Skip to content

Manchette di prima

EDICOLA ELBANA SHOW

Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

BREAKING NEWS

Lisa Ardita: Facciamo chiarezza su cos’ è e come viene istituita un’AMP

Come pro­mes­so lune­di ecco tut­ti i rife­ri­men­ti per poter­si infor­ma­re auto­no­ma­men­te su cos’è e come vie­ne isti­tui­ta un’AMP e sul­la sua impor­tan­za stra­te­gi­ca per la tute­la del mare.

Si noti bene che tut­te le fon­ti da cui sono sta­ti pre­si gli arti­co­li, ben­ché essi sia­no open sour­ce, sono auto­re­vo­li e rico­no­sciu­te attendibili.

Pri­ma però vor­rei segna­la­re que­sto incon­tro onli­ne che si ter­rà il 14 dicem­bre. Mol­to impor­tan­te per capi­re qua­le sarà il futu­ro del­le AAMMPP.

https://news.uniroma1.it/14122020_1430

PER FARE CHIAREZZA SU COS’È E COME VIENE ISTITUITA UN’AMP

Que­sto è il link al sito del Mini­ste­ro dell’ambiente

https://www.minambiente.it/pagina/aree-marine-protette

dove si legge

“La defi­ni­zio­ne di peri­me­tra­zio­ne del­l’a­rea (i con­fi­ni ester­ni), la zona­zio­ne al suo inter­no (le diver­se zone A, B e C), e la tute­la ope­ra­ta attra­ver­so i diver­si gra­di di vin­co­li nel­le tre zone, sono par­te del­lo sche­ma di decre­to isti­tu­ti­vo redat­to alla fine del­l’i­strut­to­ria. Sul­lo sche­ma di decre­to ven­go­no sen­ti­ti la Regio­ne e gli enti loca­li inte­res­sa­ti dal­l’i­sti­tuen­da area mari­na pro­tet­ta, per l’ot­te­ni­men­to di un con­cre­to ed armo­ni­co con­sen­so loca­le. Infi­ne, come sta­bi­li­to dal Decre­to Legi­sla­ti­vo n. 112/98 art.77, occor­re acqui­si­re il pare­re del­la Con­fe­ren­za Uni­fi­ca­ta su tale sche­ma di DM.

A que­sto pun­to, il Mini­stro del­l’am­bien­te, d’in­te­sa con il Mini­stro del teso­ro, pro­ce­de all’ef­fet­ti­va isti­tu­zio­ne del­l’a­rea mari­na pro­tet­ta, auto­riz­zan­do anche il finan­zia­men­to per far fron­te alle pri­me spe­se rela­ti­ve all’i­sti­tu­zio­ne (L. n. 394/91 art.18 e L. n. 93/01 art.8)”

Clic­can­do su “Aree mari­ne pro­tet­te di pros­si­ma isti­tu­zio­ne”, si può vede­re che l’Ar­ci­pe­la­go Tosca­no è in atte­sa dal 1982.

Nei link seguen­ti sono ripor­ta­ti 2 arti­co­li di gior­na­le che su iter isti­tu­ti­vi attual­men­te in corso.

https://documentcloud.adobe.com/link/review?uri=urn:aaid:scds:US:dcfad46e-cd05-47c0-8a52-6a913377caa0

https://documentcloud.adobe.com/link/review?uri=urn:aaid:scds:US:6ab8b485-a9de-4470-a311-fe7fac1f81ea

PER FARE CHIAREZZA SU QUALE SIA L’IMPORTANZA STRATEGICA DELLE AMP E SU QUALI BENEFICI PORTA.

In que­sto pez­zo trat­to dal testo del­la peti­zio­ne “Area Mari­na Pro­tet­ta Arci­pe­la­go Tosca­no: un mare di oppor­tu­ni­tà” ven­go­no ripor­ta­te alcu­ne fon­ti a sup­por­to del­la richie­sta di ria­per­tu­ra del­l’i­ter istitutivo:

