SUOR SILVIA E LA VALIGIA: storia di un viaggio
Una valigia di cartone chiusa con lo spago che sembra uscita da un film di Fellini e cento foto che fan capolino, tra spartiti e vecchie cassette. È l’ultima da caricare e, forse, anche quella più pesante, quella del tempo che non torna, della vita stessa. Di suor Silvia, tempo fa, m’hanno detto “È la donna più buona che conosca!”. Potrei terminare qua, con un’asserzione iperbolica che dice già tutto su di lei. E invece no, qualche parola la vorrei dire. Come se fosse l’inizio d’un bel racconto, che poi chissà, magari un giorno…
C’era trambusto la mattina di quel 25 marzo d’ottantanni fa. Perché nel verde primaverile dei colli di Macerata era nata una bimba, la terza: Silvia, così venne battezzata quello stesso giorno. Maria, la sorella di tre anni, guardava la scena e certo non avrebbe mai immaginato quanto il destino — ah, la Provvidenza — aveva in serbo per loro. Due caratteri diversi, agli antipodi. Ma lo stesso sangue, lo stesso desiderio: educare, servire il prossimo. Maria prese i voti. Li prese anche Silvia, e li pronunciòproprio il 25 marzo, per il suo compleanno.
Così ora eccola, giovane suora, con l’abito blu e la cornetta, guidare il pulmino per i sentieri delle “sue” Marche, a raccogliere tutti quei figlioli che le venivano affidati. Classi di cento bambini: ordinati, silenziosi, con un grembiulino che toccava terra.
Già da allora correva in lungo e in largo: turni estenuanti e poco riposo. Ma anni belli, perché di rispetto, perché vivificati dalla gioventù, dalla voglia di fare.
San Benedetto del Tronto, Agugliano, Corropoli, Giulianova: e in ogni scuola, in ogni famiglia, lasciava il segno, il suo sorriso, il seme della semplicità.
Ed era più quello che si toglieva di bocca che quello che prendeva per sé. Insomma, tutte storie belle, belle pure quando dormì con un’orfanella che le attaccò la scabbia, o un’altra le pulci: apriti cielo!
Poi, nel 1995, ci si mise anche un incidente: la macchina un rottame fumante e lei viva e vegeta. C’aveva (e c’avrà) ancora tanto da fare!
Nel giugno del 2000 è infine arrivata qua, al Poggetto. Una scuola nel verde, un’oasi perfetta, un angolo di paradiso. Lei, maestra instancabile, donna, nonna infallibile, ha così iniziato a prendersi cura di generazioni di figlioli. Ma ancora qualcosa mancava all’idillio e così, nel 2004, s’è andata a prendere la sorella: dopo oltre quarant’anni, finalmente assieme. Maria cambiò nome, o perlomeno lo corresse e c’aggiunse quello di sua madre: suor Maria… Estella! E nel 2021, una volta chiusa la scuola, ha finalmente trovato pace nella sua fattoria, nei suoi animali che godeva nel vederli scorrazzare liberi nel parco. Iniziammo con galline e conigli, poi arrivarono oche, papere e infine lo struzzo e le capre. Li adorava. Ma l’amore più profondo era solo per gli anziani, di chi la chiamava per un ovetto fresco, per una preghiera, perché il piatto era vuoto. Ora mancheranno davvero le sue parole, specie nell’ora della tristezza, la sua fede inespugnabile in un Dio di misericordia. Mancherà una Punto bianca parcheggiata qua e là, sui marciapiedi e presso gl’incroci… perché le vie del Signore sono infinite! Mancheranno quel bicchiere di limoncello (e il ben più quotato nespolino) che partoriva dal suo ricettario segreto, le sue tagliatelle al cinghiale, i suoi dolci. Il sorriso e la carezza verbale. Mancherai tu, mancherete voi, la vostra semplicità, la vostra trasparenza, in un mondo che non sa più essere sincero e riservato. Oggi il passo si è fatto più incerto, ma l’animo no, non è invecchiato. Lo sguardo è sempre quello d’una volta. E, pur non volendo, con questa partenza indigesta c’avete dato un ultimo insegnamento: ad accettare anche le cose che non vanno, quelle che forse non meritiamo.
*Per il tuo compleanno, suor Silvia, festeggeremo ancora come sempre, la torta la porteremo a Loreto e tu, in cambio, ci farai uno zabaione, un brûlé, ma di quelli buoni, eh. Come tu sai fare.
Grazie per il vostro esempio, a nome di tutta la comunità.
Fabrizio
e tutti gli altri amici del Poggetto
Cara Suor Silvia, Fabrizio ha descritto benissimo quello che sei stata e quello che hai lasciato nel nostro paese.
Grazie anche a nome mio, della mia famiglia e di tutta l’Edicola Elbana Show.
Stiamo già organizzandoci per venirti a trovare, avverti quelli del continente, mica nulla: ” avessero a piglià scossa quando ci mireno, sai, te ti ci sei abituata allo stile Elbano ed Elbana alla fine sei diventata, proprio come i parcheggi che raccontava Fabrizio”.
Buona vita
Zio Stix e quelli dell’Edicola
Ho pianto come quasi ogni volta che leggo Fabrizio. E quella foto cosi’… mi ha riportata indietro di 15 anni quando le mie figlie frequentavano il poggetto. ❤️Grazie Suor Silvia.
Suor Silvia.. la “Dolcissima “suor Silvia!! Sono Antonella di Agugliano
( An )Suor Silvia è stata tanto amata dagli aguglianesi! Superfluo dire ‚anche da me!! !Mia figlia Francesca( classe 1982) ha vissuto con lei gli anni dell’asilo!! Come dimenticare il suo sorriso, la sua voce materna
e la sua infinita dolcezza!!Suor Silvia…” matita nelle mani di Dio “!!
Perdonatemi un po’ di sano egoismo: arriverà a Loreto e ne sono felicissima! Non vedo l’ora di riabbracciarla!
A presto Suor Silvia..ci vedremo nella casa della nostra Mamma!