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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Verso il 2023: Tracciare insieme sentieri di pace. Il Circolo Laudato si’ invita alla riflessione e all’impegno

Si inti­to­la “Nes­su­no può sal­var­si da solo. Ripar­ti­re dal Covid-19 per trac­cia­re insie­me sen­tie­ri di pace”, il mes­sag­gio di papa Fran­ce­sco per la Gior­na­ta Mon­dia­le del­la Pace del pri­mo gen­na­io 2023. La Gior­na­ta fu isti­tui­ta nel 1968 da papa Pao­lo VI qua­le invi­to a sof­fer­mar­si sul bene del­la pace, attra­ver­so la rifles­sio­ne e la pre­ghie­ra, e con l’in­ten­to di moti­va­re l’im­pe­gno per costruir­la gior­no per giorno.
Con rife­ri­men­to alle sof­fe­ren­ze lega­te alla pan­de­mia, Fran­ce­sco invi­ta a resta­re sve­gli e a non per­de­re la spe­ran­za. Per que­sto occor­re por­si qual­che doman­da: “che cosa abbia­mo impa­ra­to da que­sta situa­zio­ne di pan­de­mia? Qua­li nuo­vi cam­mi­ni dovre­mo intra­pren­de­re per abban­do­na­re le cate­ne del­le nostre vec­chie abi­tu­di­ni, per esse­re meglio pre­pa­ra­ti, per osa­re la novi­tà? Qua­li segni di vita e di spe­ran­za pos­sia­mo coglie­re per anda­re avan­ti e cer­ca­re di ren­de­re miglio­re il nostro mondo?”.
Su que­sta linea, Fran­ce­sco indi­ca alcu­ni aspetti:
1. Una mag­gio­re con­sa­pe­vo­lez­za di esser inter­di­pen­den­ti (inter­con­nes­si) e, quin­di, di ave­re biso­gno gli uni degli altri.
2. La coscien­za che il pro­gres­so e le solu­zio­ni tec­ni­che han­no dei limi­ti e che il mon­do glo­ba­liz­za­to pro­du­ce scom­pen­si e disequilibri.
3. La sco­per­ta di alcu­ne real­tà posi­ti­ve: “un bene­fi­co ritor­no all’umiltà; un ridi­men­sio­na­men­to di cer­te pre­te­se con­su­mi­sti­che; un sen­so rin­no­va­to di soli­da­rie­tà che ci inco­rag­gia a usci­re dal nostro egoi­smo per aprir­ci alla sof­fe­ren­za degli altri e ai loro biso­gni; non­ché un impe­gno, in cer­ti casi vera­men­te eroi­co, di tan­te per­so­ne che si sono spe­se per­ché tut­ti potes­se­ro supe­ra­re al meglio il dram­ma dell’emergenza”.
4. L’im­por­tan­za del­la cen­tra­li­tà del­la paro­la “insie­me”: “è insie­me, nel­la fra­ter­ni­tà e nel­la soli­da­rie­tà, che costruia­mo la pace, garan­tia­mo la giu­sti­zia, supe­ria­mo gli even­ti più dolo­ro­si. Le rispo­ste più effi­ca­ci alla pan­de­mia sono sta­te, in effet­ti, quel­le che han­no visto grup­pi socia­li, isti­tu­zio­ni pub­bli­che e pri­va­te, orga­niz­za­zio­ni inter­na­zio­na­li uni­ti per rispon­de­re alla sfi­da, lascian­do da par­te inte­res­si par­ti­co­la­ri. Solo la pace che nasce dall’amore fra­ter­no e disin­te­res­sa­to può aiu­tar­ci a supe­ra­re le cri­si per­so­na­li, socia­li e mondiali”.
