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Manchette di prima

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Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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Ogni vita conta — Francesco Semeraro

Pri­ma di tagliare per­son­ale e servizi bisogna avere sem­pre pre­sente queste tre parole.
Se c’era bisog­no di chi­ud­ere la pag­i­na di quest’an­no funesto e ricom­in­cia­re con un nuo­vo capi­to­lo ebbene la sper­an­za la tro­vi­amo nelle righe scritte dal Sign­or Taran­to­la in segui­to a un infar­to che suo mal­gra­do lo ha vis­to, per le con­dizioni atmos­feriche avverse, pro­tag­o­nista di una odis­sea pur sen­za una log­i­ca, a lieto fine. Tut­to è sta­to pos­si­bile gra­zie al servizio di emergenza/urgenza che si mette in moto per un “codice rosso” e che vede impeg­nati con grande sfor­zo e a volte con grande sac­ri­fi­cio addet­ti e spe­cial­isti ad iniziare dal pron­to inter­ven­to delle Pub­bliche Assis­ten­ze e dei medici del 118, dei medici del Pron­to Soc­cor­so che han­no il duro com­pi­to di portare le prime cure al paziente e se nec­es­sario sta­bi­liz­zan­do­lo per un even­tuale trasfer­i­men­to via aerea o mare. In un codice rosso anche la Cap­i­tane­r­ia di Por­to e la Guardia Costiera sono in aller­ta per even­tu­ali trasfer­i­men­ti anche in con­dizioni atmos­feriche pes­sime.
Mai abbi­amo sen­ti­to da questi addet­ti o spe­cial­isti un lamen­to o una impre­cazione per l’ec­ces­si­vo cari­co di lavoro (attual­mente sono impeg­nati anche nel pre­oc­cu­pante e del­i­ca­to prob­le­ma dei con­ta­gi Covid nelle res­i­den­ze per anziani) a volte svolto in con­dizioni non pro­prio otti­mali. Nes­suna prestazione è venu­ta a man­care anche dopo l’in­faus­to taglio di un medico di sup­por­to nelle ore ser­ali e not­turne al Pron­to Soc­cor­so a dicem­bre, dove oltre alle nor­mali urgen­ze e agli acces­si impro­pri, ci sono anche quelle dei pre­sun­ti con­ta­gi da Covid 19. Questo è suc­ces­so sola­mente gra­zie a medici che han­no lavo­ra­to a fronte di rischi aumen­tati, e per for­tu­na tut­to è sta­to pronta­mente smen­ti­to gra­zie ad un clam­oroso dietrofront volu­to dal­lo stes­so Diri­gente Api­cale ASL con uffi­cio dis­tante parec­chie decine di km e che forse conosce l’El­ba non per le sue intime crit­ic­ità che cam­biano quo­tid­i­ana­mente, spe­cial­mente con le con­dizioni atmos­feriche avverse, ma solo come meta per una vacan­za. E’ bene che la Asl smet­ta di tagliare medici. L’El­ba ha solo bisog­no di servizi in più, non di tagli ulte­ri­ori, e bene han­no fat­to i sin­daci a scri­vere alla Regione, ed i medici a protestare.
Già non ci dan­no medici e infer­mieri stanziali di cui gli Elbani han­no bisog­no per essere curati sul­l’El­ba ma almeno non tagli­ate­ci servizi, esa­mi diag­nos­ti­ci e vis­ite ambu­la­to­ri­ali come è sta­to fat­to in questi giorni che per un qualche moti­vo sconosci­u­to han­no deciso la chiusura degli ambu­la­tori in ospedale fino al 10 gen­naio prossi­mo met­ten­do in serio affan­no chi già era preno­ta­to. Ques­ta deci­sione, anco­ra una vol­ta, va a colpire quel­la fas­cia di per­sone frag­ili anche eco­nomi­ca­mente i quali non pos­sono per­me­t­ter­si una visi­ta ambu­la­to­ri­ale pri­va­ta con la con­seguen­za che molti non si cura­no e la non cura può deter­minare in qualche occa­sione un suc­ces­si­vo ricovero.
Francesco Semer­aro

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