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CS Diving, sentinelle dei fondali protetti di Pianosa (video)

⁴Nel­la Ris­er­va del­la Bios­fera Isole di Toscana il mare dell’Isola di Pianosa è tute­la­to in un rag­gio di un miglio dal­la cos­ta ma, da alcu­ni anni, è sta­ta accor­da­ta dall’Ente Par­co Nazionale dell’Arcipelago Toscano una fruizione sper­i­men­tale, con solo 5 boe, pre­ce­du­ta da un mon­i­tor­ag­gio sci­en­tifi­co e dal­la definizione di per­cor­si di immer­sione carat­ter­iz­za­ti da rigide regole di acces­so. L’apertura alla fruizione sub­ac­quea con­tin­gen­ta­ta ha per­me­s­so di ammi­rare i mag­nifi­ci fon­dali di Pianosa, mai visti pri­ma, final­mente fruibili da sub­ac­quei esper­ti e da pic­coli grup­pi accom­pa­g­nati da guide ambi­en­tali sub­ac­quee.

Questo risul­ta­to, frut­to di una profi­cua col­lab­o­razione tra isti­tuzioni, forze dell’ordine e oper­a­tori del set­tore, ha riscos­so molto suc­ces­so sia per­ché l’apertura di Pianosa alle immer­sioni ha aiu­ta­to i div­ing a dif­feren­ziare la loro offer­ta, atti­ran­do molti sub­ac­quei nuovi e dan­do nuovi sti­moli ai cli­en­ti stori­ci, sia per­ché i sub­ac­quei con­tribuis­cono a mon­i­torare le con­dizioni ambi­en­tali di quel trat­to di mare. Questo prog­et­to rap­p­re­sen­ta quin­di un buon esem­pio di svilup­po eco­nom­i­co sosteni­bile e di col­lab­o­razione tra Par­co Nazionale ed oper­a­tori del­la sub­ac­quea, con il comune obi­et­ti­vo di tute­lare l’ecosistema mare, mon­i­torarne le con­dizioni ambi­en­tali ed edu­care al rispet­to delle specie marine. Dopo alcu­ni anni di ques­ta espe­rien­za di col­lab­o­razione, Lisa Ardi­ta gui­da par­co sub­ac­quea che col­lab­o­ra atti­va­mente con il CED (Cen­tri Elbani Div­ing) ci rac­con­ta di ques­ta espe­rien­za.

Ciao Lisa rac­con­taci un po’ di te e dei tuoi col­leghi

Da qua­si 15 anni il mio lavoro è fare la gui­da sub­ac­quea. Ho com­in­ci­a­to poco dopo la lau­rea in scien­ze bio­logiche, gra­zie al cor­so di Gui­da ambi­en­tale sub­ac­quea del­la regione toscana che mi ha per­me­s­so, con uno stage, di fare la mia pri­ma sta­gione. In tut­ti questi anni ho lavo­ra­to prin­ci­pal­mente con il Div­ing in Elba, con loro e gra­zie alla nasci­ta del CED (asso­ci­azione for­ma­ta dal­la mag­gior parte dei div­ing elbani che si con­trad­dis­tin­guono per pro­fes­sion­al­ità e com­pe­ten­ze) ho potu­to conoscere altre guide par­co e ambi­en­tali che oper­a­no all’Elba.

Per far meglio capire lo spir­i­to del CED vor­rei par­lare di MAREPULITO. Ogni anno pri­ma dell’inizio del­la sta­gione i soci del CED si ritrovano per orga­niz­zare ques­ta inizia­ti­va che coin­volge le scuole pri­marie e sec­on­darie di pri­mo gra­do, di tut­to il ter­ri­to­rio elbano, in una pulizia delle spi­agge men­tre i sub­ac­quei pulis­cono i fon­dali adi­a­cen­ti. Lo scopo è quel­lo di sen­si­bi­liz­zare i più gio­vani sul tema del­la tutela del mare e portare il mes­sag­gio che “tut­ti noi siamo i cus­to­di del nos­tro futuro” e per questo dob­bi­amo impeg­nar­ci in pri­ma per­sona per tute­lar­lo.

