Caso del giorno: cane vagante trovato e recuperato da un turista in zona Marmi. Ricevo la telefonata alle 8 di mattina e consiglio di telefonare alla Polizia Municipale di Marciana per eventuale lettura del chip e ricerca del proprietario. I vigili arrivano ma niente chip: che si fa a questo punto? Dove tenere il cane in attesa che il proprietario si faccia vivo? Allertate le associazioni animaliste locali parte il solito tam tam digitale che alla fine della mattinata risolve il problema. Il proprietario salta fuori, recupera il cane e adesso dovrà rispondere ai vigili urbani del fatto che il cane fosse privo di chip e libero di girovagare senza custodia. Comunque tutto è bene quel che finisce bene. Fin qui un caso come tanti ne abbiamo visti in questi anni quindi adesso chi legge si chiederà il perché di tali ovvietà. Mi spiego meglio: ero a conoscenza di una piccola struttura in zona Literno, sempre comune di Marciana, data in gestione all’Enpa, con due box di prima accoglienza e con un buon pezzo di terreno recintato, ombreggiato e in zona tranquilla. Mi permetto di suggerire alla Polizia Municipale di sfruttare eventualmente questo luogo per posizionare momentaneamente l’animale in attesa che il proprietario si faccia vivo dato che l turista é in vacanza e ha anche un altro cane e nel residence dove si trova è un problema gestire due cani. Mi rispondono che la struttura non ha più alcuna convenzione con la struttura sopracitata e nessuno ne ha fatto richiesta, a quanto pare il Comune sembra ben disposto a cederla a chi possa gestirla e occuparsene, ma nessuno si è fatto avanti. Mi sono preso la briga di farci un salto e ho scattato alcune foto che allegherò: erba alta, incuria e abbandono, niente che assomigli ad un punto di prima accoglienza per cani vaganti, come era stata pensata inizialmente. Da qui la riflessione mi sorge spontanea: combattiamo da anni per avere una struttura canile che ospiti animali vaganti, cani e gatti, e più volte è stato richiesto alle amministrazioni comunali di creare punti di appoggio con box di prima accoglienza. Abbiamo una struttura che potrebbe servire allo scopo e la lasciamo andare in rovina, seppellita dalle erbacce e dai rovi, quan do potrebbe diventare una piccola oasi per cani o gatti in difficoltà, in attesa di curarli o destinarli in adozione o semplicemente prima che arrivi il proprietario. Credo che, senza polemiche, di cui non abbiamo bisogno, serva un intento comune nell’affrontare questi problemi. Le associazioni animaliste del territorio, visto lo scarso numero di volontari, dovrebbero, a mio avviso,unire le forze e cercare una strada comune. Non abbiamo bisogno di parole.ma di fatti..e di qualcuno che tagli quell’erba e renda di nuovo fruibile quella zona che tanto potrebbe essere utile , tuti i giorni, per la lotta al randagismo e a risolvere i piccoli problemi quotidiani che riguardano i cani e i gatti vaganti.
Michele Barsotti