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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Domenica 18 Settembre riparte il campionato di Seconda Categoria

Final­men­te si ripar­te, dopo l’ assag­gi­no di Cop­pa Tosca­na, final­men­te dome­ni­ca 18 ripar­te il cam­pio­na­to di secon­da cate­go­ria che que­st’an­no vede ben tre squa­dre Elba­ne impe­gna­te in que­sta competizione.
Auda­ce, Por­to Azzur­ro e Mar­cia­na Mari­na a difen­de­re i colo­ri dell’Elba.
Que­sta nuo­va sta­gio­ne ci vede pre­sen­ti nel Giro­ne C in com­pa­gnia di Etru­sca Livor­no 1983, La Can­te­ra Acli Gab­bro, Livor­no 9, Mon­te­ne­ro, Mon­tie­ri, P. Car­li Sal­via­no, Por­tua­le Gua­stic­ce e Ribolla.
Tan­te le novi­tà per le squa­dre Elba­ne, tut­te han­no un nuo­vo alle­na­to­re, il Mar­cia­na Mari­na ha fat­to cam­bi impor­tan­ti a livel­lo socie­ta­rio insom­ma, una sta­gio­ne impe­gna­ti­va quel­la che è alle porte.
Fra i tan­ti cam­bi abbia­mo nota­to il tra­sfe­ri­men­to del Ds Ita­lo Medi­ci dal Por­to Azzur­ro all’ Auda­ce e da curio­si qua­le sia­mo, non pote­va­mo non scam­bia­re due chiac­che­re con l’ ami­co Italo.

Ita­lo, abbia­mo cam­bia­to casac­ca, i colo­ri sono quel­li ma?

“Nes­sun ma, dopo lo scor­so cam­pio­na­to ave­vo deci­so che era l’o­ra di smet­te­re e ho ras­se­gna­to le mie dimis­sio­ni, ave­vo deci­so che fos­se arri­va­to il momen­to di fer­mar­si, miglia­ia di tra­sfer­te, anni di sacri­fi­cio ini­zia­va­no a far­si sen­ti­re. Poi il ripe­scag­gio del Por­to Azzur­ro in secon­da cate­go­ria mi ave­va dato quel bri­vi­do che chi come vive vive il cal­cio con pas­sio­ne sà di cosa sto parlando.
Ho pen­sa­to che sareb­be sta­to bel­lo rituf­far­si nel­la mischia e vive­re que­sto sogno che fino a qual­che mese fa era solo immaginazione.
Però poi la razio­na­li­tà lascia il posto alle emo­zio­ni e ormai sape­do che il Por­to Azzur­ro si era già rior­ga­niz­za­to ed ave­va già fat­to i suoi pro­gram­mi. Non mi sem­bra­va pro­prio il caso di anda­re a desta­bi­liz­za­re l’ ambien­te chie­den­do di poter rien­tra­re nel­l’or­ga­ni­co. Ormai la deci­sio­ne era sta­ta pre­sa ma l’a­ma­rez­za rima­ne­va, non ero anda­to via in malo­mo­do, ero anda­to via in armo­nia con tut­ti, staff, diri­gen­za e, cosa impor­tan­te i ragaz­zi, per me ele­men­to importantissimo.
Poi la vita è stra­na e quan­do mi ha chia­ma­to il Pre­si­den­te Mar­co Rega­no chie­den­do­mi di dar­gli una mano, ho accet­ta­to con pia­ce­re visto che un’al­tro anno in secon­da lo vole­vo dav­ve­ro fare.
Ritor­nan­do in quel­l’am­bien­te dove ci sono sta­to 40 anni e dove ci sono cre­sciu­to come Diri­gen­te, ho pro­va­to una bel­le sen­sa­zio­ne, tan­ti ragaz­zi appe­na entra­to allo sta­dio mi sono venu­ti incon­tro ad abbrac­ciar­mi e che io li ave­vo lascia­ti ragaz­zi­ni non li rico­no­sce­vo più.
È sta­to bel­lo vede­re che si sono ricor­da­ti di me.
E poi capi­te­mi, mi ci vede­te a me vive­re sen­za le emo­zio­ni che ti rega­la il gio­co del calcio?”

No Ita­lo, non ti ci vedia­mo. La tua vita è in quel ret­tan­go­lo ver­de. Cam­bia la squa­dra ma noi sap­pia­mo che mai man­che­rà la voglia di vive­re quell” ambien­te come ti sai fare.

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