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Scuola: aspettando le istruzioni per l’uso

Una deci­na di gior­ni fa il Mini­ste­ro dell’Istruzione pro­cla­ma­va: «la rispo­sta del­la comu­ni­tà edu­can­te alla sfi­da del­la ria­per­tu­ra del­le isti­tu­zio­ni sco­la­sti­che, mai come in que­sto momen­to, è con­si­de­ra­ta come essen­zia­le per la ripre­sa del pae­se».
Lascian­do da par­te l’uso del ter­mi­ne ‘edu­can­te’ (dare l’educazione ai figli è com­pi­to del­la fami­glia, men­tre quel­lo del­la scuo­la è istruir­li), a pochi gior­ni dal suo­no del­la pri­ma cam­pa­nel­la la tri­ta reto­ri­ca del­la ‘sfi­da’ gal­leg­gia su un mare di incer­tez­ze.
Dopo le risa­te a den­ti stret­ti sui ban­chi ‘auto­scon­tro’ (con annes­si pastic­ci sui ban­di e miste­ri sul­le dit­te appal­ta­tri­ci) e le fan­to­ma­ti­che aule ‘allar­ga­te’, l’unica cosa che si allar­ga sono le brac­cia degli inse­gnan­ti e dei geni­to­ri. E alla fine cado­no, in un moto di scon­for­to col­let­ti­vo, per­ché ora il tea­tri­no del­le (in)decisioni ha fran­ca­men­te stan­ca­to, e per­ché il caos degli annun­ci quo­ti­dia­ni impe­di­sce di riflet­te­re luci­da­men­te sul­le respon­sa­bi­li­tà e crea il soli­to ‘tut­ti con­tro tut­ti’.
Par­lia­mo di respon­sa­bi­li­tà: a sei mesi dal­la chiu­su­ra del­le scuo­le, e diver­sa­men­te dal resto dell’Europa, il Pae­se è anco­ra in atte­sa di istru­zio­ni. Ma, alme­no qui sull’Isola, era faci­le pre­ve­de­re i pro­ble­mi più urgen­ti:
• riguar­do agli inse­gnan­ti, basta­va fare due con­ti al momen­to giu­sto. Maga­ri a giu­gno, non a fine ago­sto, per­ché, oltre alle nuo­ve assun­zio­ni invo­ca­te per tut­ta la peni­so­la, l’Elba crea ulte­rio­ri dif­fi­col­tà ai docen­ti, che devo­no sce­glie­re tra un pen­do­la­ri­smo dif­fi­ci­le o affit­ti costo­si.
• per le strut­tu­re, basta­va ricor­da­re le anno­se richie­ste di aule e manu­ten­zio­ne degli edi­fi­ci. La ‘comu­ni­tà edu­can­te’ si con­fron­ta con que­sta real­tà all’inizio di ogni nuo­vo anno sco­la­sti­co, e anco­ra di più oggi, che c’è da inven­tar­si non solo nuo­vi spa­zi per le lezio­ni in sicu­rez­za, ma anche stan­ze per iso­la­re gli alun­ni quan­do il ter­mo­me­tro segna più di 37,5.
• per i tra­spor­ti sco­la­sti­ci basta­va guar­da­re i dati. Cir­ca 750 stu­den­ti del­le scuo­le supe­rio­ri si spo­sta­no sui bus ogni mat­ti­na per rag­giun­ge­re i vari isti­tu­ti. Inve­ce di pen­sa­re alla dero­ga al metro di distan­za e di allar­ga­re (!) il con­cet­to di ‘con­giun­to’ per sti­par­li sui bus, come pro­po­ne il mini­stro De Miche­li, il Gover­no e (quin­di) la Regio­ne avreb­be­ro dovu­to allar­ga­re il por­ta­fo­glio e incen­ti­va­re le azien­de ad aumen­ta­re il nume­ro del­le cor­se.

Quest’ultimo pun­to è cru­cia­le: non pos­sia­mo rischia­re che la ripre­sa del­la scuo­la, dopo tan­ta fati­ca e un immen­so lavo­ro dei diri­gen­ti e del per­so­na­le tut­to, si are­ni su un pro­ble­ma che, lo ricor­do, è noto da tem­po.
Una pri­ma solu­zio­ne potreb­be esse­re la diver­si­fi­ca­zio­ne degli ora­ri di entra­ta nel­le scuo­le, e inol­tre pre­ve­de­re nor­me diver­se per il tra­spor­to urba­no e extraur­ba­no. L’A­zien­da dei tra­spor­ti che lavo­ra sul­l’El­ba ha inol­tre chie­sto alla Regio­ne e al Gover­no cen­tra­le di aumen­ta­re il par­co bus, che in que­sta fase, con l’as­sun­zio­ne di auti­sti, garan­ti­reb­be il tra­spor­to dei ragaz­zi da tut­ti i pae­si elba­ni. Nono­stan­te il recen­te incon­tro tra Pro­vin­cia, CTT e i rap­pre­sen­tan­ti di vari Comu­ni, il nodo fon­da­men­ta­le resta la caren­za di mez­zi e per­so­na­le, su cui dovreb­be inter­ve­ni­re la Regio­ne e, sicu­ra­men­te, entra­re in cam­po il Pre­si­den­te del­la Con­fe­ren­za dei Sin­da­ci, non­ché pri­mo cit­ta­di­no di Por­to­fer­ra­io: insie­me agli altri col­le­ghi, dovreb­be sol­le­ci­ta­re l’As­ses­so­re Regio­na­le ai tra­spor­ti, Dott. Cec­ca­rel­li, e la dott.sa Cri­sti­na Grie­co, Asses­so­re all’I­stru­zio­ne del­la nostra Regio­ne per tute­la­re i ragaz­zi e le loro fami­glie.

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