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Manchette di prima

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Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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Un pugno nello stomaco Sabato pomeriggio, al cinema Nello Santi di Portoferraio, durante la proiezione del docufilm “La morte negata”

.…..“ci sia­mo emo­zio­na­ti, infor­ma­ti e inter­ro­ga­ti”.

Essen­do l’ennesima ini­zia­ti­va cri­ti­ca nei con­fron­ti del­la gestio­ne del­la covid-19, da alcu­ni ci vie­ne rivol­ta la cri­ti­ca di vive­re in una bol­la di pen­sie­ro appar­te­nen­te a un pas­sa­to male inter­pre­ta­to e da dimen­ti­ca­re.
Pur­trop­po “non è anda­to tut­to bene” come ci rap­pre­sen­ta­va­no gli spot tele­vi­si­vi e il docu­men­ta­rio che abbia­mo pro­iet­ta­to è un pugno nel­lo sto­ma­co. Ren­de con­to, attra­ver­so ter­ri­bi­li testi­mo­nian­ze dei paren­ti, del­le per­so­ne che, spes­so con­tro la loro volon­tà, sono sta­te trat­te­nu­te in ospe­da­le per­ché posi­ti­ve ad un tam­po­ne covid (a vol­te addi­rit­tu­ra sen­za alcun sin­to­mo) e dopo gior­ni di non comu­ni­ca­zio­ne coi fami­lia­ri, sono sta­te resti­tui­te cada­ve­re in un sac­co nero sigil­la­to, tan­to che in mol­ti si chie­do­no anco­ra se lì den­tro ci fos­se vera­men­te il loro caro.
Da un pun­to di vista psi­co­lo­gi­co (è un comi­ta­to di Psi­co­lo­gi che ha rac­col­to le testi­mo­nian­ze) il trau­ma subi­to è qua­si impos­si­bi­le da ela­bo­ra­re. La vio­len­za e la dis­sa­cra­zio­ne dell’umano ridot­to a scar­to al momen­to del­la mor­te, è sta­ta total­men­te ine­di­ta, mai vista pri­ma se non nel­la fol­lia del­la guer­ra.
Ci sono accer­ta­men­ti giu­di­zia­ri che faran­no il loro cor­so in meri­to ai sin­go­li epi­so­di che le fami­glie por­te­ran­no davan­ti ai giu­di­ci, ma le con­di­zio­ni disu­ma­ne vis­su­te da pazien­ti e fami­lia­ri, pon­go­no il pro­ble­ma di quan­to abbia inci­so la respon­sa­bi­li­tà indi­vi­dua­le del per­so­na­le sani­ta­rio e quan­to deri­vi dal degra­do di una sani­tà pub­bli­ca al col­las­so che pre­ten­de­va rit­mi e con­di­zio­ni di lavo­ro impra­ti­ca­bi­li (chi ha volu­to que­sto col­las­so?). Infi­ne, quan­to la clas­se diri­gen­te poli­ti­ca sia sta­ta in gra­do di gesti­re un’emergenza lascian­do e addi­rit­tu­ra inco­rag­gian­do che si creas­se­ro gra­vis­si­me
divi­sio­ni nel­la socie­tà e per­si­no all’interno del­le fami­glie.
Pos­sia­mo fin­ge­re di non vede­re que­sta spac­ca­tu­ra che vive nel­la pan­cia socia­le d’Italia, o pos­sia­mo par­lar­ne, non per tro­va­re il capro espia­to­rio, ma per quell’impulso tut­to uma­no di cer­ca­re la veri­tà dei fat­ti e dar­si una spie­ga­zio­ne razio­na­le dell’accaduto. La nega­zio­ne o la rimo­zio­ne ideo­lo­gi­ca dei fat­ti, appic­ci­can­do eti­chet­te infa­man­ti a chi chie­de spie­ga­zio­ni, non por­te­rà nien­te di buo­no al nostro pae­se: la divi­sio­ne si incan­cre­ni­rà in risen­ti­men­to e odio socia­le, pol­ve­riz­zan­do il sen­so
civi­co e la cre­di­bi­li­tà del­le isti­tu­zio­ni.
E’ del tut­to legit­ti­mo chie­der­si a chi gio­va que­sta divi­sio­ne oriz­zon­ta­le del popo­lo.
Il mar­tel­la­men­to media­ti­co cui sia­mo sta­ti sot­to­po­sti, ha resti­tui­to un’immagine grot­te­sca di qual­sia­si voce cri­ti­ca, fino a vere e pro­prie per­se­cu­zio­ni pro­fes­sio­na­li e per­so­na­li che han­no fat­to car­ta strac­cia dei prin­ci­pi fon­da­men­ta­li del­la nostra Costi­tu­zio­ne in nome di un’emergenza che oggi sco­pria­mo pote­va esse­re gesti­ta più effi­ca­ce­men­te e sen­za crea­re vul­nus costi­tu­zio­na­le.
Dopo la deci­sio­ne del Par­la­men­to Euro­peo, che con imba­raz­zan­te mag­gio­ran­za bel­li­ci­sta ha deci­so di tra­sfor­ma­re l’Unione Euro­pea da spe­ran­za di pace e pro­spe­ri­tà, in una pro­vin­cia guer­ra­fon­da­ia degli USA, chie­dia­mo a chi ci cri­ti­ca, se non vede nes­su­na cor­re­la­zio­ne tra l’emergenza sani­ta­ria e l’emergenza “inva­sio­ne rus­sa”, se non scor­ge nel­la ripe­ti­zio­ne di con­ti­nui sta­ti d’emergenza (sani­ta­ria, ener­ge­ti­ca, cli­ma­ti­ca, bel­li­ca) un rin­no­va­to e nor­ma­liz­za­to modo di gover­na­re il pae­se e le per­so­ne.
Un modo che legit­ti­ma ogni abo­mi­nio costi­tu­zio­na­le e uma­no. Ci chie­dia­mo se egli inter­pre­ti le paro­le del­la Pre­si­den­te del­la Com­mis­sio­ne Euro­pea “in Euro­pa con le armi biso­gna fare come coi vac­ci­ni” come comi­ci­tà invo­lon­ta­ria o oscu­ro pre­sa­gio. Infi­ne chie­dia­mo con sin­ce­ra volon­tà di con­fron­to ai nostri cri­ti­ci, se ades­so che vedo­no cosa suc­ce­de a Gaza e in Ucrai­na, non han­no anco­ra chia­ro il ruo­lo di pro­pa­gan­da dei gran­di media nazio­na­li e inter­na­zio­na­li che oscu­ra­no, cen­su­ra­no e men­to­no oggi come allo­ra, duran­te quel gran­de espe­ri­men­to poli­ti­co, socia­le e bio-medi­co che è sta­ta l’emergenza pan­de­mi­ca.
In tut­te le nostre ini­zia­ti­ve, la cen­tra­li­tà è l’accoglienza e il dia­lo­go, per cono­sce­re, per­ché sen­za cono­scen­za non c’è veri­tà e sen­za veri­tà non ci può esse­re giu­sti­zia.

Gra­zia­no Rinal­di
Libe­ra Scel­ta Elba

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