http://chng.it/2yX2HtcKFC

Stu­di ( https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2019.00823/full) fat­ti da bio­lo­gi ed eco­no­mi­sti ita­lia­ni dimo­stra­no come l’indotto dei ter­ri­to­ri costie­ri dipen­da in buo­na par­te dal­la con­di­zio­ne dei mari, a par­ti­re dal­le atti­vi­tà più stret­ta­men­te cor­re­la­te con la sua frui­zio­ne (cen­tri di immer­sio­ne, dipor­to, pesca, ope­ra­to­ri bal­nea­ri) a quel­le che ne bene­fi­cia­no di rifles­so (alber­ghi, risto­ran­ti, bar, com­mer­cian­ti, noleg­gio natan­ti, ecc.). L’e­spe­rien­ze di Aree Mari­ne Pro­tet­te pre­ce­den­te­men­te isti­tui­te dimo­stra­no come, quan­do gesti­te bene, que­ste pos­sa­no fare aumen­ta­re il capi­ta­le del­la pesca da 5 a 10 vol­te (si veda que­sto stu­dio di Enric Sala https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0058799).

Gli ambien­ti mari­ni, quan­do oppor­tu­na­men­te pro­tet­ti, prov­ve­do­no a for­ni­re impor­tan­ti ser­vi­zi eco­si­ste­mi­ci qua­li: zone di ripro­du­zio­ne per il pesce di inte­res­se com­mer­cia­le, aree di stoc­cag­gio del­le emis­sio­ni di CO2 sot­to for­ma di bio­mas­sa, pro­te­zio­ne del­le coste dal­l’e­ro­sio­ne e gene­ra­zio­ne di una buo­na par­te del­l’os­si­ge­no che ci ser­ve per respi­ra­re (tut­to è rac­col­to in que­sto arti­co­lo https://www.lanuovaecologia.it/flp/lne/LNE_04-2020/?fbclid=IwAR3eQHgyPEtuM0MZp6_WLg-A5hUUGnjFm19odmUGxlOS5t71cBLO7oCo8Z8#page=64 ).”

Altri rife­ri­men­ti si pos­so­no tro­va­re in que­sti arti­co­li di Greenreport:

“Le ban­che del pesce”

Ecco come le Aree mari­ne pro­tet­te pos­so­no por­ta­re bene­fi­ci alla pesca in tut­to il mondo

[5 Novem­bre 2020]

https://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/le-banche-del-pesce/

“Cor­te dei con­ti euro­pea: l’Ue difen­de poco i suoi mari. Man­ca una rete di Aree mari­ne pro­tet­te effi­ca­ce, ben gesti­ta e ben connessa”

Così le Amp esi­sten­ti han­no for­ni­to una limi­ta­ta pro­te­zio­ne del­la bio­di­ver­si­tà mari­na, men­tre con­ti­nua la pesca ecces­si­va, spe­cial­men­te nel Medi­ter­ra­neo https://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/corte-dei-conti-europea-lue-difende-poco-i-suoi-mari-manca-una-rete-di-aree-marine-protette-efficace-ben-gestita-e-ben-connessa/?fbclid=IwAR25WeErEF-

In cui si può leg­ge­re che:

“La Cor­te ha rile­va­to che attual­men­te «Le aree pro­tet­te mari­ne (AMP) rap­pre­sen­ta­no la misu­ra più emble­ma­ti­ca di con­ser­va­zio­ne dell’ambiente mari­no. Ai sen­si del­la diret­ti­va qua­dro sul­la stra­te­gia per l’ambiente mari­no, gli Sta­ti mem­bri sono tenu­ti a crea­re reti coe­ren­ti di det­te aree; l’Ue ave­va poi l’obiettivo di pro­teg­ge­re il 10 % dei pro­pri mari entro il 2020. La valu­ta­zio­ne del ruo­lo del­le aree mari­ne pro­tet­te ope­ra­ta dal­la Cor­te è in linea con quan­to riscon­tra­to dall’European envi­ron­ment agen­cy: quest’ultima ha rile­va­to l’assenza di una rete di AMP effi­ca­ce, ben gesti­ta e ben con­nes­sa. Di con­se­guen­za, det­te aree han­no for­ni­to una limi­ta­ta pro­te­zio­ne del­la bio­di­ver­si­tà mari­na, men­tre con­ti­nua ad esser­vi pra­ti­ca­ta una pesca ecces­si­va, spe­cial­men­te nel Mediterraneo».

Che è il con­tra­rio del­le accu­se e lamen­te­le per i trop­pi vin­co­li che sono il caval­lo di bat­ta­glia di chi si oppo­ne all’istituzione del­le Aree mari­ne protette.”