Par­laci del­la tua espe­rien­za di gui­da sub all’Isola pro­tet­ta di Pianosa

Fare la gui­da sub­ac­quea oltre a essere un lavoro è anche una pas­sione. Quan­do poi, gra­zie ai cor­si e all’esperienza acquisi­ta, puoi far­lo in una zona estrema­mente ben con­ser­va­ta, come le boe di Pianosa, è anche una grande grat­i­fi­cazione. Non sai mai cosa vedrai ma sei sem­pre sicuro che, usci­ti dall’acqua, ci sarà qual­cosa di spe­ciale di cui par­lare.

Una delle cose che mi ha col­pi­to di più delle immer­sioni di Pianosa, oltre alla grande abbon­dan­za di pesce e anche di gran­di dimen­sioni, è il com­por­ta­men­to delle cernie. In quell’ambiente, dove non sono state mai minac­ciate dall’uomo, sem­bra­no aver svilup­pa­to una sana curiosità per i sub­ac­quei con i quali inter­agis­cono in vari modi a sec­on­da del­la loro indole. C’è Moana, ormai diven­ta­ta la nos­tra mas­cotte, che è sta­ta la pri­ma che invece di scap­pare ha com­in­ci­a­to a nuotare in con­tro e a rimanere in mez­zo al grup­po di sub­ac­quei, tan­to che ormai quan­do andi­amo alla boa sp3 è di rito fare un self­ie con lei.

Poi c’è una grossa cer­nia alla sp5 che ha una folle attrazione per le mac­chine fotogra­fiche incus­todite. Se non ven­gono usate e pen­zolano attac­cate al gav, si avvic­i­na da sot­to per adden­tar­la, sal­vo andarsene via con fin­ta aria inno­cente se si sco­pre osser­va­ta.

Anche alla sp6 le cernie aspet­tano incu­riosite i sub­ac­quei e non è raro trovarse­le di fian­co a osser­vare quel­lo che fan­no i sub­ac­quei.

Non sono un’etologa per cui le mie sono sem­pli­ci osser­vazioni da pro­fana, ma devo dire che mi han­no fat­to cam­biare notevol­mente la mia con­sid­er­azione sui pesci in gen­erale, per­ché dimostra­no sicu­ra­mente capac­ità cog­ni­tive supe­ri­ori a quelle che gli ven­gono attribuite nor­mal­mente. Sen­to di pot­er avere con loro una mag­giore empa­tia, per­ché dimostra­no di avere ognuna carat­ter­is­tiche e inter­es­si diver­si. Questo non è pos­si­bile in altri siti di immer­sione per­ché nei pesci prevale la pau­ra di essere cac­ciati, per cui non c’è spazio per nes­suna inter­azione.

Come reagis­cono i vis­i­ta­tori sub­ac­quei alla rigi­da pro­tezione dell’Isola?

I sub­ac­quei sono ben feli­ci di osser­vare orari e regole pro­prio per­ché san­no che garan­tisce loro un’immersione spet­ta­co­lare.

I div­ing pos­sono essere con­siderati le sen­tinelle del mare, sei d’accordo ?

Vis­to il grande numero di ore pas­sate sopra e sot­to l’acqua, chi lavo­ra in un div­ing cen­ter ha la pos­si­bil­ità di osser­vare tut­to ciò che accade in mare e la capac­ità di ril­e­vare anom­alie, che poi può doc­u­mentare con foto o video. Per questo spes­so le infor­mazioni su avvis­ta­men­ti rari o sull’arrivo di specie aliene in una deter­mi­na­ta zona ven­gono da istrut­tori e guide che lavo­ra­no per i div­ing cen­ter. A me per esem­pio è cap­i­ta­to di doc­u­mentare la pre­sen­za di Fis­tu­lar­ia com­mer­soni o il pesce flau­to allo scogli­et­to di Porto­fer­raio. Inoltre non bisogna sot­to­va­l­utare la memo­ria stor­i­ca che i div­ing han­no su come è cam­bi­a­to l’ambiente sot­tomari­no negli ulti­mi decen­ni.

