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23 ottobre: cento anni dalla nascita di Gianni Rodari

Il 23 otto­bre 1920 nasce­va Gian­ni Rodari.
L’an­no a lui dedi­ca­to era ini­zia­to con una serie di ini­zia­ti­ve con pro­ta­go­ni­ste le scuo­le, le biblio­te­che, le Asso­cia­zio­ni del ter­ri­to­rio coor­di­na­te ed orga­niz­za­te nell’ampio pro­get­to de “L’Isola che c’è”, tra labo­ra­to­ri, let­tu­re, flash­mob e cen­tri estivi.
Altre era­no in pro­gram­ma, tra cui una due gior­ni nel cen­tro di Por­to­fer­ra­io, con la tra­sfor­ma­zio­ne del cen­tro sto­ri­co nel cen­tro di Fan­ta­sti­ca, un labo­ra­to­rio ludi­co- crea­ti­vo a cie­lo aper­to, che non è sta­to pos­si­bi­le rea­liz­za­re a cau­sa del­la pandemia.
Biso­gna dire, però, che i suoi scrit­ti sono sem­pre pre­sen­ti nel­le pro­gram­ma­zio­ni del­la scuo­la, in par­ti­co­lar modo in quel­le del pri­mo ciclo.
Ricor­dia­mo, anche in que­sta gior­na­ta, il Roda­ri scrit­to­re, edu­ca­to­re appas­sio­na­to e com­pe­ten­te, for­te­men­te impe­gna­to per una scuo­la anti­fa­sci­sta, lai­ca e democratica.
Cre­do che il modo miglio­re sia di lascia­re a lui la paro­la, con due fila­stroc­che che han­no la for­za di far­ci riflet­te­re su que­sto nostro tempo.

“Il Dit­ta­to­re”
Un pun­to piccoletto,
super­bo e iracondo,
“Dopo di me” gridava
“ver­rà la fine del mondo!”.
Le paro­le protestarono:
“Ma che gril­li ha pel capo?
Si cre­de un Punto-e-basta,
e non è che un Punto-e-a-capo”
Tut­to solo a mez­za pagina
lo pian­ta­ro­no in asso
e il mon­do continuò
una riga più in basso.

“Sto­ria Universale”
In prin­ci­pio la Ter­ra era tut­ta sbagliata,
ren­der­la più abi­ta­bi­le fu una bel­la faticata.
Per pas­sa­re i fiu­mi non c’erano ponti.
Non c’erano sen­tie­ri per sali­re sui monti.
Ti vole­vi sedere?
Nean­che l’ombra di un panchetto.
Casca­vi dal sonno?
Non esi­ste­va il letto.
Per non pun­ger­si i pie­di, né scar­pe né stivali.
Se ci vede­vi poco non tro­va­vi gli occhiali.
Per fare una par­ti­ta non c’erano palloni:
man­ca­va la pen­to­la e il fuo­co per cuo­ce­re i maccheroni.
Anzi a guar­da­re bene man­ca­va anche la pasta.
Non c’era nul­la di niente.
Zero via zero, e basta.
C’erano solo gli uomi­ni, con due brac­cia per lavorare
e agli erro­ri più gros­si si poté rimediare.
Da cor­reg­ge­re, però, ne resta­no anco­ra tanti:
rim­boc­ca­te­vi le mani­che, c’è lavo­ro per tut­ti quanti.

Buon Com­plean­no Roda­ri e gra­zie per aver­ci accom­pa­gna­to, nel tem­po e da tem­po, nel­la tua Straor­di­na­ria Arte Fantastica!

Chia­ra Marotti
Asses­so­re all’Istruzione del Comu­ne di Portoferraio

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