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Manchette di prima

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Ruggero Barbetti ricorda l’ amico Luciano Casini

Luciano Casi­ni era una bra­va per­sona e per me anche un ami­co, ma soprat­tut­to era un grande chef che ama­va deliziare i suoi ospi­ti con una cuci­na tipi­ca­mente capo­liverese e elbana.
Luciano ama­va Capo­liv­eri e Capo­liv­eri ama­va Luciano e il suo Ris­torante Il Chi­as­so che, per qua­si cinquan­t’an­ni, è sta­to un pun­to di rifer­i­men­to del­la ris­torazione del­l’El­ba.
Anche pri­ma del­l’avven­to di inter­net e delle App tut­ti conosce­vano il suo ris­torante che era vis­i­ta­to dalle mag­giori per­son­al­ità che, fin dal­la sua aper­tu­ra, di vol­ta in vol­ta han­no fre­quen­ta­to l’iso­la .
Luciano era anche sem­pre orgoglioso di rac­con­tare come era nato il suo ris­torante: nei pri­mi anni “70, ritor­na­to a Capo­liv­eri dopo un’es­pe­rien­za lavo­ra­ti­va in un ris­torante in Ger­ma­nia, pen­sò di ristrut­turare per­sonal­mente un vec­chio rud­ere di pochi metri qua­drati (a memo­ria 23 mq.) che si trova­va nel cen­tro del paese. Le mac­erie del rud­ere le trasporta­va con un asi­no e da li iniz­iò l’avven­tu­ra del Chi­as­so con servizio ai tavoli che si trova­vano nel vico­lo. Poi di ampli­a­men­to in ampli­a­men­to il ris­torante era diven­ta­to quel­lo che tut­ti noi abbi­amo conosci­u­to e vis­i­ta­to.
Non potrò mai dimen­ti­care gli spaghet­ti “Alla Ses­suale” fat­ti con uova di pesce e il “Mis­to alla Luciano” una specie di cac­ci­uc­co ma da lui per­son­al­iz­za­to e servi­to diret­ta­mente nel tegame. Quan­do ave­vi fini­to di man­gia­re il suo “Mis­to” ti pren­de­va il tegame e con i resti ti cuci­na­va, per finire la ser­a­ta, un ulti­mo piat­to di spaghet­ti saltati nel sugo e nei pesci avan­za­ti: una delizia.
Per non par­lare delle “Ova con le fave” o del coniglio rip­ieno oppure delle penne con il sugo di capra oppure dei riga­toni con la coratel­la di agnel­lo che, dopo aver­li assag­giati da lui, anco­ra oggi tal­vol­ta mi cuci­no nei fine set­ti­mana. Il finale obbli­ga­to­rio era la frut­ta flam­bè con gela­to di cre­ma, indi­men­ti­ca­bile.
Le sue ricette era­no mem­o­ra­bili e rimar­ran­no nel­la sto­ria del­la cuci­na capo­liverese ed elbana.
Luciano non era solo uno chef ma era soprat­tut­to un oste che sape­va intrat­tenere i suoi ospi­ti con maes­tria.
Forse non tut­ti lo san­no ma era anche un attore vero e ha recita­to in molti film in lin­gua tedesca, alcu­ni dei quali sono sta­ti anche trasmes­si dal­la tv ital­iana.
Mi piace però ricor­dar­lo quan­do nei pomerig­gi estivi lo trovavi, qua­si sem­pre da solo, a bor­do del suo bel­lis­si­mo goz­zo di leg­no, men­tre anda­va su e giù per il Gol­fo Stel­la a pescare felice a traina e se lo incro­ci­avi si alza­va in pie­di e ti salu­ta­va sbrac­cian­dosi.
Buon viag­gio chef!

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