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Manchette di prima

EDICOLA ELBANA SHOW

Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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L’ Edicola Elbana Show intervista in esclusiva l’ Avvocato Paola Mancuso sul dissalatore di Mola

In que­sto perio­do così par­ti­co­la­re in cui i pen­sie­ri, le aspet­ta­ti­ve, le pre­oc­cu­pa­zio­ni e i pro­get­ti di ognu­no di noi van­no in una sola dire­zio­ne (Covid-19) l’E­di­co­la Elba­na, sapen­do bene che cer­ti prov­ve­di­men­ti impo­po­la­ri ven­go­no attua­ti pro­prio men­tre le per­so­ne “sono in altre fac­cen­de affac­cen­da­te” ha cer­ca­to di capi­re se qual­co­sa di nuo­vo stia “bol­len­do in pen­to­la” nel­la que­stio­ne del dis­sa­la­to­re di Mola.
A que­sto pro­po­si­to abbia­mo chie­sto all’ Avvo­ca­to Pao­la Man­cu­so di fare il pun­to del­la situazione.
Non esclu­dia­mo di tor­na­re pre­sto sul­la questione.

- Avvo­ca­to, a che pun­to sono le ini­zia­ti­ve per con­tra­sta­re il dissalatore? 

Quel­la del dis­sa­la­to­re è una vicen­da com­ples­sa di per sé ed ulte­rior­men­te com­pli­ca­ta dal fat­to che alcu­ni aspet­ti sia­no emer­si tar­di quan­do alcu­ni mez­zi di impu­gna­zio­ne non era­no più dispo­ni­bi­li per la sca­den­za dei termini.
E’ per que­sto che le azio­ni che sono sta­te intra­pre­se sono azio­ni for­ti nei con­te­nu­ti ma for­se un po’ più debo­li nel­la pos­si­bi­li­tà di sol­le­va­re le ecce­zio­ni ad un pro­get­to approvato.
Que­sto fon­da­men­tal­men­te è il pro­ble­ma, da qui nasco­no tut­te le dif­fi­col­tà, com­pre­sa quel­la dei diri­gen­ti di por­re in esse­re atti ai qua­li ASA e Auto­ri­tà Idri­ca minac­cia­no dan­ni come abbia­mo già più vol­te sperimentato.

Comun­que, nes­su­no ha depo­sto le armi; anche per­ché ci sono ele­men­ti ogget­ti­vi sot­to il pro­fi­lo del­le valu­ta­zio­ni ambien­ta­li che pos­so­no anco­ra esse­re sol­le­va­ti per­ché — per for­tu­na — alcu­ne nor­me del­la regio­ne Tosca­na sono entra­te in vigo­re dopo l’ap­pro­va­zio­ne e quin­di obbli­ga­no anco­ra chi ha appro­va­to il pro­get­to a fare le valu­ta­zio­ni che ora la nor­ma­ti­va costrin­ge a fare.

- Le pro­ce­du­re per l’in­stal­la­zio­ne del dis­sa­la­to­re e gli even­tua­li per­mes­si sono anda­ti avanti?

“In real­tà il pro­get­to era sta­to divi­so in due diver­si fasi, la pri­ma riguar­da il col­le­ga­men­to con i Poz­zi esi­sten­ti e la tuba­tu­ra che dovreb­be giun­ge­re fino alla came­ra inta­ke sul­la spiag­gia di Lido; quan­do fu con­te­sta­to l’i­ni­zio dei lavo­ri l’A­SA si affret­tò a dire che si trat­ta­va un inter­ven­to che ave­va comun­que la sua auto­no­mia e la sua uti­li­tà ed era sostan­zial­men­te indi­pen­den­te da quel­lo del dis­sa­la­to­re vero e proprio.
Quan­do recen­te­men­te si è par­la­to di con­ces­sio­ne del­la sospen­si­va da par­te del Tar in real­tà ci si rife­ri­va a que­sto pro­get­to”.

- Secon­do lei gli elba­ni han­no ben com­pre­so le con­se­guen­ze a bre­ve, medio e lun­go ter­mi­ne di una even­tua­le instal­la­zio­ne? Come cre­de che ne per­ce­pi­sca­no l’e­ven­tua­li­tà? Come cre­de che reagirebbero?