Uno dei moti­vi per cui per pro­teg­ge­re il mare non basta­no pic­co­le aree pun­ti­for­me e poco rego­la­men­ta­te come lo Sco­gliet­to di Portoferraio.

“Non c’è rifu­gio dal­le onda­te di cal­do marine”

I ricer­ca­to­ri stu­dia­no come le Aree mari­ne pro­tet­te miti­ga­no gli impat­ti del­le onda­te di cal­do sugli eco­si­ste­mi oceanici

[9 Dicem­bre 2020]

https://www.greenreport.it/news/clima/non-ce-rifugio-dalle-ondate-di-caldo-marine/

Sul­le pagi­ne del WWF inve­ce si trova:

““Aree mari­ne protette”

Per­ché è impor­tan­te difen­de­re la bio­di­ver­si­tà attra­ver­so le Aree Mari­ne Protette.

https://www.wwf.it/ambiente/aree_protette/aree_marine_protette/

Dove si può leggere:

“Le Aree Mari­ne Pro­tet­te (AMP) sono essen­zia­li per il recu­pe­ro, la pro­te­zio­ne e l’aumento del­la bio­di­ver­si­tà degli ocea­ni e per la pro­te­zio­ne di habi­tat cri­ti­ci, spe­cie e fun­zio­ni ecologiche”

Nel­la sezio­ne appro­fon­di­men­ti del­la stes­sa pagi­na si tro­va que­sto link:

https://wwf.panda.org/?247781/Marine-Protected-Areas-Smart-Investments-in-Ocean-Health#

Che con­du­ce ad un arti­co­lo in cui vie­ne rias­sun­to il loro report sul­le aree pro­tet­te, la fra­se più signi­fi­ca­ti­va è:

“L’a­na­li­si mostra che ogni dol­la­ro inve­sti­to per crea­re aree mari­ne pro­tet­te — comu­ne­men­te note come AMP — dovreb­be esse­re alme­no tri­pli­ca­to in bene­fi­ci resti­tui­ti attra­ver­so fat­to­ri come l’oc­cu­pa­zio­ne, la pro­te­zio­ne del­le coste e la pesca.”

Quel­lo che segue è il link ad un web mee­ting scien­ti­fi­co (regi­stra­to e sem­pre dispo­ni­bi­le onli­ne) orga­niz­za­to dal Par­co Nazio­na­le del­l’A­si­na­ra su “Bio­di­ver­si­tà e ser­vi­zi eco­si­ste­mi­ci” in cui si evin­ce che le AMP con­tri­bui­sco­no a pro­teg­ge­re in modo da garan­tir­ne la dura­ta nel tem­po anche per le gene­ra­zio­ni futu­re (signi­fi­ca­ti­vo quel­lo che vie­ne trat­ta­to dal min 38):

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=580305572606795&id=328680207162657

Per com­ple­tez­za aggiun­go anche le FAQ pre­pa­ra­te dal Grup­po peti­zio­ne AMP.

FAQ — DOMANDE FREQUENTI

sull’Area Mari­na Pro­tet­ta — Par­co a Mare (di segui­to ‘AMP’)

