­le. Il pae­se sa vita, mor­te e mira­co­li di tut­ti. Ne vien fuo­ri un caso media­ti­co, tra i più popo­la­ri del tem­po. Dell’Elba ne par­la tut­ta Ita­lia, Por­to­lo­gno­ne si tro­va cita­to pure sul ‘Cor­rie­re del­la Sera’, poe­ti e can­ta­sto­rie ne pren­do­no spun­to e ini­zia­no a com­por­re poe­met­ti e fila­stroc­che che l’editore Sala­ni non esi­sta a far pub­bli­ca­re in una rac­col­ta di com­po­ni­men­ti popo­la­ri. Anche il sin­da­co vie­ne tira­to in bal­lo dal­la stam­pa e tem­po tre mesi capi­tom­bo­la e si dimette.

Di que­sta sto­ria ricor­do anco­ra quan­do me ne par­lò la pri­ma vol­ta una zia novan­ten­ne, vir­go­la e cie­ca sul diva­no. Real­tà vizia­ta dal­la fan­ta­sia. Da rac­con­ti oscu­ri, dove c’erano gio­co di pre­sti­gio e miste­ro. Con la costan­te del tra­di­men­to. Del­la ven­det­ta. Rac­col­si le noti­zie che mi ven­ne­ro date, recu­pe­rai gli atti del pro­ces­so: curio­si­tà. Poi lasciai per­de­re, per anni. Alme­no fin quan­do mi ritro­vai di nuo­vo Cleo­pa­tra tra le mani, in un libel­lo stam­pa­to a Firen­ze nel­lo stes­so 1878 e custo­di­to pres­so la Biblio­te­ca Nazionale.

Vive­re il pae­se signi­fi­ca anche vive­re le sue vicen­de, respi­ra­re il suo pas­sa­to e riu­sci­re a sguaz­zar­ci den­tro, tra guar­die, ere­mi­ti, guar­da­pe­sca e legna­io­li. Vive­re il pae­se è sco­pri­re che la pro­ta­go­ni­sta ha con me un ante­na­to comu­ne: tal Bene­det­to Con­ca, nato qua, sul­lo sco­glio, nel lon­ta­no 1755. Vive­re il pae­se è non esser­ne mai sazi. Per que­sto ho reso più colo­ra­te le sere d’autunno e ho dato paro­le di car­ta alla vicen­da: sto­ria di un pae­se che cer­ca­va giu­sti­zia per “un bell’uomo che veni­va, veni­va dal mare”. Ieri era il 4 marzo!

Rispondi