“Io cre­do che il gran­de lavo­ro fat­to dal comi­ta­to per la dife­sa di Lido e Mola abbia mes­so in luce le gra­vi con­se­guen­ze di que­sto inter­ven­to e soprat­tut­to la sua spro­por­zio­na­li­tà rispet­to ad un pro­ble­ma che è sem­pre sta­to affron­ta­to igno­ran­do le dispo­ni­bi­li­tà idri­che di que­sto ter­ri­to­rio e non riu­scen­do mai a fare un bilan­cio idri­co basa­to sul­la mas­si­miz­za­zio­ne del­lo sfrut­ta­men­to del­l’ac­qua esi­sten­te e soprat­tut­to sul­l’e­li­mi­na­zio­ne di per­di­te e dise­co­no­mie che con­ti­nua­no a carat­te­riz­za­re la nostra rete.
Ormai è evi­den­te a tut­ti che il pro­get­to si chia­ma “auto­no­mia idri­ca del­l’I­so­la d’El­ba” ma in real­tà que­sta fra­se nascon­de l’e­si­gen­za prio­ri­ta­ria del­la Val di Cor­nia di riac­qui­si­re tut­ta la sua risor­sa idri­ca (in par­ti­co­la­re con l’im­pian­to di trat­ta­men­to del Boro) che è sta­ta negli anni finan­zia­ta anche con risor­se di que­sta iso­la. Si è spe­so tan­to dena­ro pub­bli­co in una con­dot­ta Sot­to­ma­ri­na del­la qua­le si par­la solo quan­do ser­ve a ras­si­cu­ra­re le per­so­ne ma che in real­tà è in con­di­zio­ni che nes­su­no si pren­de la respon­sa­bi­li­tà di ufficializzare.”

— Qua­l’è l’at­tua­le posi­zio­ne uffi­cia­le del comu­ne di Capo­li­ve­ri?

“Non spet­ta a me dir­lo. Il Comu­ne li Capo­li­ve­ri ha for­ma­liz­za­to il ricor­so con­tro il prov­ve­di­men­to del­l’au­to­ri­tà idri­ca che ha rifiu­ta­to di annul­la­re in auto­tu­te­la l’ap­pro­va­zio­ne del pro­get­to a fron­te del­le con­te­sta­zio­ni sol­le­va­te sul­la sua rego­la­ri­tà. Anche le altre gra­vi per­ples­si­tà sul­la valu­ta­zio­ne di inci­den­za ambien­ta­le cre­do saran­no ogget­to di ulte­rio­re ini­zia­ti­va anche se è com­pren­si­bi­le la ricer­ca del­lo stru­men­to miglio­re per far­lo visto che non si può più sba­glia­re niente.”

— Vuo­le ricor­dar­ci qua­li sono le alter­na­ti­ve e quan­to sareb­be­ro soste­ni­bi­li?

“Dicia­mo que­sto, dal bilan­cio idri­co fat­to ese­gui­re dall’ Auto­ri­tà Idri­ca Tosca­na dopo l’ap­pro­va­zio­ne del pro­get­to e a segui­to del­le nostre sol­le­ci­ta­zio­ni, è emer­so che l’i­so­la avreb­be la risor­sa idri­ca per prov­ve­de­re a se stes­sa ma l’ar­go­men­to rela­ti­vo al suo recu­pe­ro e alla sua mes­sa in rete è sicu­ra­men­te nau­fra­ga­to in occa­sio­ne del fal­li­men­to di pro­get­ti come quel­lo del­l’in­va­so rea­liz­za­to non mol­to tem­po fa, che ci fa dor­mi­re son­ni poco tran­quil­li davan­ti alle ras­si­cu­ra­zio­ni tec­ni­che che ven­go­no sban­die­ra­te per un pro­get­to ben più com­ples­so come quel­lo del dissalatore.
Cre­do che la solu­zio­ne sia la rispo­sta a una doman­da fon­da­men­ta­le: si è pre­vi­sto un dis­sa­la­to­re da 40 litri al secon­do e pos­si­bil­men­te un incre­men­to di altri 40 litri fino ad un tota­le di 80 litri al secon­do, ma come si può pen­sa­re di sosti­tui­re l’ap­prov­vi­gio­na­men­to che deri­va da una con­dot­ta idri­ca che inve­ce una por­ta­ta di 160 litri al secon­do? Que­sta non si può chia­ma­re garan­zia del siste­ma idri­co elba­no. La rispo­sta allo­ra è obbli­ga­ta e si chia­ma con­dot­ta idri­ca sot­to­ma­ri­na, sen­za la qua­le farem­mo un sal­to nel buio che non ci pos­sia­mo per­met­te­re da nes­sun pun­to di vista.”

S. Del­la Monica

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