  1. L’i­sti­tu­zio­ne dell’AMP chiu­de­rà tut­to il mare e ne impe­di­rà la libe­ra fruizione?

No, lo sco­po di un AMP non è la chiu­su­ra ben­sì la frui­zio­ne soste­ni­bi­le del­le risor­se. Sco­po del­le AMP è anche lo svi­lup­po socio-eco­no­mi­co che, per esse­re vera­men­te tale, deve esse­re eco­com­pa­ti­bi­le e non sel­vag­gio. Non si trat­ta quin­di di chiu­de­re ma di rego­la­men­ta­re. Assi­cu­rar­si che le risor­se esi­sta­no anche doma­ni è la base di uno svi­lup­po dure­vo­le. Per svi­lup­po dure­vo­le si inten­de ” l’in­sie­me del­le atti­vi­tà uma­ne che per­met­to­no alla gene­ra­zio­ne uma­na attua­le e alle altre spe­cie che vivo­no sul­la ter­ra di sod­di­sfa­re i pro­pri biso­gni sen­za met­te­re in peri­co­lo la capa­ci­tà del­la ter­ra di sod­di­sfa­re i biso­gni del­le gene­ra­zio­ni futu­re, sia che si trat­ti di uomi­ni sia di altre spe­cie che popo­la­no la ter­ra “. L’uo­mo è par­te inte­gran­te del­la natu­ra, non è al di sopra di essa, qual­sia­si dan­no appor­ti alla natu­ra lo arre­ca a se stes­so. Se è di dif­fi­ci­le com­pren­sio­ne, for­se, il fat­to che le risor­se sia­no limi­ta­te, è cer­to che lo sfrut­ta­men­to sen­za cri­te­rio sta por­tan­do al col­las­so del­l’e­co­si­ste­ma mari­no: sen­za un cam­bia­men­to di rot­ta in futu­ro ci sarà ben poco da gesti­re e da sfrut­ta­re. Oggi una gestio­ne del­l’am­bien­te mari­no basa­ta sul­la sua cono­scen­za è neces­sa­ria, alla luce del degra­do ambien­ta­le che ha accom­pa­gna­to lo svi­lup­po incon­trol­la­to del­le atti­vi­tà uma­ne lun­go la fascia costie­ra. La crea­zio­ne di un AMP non può comun­que pre­scin­de­re dal­le atti­vi­tà eco­no­mi­che ter­ri­to­ria­li, ed anzi, con­si­de­ra­re le leg­gi che rego­la­no l’e­co­si­ste­ma e gestir­lo, pre­ser­van­do­ne lo sta­to di salu­te, è l’u­ni­ca stra­te­gia pos­si­bi­le per soste­ne­re un siste­ma eco­no­mi­co for­te e sta­bi­le. Nel­la crea­zio­ne di un AMP sono coin­vol­te tut­te le real­tà loca­li, le pri­me che trar­ran­no van­tag­gio da una gestio­ne con­sa­pe­vo­le del mare, anche se è natu­ra­le che le pri­me fasi sia­no accom­pa­gna­te da pau­re razio­nal­men­te ingiustificate. 

  1. Non baste­reb­be isti­tui­re del­le zone di tute­la spe­cia­le come lo Sco­gliet­to di Portoferraio?

Non sareb­be la scel­ta più adat­ta per­ché chiu­de­re del­le pic­co­le aree alla pesca non è suf­fi­cien­te per per­met­te­re una ripre­sa del­l’am­bien­te mari­no. Occor­re pro­teg­ge­re i fon­da­li dagli anco­rag­gi, pre­ve­de­re del­le azio­ni di ripri­sti­no del­le zone più dete­rio­ra­te, moni­to­ra­re l’an­da­men­to del­le pre­cau­zio­ni pre­se per tute­la­re la zona di mare. Tut­te que­ste cose e mol­te altre non sono pre­vi­ste in una zona di tute­la biologica. 

  1. Che sen­so ha un’AMP in iso­le for­te­men­te antro­piz­za­te come l’El­ba e il Giglio?

La fina­li­tà del­le AMP è quel­la di tute­la­re e valo­riz­za­re le carat­te­ri­sti­che natu­ra­li, chi­mi­che, fisi­che e del­la bio­di­ver­si­tà mari­na e costie­ra, anche attra­ver­so inter­ven­ti di recu­pe­ro ambien­ta­le, avva­len­do­si del­la col­la­bo­ra­zio­ne del mon­do acca­de­mi­co e scien­ti­fi­co. Per que­sto moti­vo esi­sto­no AMP anche in con­te­sti urba­ni come l’AMP di Mira­ma­re situa­ta a Trie­ste, zona deci­sa­men­te mol­to più antro­piz­za­ta del­le nostre iso­le che comun­que, gra­zie alla loro posi­zio­ne distan­zia­ta dal con­ti­nen­te, pos­so­no esse­re recu­pe­ra­te in modo effi­ca­ce con azio­ni mira­te e orga­niz­za­te che comun­que ten­ga­no con­to del­le esi­gen­ze dei loca­li qua­li sono quel­le pre­vi­ste da un AMP. 