5. La guer­ra in Ucrai­na e gli altri con­flit­ti del pia­ne­ta sono una scon­fit­ta per l’umanità inte­ra e non solo per le par­ti diret­ta­men­te coin­vol­te. “Cer­ta­men­te il virus del­la guer­ra è più dif­fi­ci­le da scon­fig­ge­re di quel­li che col­pi­sco­no l’organismo uma­no, per­ché esso non pro­vie­ne dall’esterno, ma dall’interno del cuo­re uma­no, cor­rot­to dal pec­ca­to (cfr Van­ge­lo di Mar­co 7,17–23)”.
6. Che fare?
a) Pen­sa­re alla luce del “noi”, nel­l’ot­ti­ca del bene comu­ne. “Anzi­tut­to, di lasciar­ci cam­bia­re il cuo­re dall’emergenza che abbia­mo vis­su­to, di per­met­te­re cioè che, attra­ver­so que­sto momen­to sto­ri­co, Dio tra­sfor­mi i nostri cri­te­ri abi­tua­li di inter­pre­ta­zio­ne del mon­do e del­la real­tà. Non pos­sia­mo più pen­sa­re solo a pre­ser­va­re lo spa­zio dei nostri inte­res­si per­so­na­li o nazio­na­li, ma dob­bia­mo pen­sar­ci alla luce del bene comu­ne, con un sen­so comu­ni­ta­rio, ovve­ro come un “noi” aper­to alla fra­ter­ni­tà uni­ver­sa­le. Non pos­sia­mo per­se­gui­re solo la pro­te­zio­ne di noi stes­si, ma è l’ora di impe­gnar­ci tut­ti per la gua­ri­gio­ne del­la nostra socie­tà e del nostro pia­ne­ta, crean­do le basi per un mon­do più giu­sto e paci­fi­co, seria­men­te impe­gna­to alla ricer­ca di un bene che sia dav­ve­ro comune.”
b) Esse­re con­sa­pe­vo­li che “le tan­te cri­si mora­li, socia­li, poli­ti­che ed eco­no­mi­che che stia­mo viven­do sono tut­te inter­con­nes­se, e quel­li che guar­dia­mo come sin­go­li pro­ble­mi sono in real­tà uno la cau­sa o la con­se­guen­za dell’altro”.
c) Sia­mo chia­ma­ti a far fron­te alle sfi­de del nostro mon­do con respon­sa­bi­li­tà e com­pas­sio­ne. “Dob­bia­mo rivi­si­ta­re il tema del­la garan­zia del­la salu­te pub­bli­ca per tut­ti; pro­muo­ve­re azio­ni di pace per met­te­re fine ai con­flit­ti e alle guer­re che con­ti­nua­no a gene­ra­re vit­ti­me e pover­tà; pren­der­ci cura in manie­ra con­cer­ta­ta del­la nostra casa comu­ne e attua­re chia­re ed effi­ca­ci misu­re per far fron­te al cam­bia­men­to cli­ma­ti­co; com­bat­te­re il virus del­le disu­gua­glian­ze e garan­ti­re il cibo e un lavo­ro digni­to­so per tut­ti, soste­nen­do quan­ti non han­no nep­pu­re un sala­rio mini­mo e sono in gran­de dif­fi­col­tà. Lo scan­da­lo dei popo­li affa­ma­ti ci feri­sce. Abbia­mo biso­gno di svi­lup­pa­re, con poli­ti­che ade­gua­te, l’accoglienza e l’integrazione, in par­ti­co­la­re nei con­fron­ti dei migran­ti e di colo­ro che vivo­no come scar­ta­ti nel­le nostre società”.
I pro­nun­cia­men­ti di un Papa sono rivol­ti pri­ma­ria­men­te ai cat­to­li­ci ma, sem­pre, anche agli uomi­ni e alle don­ne di buo­na volon­tà. Infat­ti, l’e­le­men­to fon­da­men­ta­le è il “desi­de­rio altrui­sta”, in gra­do di costrui­re nel con­cre­to la giu­sti­zia e la pace.
E’ pos­si­bi­le, quin­di, trac­cia­re insie­me sen­tie­ri di pace, per il 2023 che sia carat­te­riz­za­to da un di più di uma­niz­za­zio­ne, per ognu­no e per tut­ti gli esse­ri e l’am­bien­te in cui si vive.

Cir­co­lo Lau­da­to Si’ Elba

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