Puoi con­fer­mare che l’apertura di Pianosa alle immer­sioni ha aiu­ta­to i div­ing a dif­feren­ziare la loro offer­ta ai tur­isti nel rispet­to dell’ambiente nell’ottica del­lo svilup­po sosteni­bile?

L’apertura di Pianosa ha atti­ra­to molti sub­ac­quei nuovi e dato nuovi sti­moli ai cli­en­ti stori­ci. Ormai “l’ecoturismo” ovvero la ricer­ca da parte delle per­sone di zone con attrat­tive nat­u­ral­is­tiche e speci­fiche attiv­ità legate all’ambiente è una realtà, che in molte par­ti d’Italia e del mon­do rap­p­re­sen­ta la prin­ci­pale fonte di red­di­to degli oper­a­tori. Nel caso di Pianosa, data la dis­tan­za dall’Elba e le lim­i­tazioni la mole di sub­ac­quei che vi acce­dono non è così ele­va­ta, ma sicu­ra­mente è un moti­vo trainante per la scelta di una vacan­za all’Elba da parte di un appas­sion­a­to di immer­sioni.

Ci sono attiv­ità dei div­ing che potrem­mo definire di cit­i­zen sci­ence sul mare?

Spes­so ai div­ing cen­ter arrivano email in cui ricer­ca­tori chiedono infor­mazioni su quel­lo che vedi­amo sott’acqua di soli­to attra­ver­so ques­tionari da com­pi­lare, oppure veni­amo invi­tati ad uti­liz­zare un’app o un sito per seg­nalare specie aliene o altri even­ti par­ti­co­lari. Ogni vol­ta che è pos­si­bile cer­co di parte­ci­pare, ma pen­so che avere delle gior­nate ded­i­cate a questo tipo di inizia­tive sarebbe molto più inter­es­sante e pro­dut­ti­vo per tut­ti: div­ing, cli­en­ti e ricer­ca­tori.

Per dare un con­trib­u­to migliore al mon­i­tor­ag­gio delle zone fre­quen­tate dai sub­ac­quei, con il CED, sti­amo pen­san­do di fare il cor­so Eco­Div­er MAC pro­pos­to da ReefCheck Italia. In questo modo potremo parte­ci­pare a cam­pagne di mon­i­tor­ag­gio attive su tut­to il Mediter­ra­neo e mag­a­ri in futuro anche ad alcune speci­fiche per le isole dell’arcipelago. Per fare questo sicu­ra­mente è nec­es­sario creare una sen­si­bil­ità per le risorse che il mare ci offre anche in tut­ti quel­li che abi­tano l’arcipelago, coin­vol­gen­do tut­ti gli oper­a­tori del mare, inclusi i pesca­tori.

Fare una immer­sione può quin­di diventare un’occasione per con­tribuire alla rac­col­ta di dati e alla ricer­ca, anche per i non addet­ti ai lavori?

Asso­lu­ta­mente si bas­ta seguire i pro­to­col­li for­ni­ti e com­pi­lare le schede preparate dai ricer­ca­tori. Questo tipo di attiv­ità non pre­cludono ai sub­ac­quei di goder­si l’immersione, ma anzi gli dan­no un val­ore aggiun­to per­me­t­ten­do di sof­fer­mare l’attenzione su aspet­ti dell’ambiente mari­no che, spes­so sono poco osser­vati.

Ringrazi­amo Lisa anche per queste sue bel­lis­sime immag­i­ni del video:

 

 

DIVING SENTINELLE DEI FONDALI PROTETTI DI PIANOSA

 

Foto di cop­er­ti­na: A.Penco per il PNAT

 

 

 

 

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