  1. Chi trae bene­fi­cio dall’AMP?

Tut­ti. Le AMP pro­teg­go­no la bio­di­ver­si­tà natu­ra­le che il pro­ces­so antro­pi­co ha alte­ra­to con azio­ni diret­te (pesca, anco­rag­gi, rifiu­ti pla­sti­ci, ecc..) e indi­ret­te (es. cam­bia­men­ti cli­ma­ti­ci). Dato che non pos­sia­mo inver­ti­re que­sto pro­ces­so pos­sia­mo usa­re le AMP come stru­men­to tAM­Po­ne allo stress indot­to, per­ché un ambien­te ric­co di bio­di­ver­si­tà è più capa­ce di rispon­de­re ai cam­bia­men­ti, com­bat­te­re la per­di­ta di spe­cie minac­cia­te e/o per­met­te­re ad esse di rige­ne­ra­re le popo­la­zio­ni con effet­ti bene­fi­ci anche nel­le zone limi­tro­fe (ad esem­pio per le spe­cie ogget­to di pesca). Inol­tre nume­ro­si stu­di dimo­stra­no come il con­tat­to e l’e­spo­si­zio­ne alla natu­ra por­ta nell’uomo una mag­gio­re capa­ci­tà di rea­gi­re agli stress, di rige­ne­ra­re l’at­ten­zio­ne, ave­re un buon pro­ces­so cogni­ti­vo e di rego­la­re il pro­prio sta­to emo­zio­na­le. Le aree mari­ne pro­tet­te pre­ser­va­no quin­di la capa­ci­tà dei pro­ces­si e dei com­po­nen­ti natu­ra­li di for­ni­re beni e ser­vi­zi che sod­di­sfi­no, diret­ta­men­te o indi­ret­ta­men­te, le neces­si­tà dell’uomo e garan­ti­sca­no la vita di tut­te le spe­cie (BES).

  1. Ver­reb­be crea­to un altro ente per gesti­re l’AMP? 

No, non ci sareb­be un nuo­vo ente per­ché la gestio­ne ver­rà affi­da­ta, come sta­bi­li­to per leg­ge, all’Ente Par­co Nazio­na­le dell’Arcipelago Tosca­no (esem­pio. PN del­le Cin­que Ter­re che ha anche l’AMP del­le Cin­que Terre).

  1. Qua­le sarà la zona­zio­ne dell’AMP?

Le aree mari­ne pro­tet­te si sud­di­vi­do­no in zona A di tute­la inte­gra­le, in zona B di tute­la par­zia­le e in zona C di tute­la gene­ra­le. In alcu­ne può esser­ci anche un’ulteriore zona chia­ma­ta zona D. Non è pos­si­bi­le dire ades­so come sarà “zona­ta” l’AMP, qua­le sarà la sua rego­la­men­ta­zio­ne e come saran­no sud­di­vi­se le diver­se zone per­ché tut­to que­sto deve esse­re per leg­ge ogget­to di con­fron­to con tut­te le par­ti inte­res­sa­te. In generale: 

  • Nel­la zona A sono vie­ta­te le atti­vi­tà che pos­sa­no arre­ca­re dan­no o distur­bo all’am­bien­te mari­no. Tale zona, di esten­sio­ne limi­ta­ta, garan­ti­sce la tute­la del­la bio­di­ver­si­tà e il ripo­po­la­men­to del­le spe­cie ani­ma­li e vege­ta­li, e per­tan­to pre­scri­ve, qua­si sem­pre, il divie­to di bal­nea­zio­ne e di navigazione. 

  • La zona B coniu­ga la con­ser­va­zio­ne dei valo­ri ambien­ta­li con la frui­zio­ne com­pa­ti­bi­le del­l’am­bien­te mari­no. In essa sono con­sen­ti­te diver­se atti­vi­tà tra cui gene­ral­men­te la pesca pro­fes­sio­na­le eser­ci­ta­ta dai resi­den­ti, men­tre la pesca subac­quea è vietata. 

  • Nel­la zona C, in cui rica­de la mag­gior esten­sio­ne del­l’AMP, le atti­vi­tà antro­pi­che tra cui la navi­ga­zio­ne del­le imbar­ca­zio­ni a moto­re, l’or­meg­gio, l’an­co­rag­gio e la pesca spor­ti­va sono gene­ral­men­te con­sen­ti­te. https://www.naturaitalia.it/listaAreaNaturale.do?idTipoAreaNaturale=2

