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Le preoccupazioni del PD Isola d’Elba sul Rigassificatore a Piombino 

Il Par­ti­to Demo­cra­ti­co del­l’I­so­la d’El­ba espri­me for­te pre­oc­cu­pa­zio­ne per l’e­vo­lu­zio­ne del­la que­stio­ne riguar­dan­te il posi­zio­na­men­to di un rigas­si­fi­ca­to­re all’in­ter­no del por­to di Piombino.
Abbia­mo da subi­to oppo­sto una for­te cri­ti­ca al meto­do con il qua­le il Gover­no ha affron­ta­to la que­stio­ne, sen­za aver mini­ma­men­te coin­vol­to il ter­ri­to­rio (soprat­tut­to dei cit­ta­di­ni elba­ni, pri­mi frui­to­ri del por­to di Piom­bi­no) in un serio confronto.
Sia­mo tut­ti asso­lu­ta­men­te con­sa­pe­vo­li del­la gra­ve situa­zio­ne ener­ge­ti­ca in cui ver­sa il nostro Pae­se e sap­pia­mo che non ci sono i mar­gi­ni per­ché il Gover­no tor­ni sul­la sua decisione.
Ci pare però dove­ro­so che sia­no chia­ri­ti alcu­ni aspet­ti fondamentali:

Ser­vo­no garan­zie sul­la sicu­rez­za: il por­to sarà impe­gna­to alme­no una vol­ta a set­ti­ma­na nel­le ope­ra­zio­ni di tra­va­so dal­la nave tra­spor­ta­tri­ce (gasie­ra) al rigas­si­fi­ca­to­re. Duran­te tali ope­ra­zio­ni, intor­no agli impian­ti, è nor­mal­men­te inter­det­ta ogni atti­vi­tà (anche il tran­si­to) per un rag­gio ben più ampio del­la distan­za tra il molo desti­na­to alla nave e il pas­sag­gio dei tra­ghet­ti passeggeri.
Attra­ver­so qua­li con­cet­ti si ridu­ce que­sto rag­gio? Esi­sto­no stu­di che garan­ti­sca­no l’as­so­lu­ta sicu­rez­za o ci tro­via­mo di fron­te ad una dero­ga in nome dell’emergenza?

E’ neces­sa­rio garan­ti­re la com­ple­ta frui­bi­li­tà del por­to: soprat­tut­to duran­te le ope­ra­zio­ni di tra­va­so il por­to potrà con­ti­nua­re a fun­zio­na­re regolarmente?

E’ neces­sa­rio moni­to­ra­re l’im­pat­to ambien­ta­le: il rigas­si­fi­ca­to­re reim­met­te­rà gran­di quan­ti­tà di acqua a tem­pe­ra­tu­ra infe­rio­re a quel­la pre­le­va­ta con aggiun­ta di clo­ru­ri, neces­sa­ri per evi­ta­re l’in­cro­sta­zio­ne del­le con­dut­tu­re, nel mare.
Dove ver­ran­no reim­mes­se tali mas­se di acqua clo­ra­ta? E’ pre­vi­sto (visto che trat­tan­do­si di emer­gen­za non è sta­to fat­to pre­ven­ti­va­men­te) un con­ti­nuo ed appro­fon­di­to moni­to­rag­gio del­l’im­pat­to ambien­ta­le sul­la flo­ra e fau­na marina?

ENI par­te­ci­pi allo sfor­zo col­let­ti­vo, pre­ve­den­do ele­men­ti di com­pen­sa­zio­ne per le popo­la­zio­ni e i ter­ri­to­ri coin­vol­ti, con­si­de­ran­do che quel gas coste­rà dav­ve­ro mol­to caro sot­to i pun­ti di vista eco­no­mi­ci, socia­li e ambientali.

E’ impre­scin­di­bi­le un’im­por­tan­te inve­sti­men­to sul­le fon­ti rin­no­va­bi­li: la rispo­sta ad una emer­gen­za ed i con­se­guen­ti sacri­fi­ci dei cit­ta­di­ni pos­so­no ave­re un sen­so solo nel­l’ot­ti­ca di un cam­bio di pro­spet­ti­va. L’e­mer­gen­za deve neces­sa­ria­men­te esse­re accom­pa­gna­ta ad un inve­sti­men­to straor­di­na­rio (l’E­mi­lia così ha fat­to, a fron­te del­l’im­pe­gno per il rigas­si­fi­ca­to­re a Raven­na), che affron­ti il tema del­le fon­ti ener­ge­ti­che alla radi­ce, con una visio­ne nuo­va e moder­na, di lun­go raggio.

Su que­sto ulti­mo tema pare scon­giu­ra­ta l’i­po­te­si del­la per­ma­nen­za oltre i 3 anni del­la nave nel por­to di Piom­bi­no su cui pare che si sia rag­giun­ta un’in­te­sa. Una più lun­ga per­ma­nen­za costi­tui­reb­be la nega­zio­ne del “cam­bio di pro­spet­ti­va” e dimo­stre­reb­be che nel lun­go ter­mi­ne si avreb­be anco­ra inten­zio­ne di pun­ta­re sul­le fon­ti fossili.
Per quan­to ci riguar­da vigi­le­re­mo for­te­men­te per­ché non sia­no pre­se scor­cia­to­ie sul pia­no del­la sicu­rez­za e del con­trol­lo ambien­ta­le e ci bat­te­re­mo per­ché di fron­te ad una gran­de emer­gen­za si col­ga l’oc­ca­sio­ne di un rin­no­va­men­to stra­te­gi­co sul­le fon­ti energetiche

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