  1. Ci saran­no zone A all’El­ba e al Giglio?

Al momen­to non è pos­si­bi­le dire se ci saran­no. Sicu­ra­men­te nel­le AMP in cui esi­sto­no le zone a tute­la inte­gra­le (A), que­ste sono solo una pic­co­la par­te dell’area dell’AMP. Le zone A sono, comun­que, zone impor­tan­ti per­ché per­met­to­no a tut­te le spe­cie, soprat­tut­to a quel­le di inte­res­se com­mer­cia­le, di aumen­ta­re di nume­ro e di abbon­dan­za per­met­ten­do quin­di il famo­so “spil­lo­ver” cioè la fuo­riu­sci­ta ver­so altre aree. http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/aree-marine-protette-delmediterraneo- ne-bene­fi­cia­no-mag­gior­men­te-le-spe­cie-itti­che-piu-comu­ni-e-di-valo­re­com­mer­cia­le/

  1. Qua­li atti­vi­tà ricrea­ti­ve sono con­sen­ti­te nel­le AMP?

Nel­le aree mari­ne pro­tet­te è con­sen­ti­ta la bal­nea­zio­ne, il nuo­to con masche­ra e boc­ca­glio, l’immersione in apnea, le immer­sio­ni subac­quee, le visi­te gui­da­te, il wha­le what­ching, il noleg­gio di imbar­ca­zio­ni, la pesca spor­ti­va tra­mi­te auto­riz­za­zio­ne, il pescaturismo. 

  1. Sarà con­sen­ti­ta la pesca spor­ti­va nell’AMP?

Si la pesca spor­ti­va è con­sen­ti­ta in alcu­ne zone soli­ta­men­te pre­via auto­riz­za­zio­ne e seguen­do un rego­la­men­to. In que­sto tipo di atti­vi­tà ven­go­no pri­vi­le­gia­ti i resi­den­ti che han­no più zone a loro disposizione.

  1. Si potrà fare snor­ke­ling nell’AMP?

Le AMP soli­ta­men­te pro­muo­vo­no que­sto tipo di atti­vi­tà idean­do dei per­cor­si sia da fare con gui­de auto­riz­za­te che in autonomia. 

  1. Si potrà fare pesca subac­quea nell’AMP?

Non si può sape­re anco­ra come sarà la zona­zio­ne per­ché, come det­to, ver­rà deci­so da una com­mis­sio­ne che tie­ne con­to del­le esi­gen­ze ambien­ta­li e del­le neces­si­tà del­la popo­la­zio­ne loca­le. In quel­la sede i pesca­to­ri subac­quei pos­so­no pre­sen­ta­re le loro ragio­ni e pro­por­re even­tual­men­te le moda­li­tà di frui­zio­ne. Sarà poi la com­mis­sio­ne a deci­de­re se la pesca in apnea è com­pa­ti­bi­le con l’AMP e in che zone. 

  1. I pesca­to­ri pro­fes­sio­ni­sti saran­no pena­liz­za­ti dall’AMP?

L’idea che un’AMP decre­ti la fine di cer­te atti­vi­tà lavo­ra­ti­ve, pri­ma fra tut­te la pesca pro­fes­sio­na­le, è tan­to con­so­li­da­ta quan­to com­ple­ta­men­te erra­ta e fal­sa. Sen­za par­la­re qui del­la gestio­ne del­la cat­tu­ra del pesce a livel­lo glo­ba­le e rife­ren­do­si piut­to­sto alle atti­vi­tà dei pic­co­li pesca­to­ri costie­ri, quel­li che gene­ral­men­te temo­no l’istituzione di un’AMP, è ormai com­pro­va­to che la pres­sio­ne attua­le sugli ‘stock’ itti­ci costie­ri (le popo­la­zio­ni itti­che desti­na­te alla cat­tu­ra) è ecces­si­va e sta por­tan­do rapi­da­men­te ad un impo­ve­ri­men­to gene­ra­liz­za­to del pesca­to. Chi ne paga le spe­se sono innan­zi tut­to pro­prio i pesca­to­ri pro­fes­sio­ni­sti. Vice­ver­sa le AMP costi­tui­sco­no uno stru­men­to effi­ca­ce, oltre che per la pro­te­zio­ne del­la bio­di­ver­si­tà, per il miglio­ra­men­to del­la gestio­ne del­le atti­vi­tà di pesca: pro­teg­gen­do e con­ser­van­do le risor­se rie­sco­no al con­tem­po a garan­ti­re i pesca­to­ri rela­ti­va­men­te allo svol­gi­men­to del­le pro­prie atti­vi­tà. Que­sto avvie­ne gra­zie ad una pri­ma fase di “reclu­ta­men­to ani­ma­le” all’interno dell’AMP, in cui gra­zie alla pro­te­zio­ne aumen­ta­no le popo­la­zio­ni di spe­cie itti­che e la bio­mas­sa, segui­ta da una secon­da fase di “disper­sio­ne” degli indi­vi­dui e infi­ne da una ter­za fase di “spill over” in cui ani­ma­li adul­ti van­no a popo­la­re le zone limi­tro­fe all’AMP (nel­le qua­li è per­mes­sa la pesca pro­fes­sio­na­le) incre­men­tan­do in modo soste­nu­to gli stock itti­ci e la dimen­sio­ne media del pesce. La pesca pro­fes­sio­na­le vie­ne così rior­ga­niz­za­ta in modo vir­tuo­so per­met­ten­do di tute­la­re i pesca­to­ri loca­li anche nei con­fron­ti del­la con­cor­ren­za di mari­ne­rie più distan­ti dall’AMP gra­zie a spe­ci­fi­ci stru­men­ti di garan­zia. Per chi vuo­le saper­ne di più: 1. ’ Long-term and spil­lo­ver effec­ts of a mari­ne pro­tec­ted area on an exploi­ted fish com­mu­ni­ty ’ Sto­bart et al., Mari­ne Eco­lo­gy Pro­gress Series, May 2009 2. ‘Effec­ts of mari­ne reser­ves in the con­text of spa­tial and tem­po­ral varia­tion: An ana­ly­sis using Baye­sian zero-infla­ted mixed models’, Smith et al, Mari­ne Eco­lo­gy Pro­gress Series, 499, 203–216 3. La pesca in Cor­si­ca 4. ‘Mari­ne eco­lo­gy: Reser­ves do have a key role in fishe­ries’, Roberts C., Cur­rent Bio­lo­gy, 22(11), 2012, R444-R446 5. ‘Lar­val Export from Mari­ne Reser­ve­sand the Recruit­ment Bene­fit­for Fish and Fishe­ries’, Har­ri­son et al. Cur­rent Bio­lo­gy 22, 1023–1028, June 5, 2012 

  1. Solo i Diving Cen­ter potran­no fare immer­sio­ni nell’AMP? 

Come già accen­na­to in altre rispo­ste non pos­sia­mo dire qua­le sarà il rego­la­men­to fina­le del­l’AMP per­ché è il risul­ta­to di un pro­ces­so che pren­de in con­si­de­ra­zio­ne neces­si­tà di con­ser­va­zio­ne ed esi­gen­ze del­le popo­la­zio­ni loca­li. Nei rego­la­men­ti di alcu­ne AMP già esi­sten­ti è pre­vi­sto che in alcu­ne zone i resi­den­ti pos­sa­no fare immer­sio­ni in auto­no­mia men­tre i non resi­den­ti devo­no chie­de­re l’au­to­riz­za­zio­ne pri­ma. (es Pun­ta Cam­pa­nel­la https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=http://www.puntacAMPanell a.org/public/documenti/regolamento_AMP_punta_cAMPanella.pdf&ved=2ahUKEwjY2 NH1t73pAhWxgVwKHXZiDfkQFjABegQIDBAG&usg=AOvVaw12qKOXpu5XJsdbrMD imj­ZE ) Ci potran­no esse­re del­le zone di mag­gior pre­gio dove si potrà acce­de­re solo con le gui­de e i diving auto­riz­za­ti, ma que­sto richie­de­rà agli stes­si una spe­sa e un ade­gua­men­to alle nor­me di frui­zio­ne sia del­le gui­de che del­le imbar­ca­zio­ni. ( https://www.islepark.it/visitare-il-parco/pianosa/itinerari/immersioni )

  1. Come si è crea­to il grup­po di fir­ma­ta­ri e per­ché le diver­se orga­niz­za­zio­ni ne fan­no parte?

Da sem­pre i subac­quei si sono dimo­stra­ti par­ti­co­lar­men­te atten­ti ai temi ambien­ta­li e i diving cen­ter si sono fat­ti pro­mo­to­ri nel mon­do del­la subac­quea di ini­zia­ti­ve ambien­ta­li di rilie­vo. Mol­to spes­so fare il subac­queo per mestie­re e quin­di esse­re istrut­to­re, gui­da e/o pro­prie­ta­rio di diving cen­ter è pos­si­bi­le solo se si ha un pro­fon­do amo­re per il mare e si capi­sce l’importanza del­la sua con­ser­va­zio­ne, non solo per­ché è una fon­te di gua­da­gno ma un ami­co che si ama pro­fon­da­men­te e che non si può vede­re sof­fri­re sen­za fare nien­te. L’AMP-Parco a Mare, come le gui­de subac­quee par­co e i diving cen­ter san­no bene, com­por­ta dei pic­co­li sacri­fi­ci che però con il tem­po por­ta­no a gran­di risul­ta­ti, e può esse­re l’occasione per il rilan­cio e l’allungamento del­la sta­gio­ne turi­sti­ca sul­le iso­le. Legam­bien­te Arci­pe­la­go Tosca­no da qua­si qua­ran­t’an­ni chie­de che sia final­men­te isti­tui­ta l’Area mari­na pro­tet­ta dell’Arcipelago Tosca­no indi­vi­dua­ta per leg­ge qua­le “area mari­na di repe­ri­men­to” con il decre­to leg­ge del 1982. Le bat­ta­glie di Legam­bien­te non si limi­ta­no alla dife­sa dell’ambiente, cosa che comun­que fa assi­dua­men­te su tut­to il ter­ri­to­rio con ver­ten­ze, volon­ta­ria­to e azio­ni di edu­ca­zio­ne ambien­ta­le: uno degli sco­pi dell’associazione è quel­lo di pro­muo­ve­re i green job e la green eco­no­my come con gli Ecoal­ber­ghi. Un’AMP-Parco a Mare vie­ne vista come un’opportunità per pro­muo­ve­re un turi­smo soste­ni­bi­le che pre­mia i green job oltre che un’occasione per pro­teg­ge­re l’ambiente mari­no costie­ro effi­ca­ce­men­te. L’idea fon­dan­te dell’ASD Diver­sa­men­te Mari­nai con­si­ste nel cre­de­re che le bar­rie­re e le sfi­de – socio-eco­no­mi­che, cul­tu­ra­li, fisi­che e men­ta­li – pos­sa­no esse­re supe­ra­te gra­zie ad un approc­cio esi­sten­zia­le basa­to sul corag­gio e sul­la soli­da­rie­tà. L’ASD DM par­te­ci­pa con Legam­bien­te alla cam­pa­gna “Vele spie­ga­te” nell’Arcipelago Tosca­no con l’obiettivo di moni­to­ra­re i rifiu­ti che si tro­va­no sul­le nostre spiag­ge dif­fi­cil­men­te acces­si­bi­li attra­ver­so il pro­to­col­lo di beach lit­ter ela­bo­ra­to da Legam­bien­te; con l’o­biet­ti­vo di rac­co­glie­re più dati pos­si­bi­li rispet­to alle spiag­ge dell’arcipelago, pulir­le e infor­ma­re i cit­ta­di­ni riguar­do a que­sta enor­me pro­ble­ma­ti­ca. Il pro­get­to con­si­ste in atti­vi­tà moni­to­rag­gio scien­ti­fi­co e rac­col­ta rifiu­ti spiag­gia­ti puli­zia del­le spiag­ge dif­fi­cil­men­te acces­si­bi­li via ter­ra, osser­va­zio­ne e cen­si­men­to dei ceta­cei volon­ta­ria­to e citi­zen scien­ce sen­si­bi­liz­za­zio­ne dei turi­sti sul­la cul­tu­ra e pro­te­zio­ne del mare per la dife­sa dei nostri mari. Un’AMP-Parco a mare è per loro un fon­da­men­ta­le stru­men­to per tute­la­re e valo­riz­za­re una risor­sa che, oggi sem­pre più, è for­te­men­te a rischio. Tut­to que­sto, uni­to all’esperienza catar­ti­ca del­la pan­de­mia e del loc­k­do­wn che ha toc­ca­to tut­ti sia eco­no­mi­ca­men­te che dal pun­to di vista ambien­ta­le, ha fat­to sì che ci fos­se­ro le con­di­zio­ni per cui tut­ti que­sti por­ta­to­ri di inte­res­se si unis­se­ro per uno sco­po comune.

What do you want to do ?

New mail

Rispondi