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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Lorenzo Zini in risposta alla proposta di Roberta Madioni

Gent.ma Dott.ssa Rober­ta Madio­ni
Ho let­to con mol­to inte­res­se il suo arti­co­lo rela­ti­vo alla “defi­sca­liz­za­zio­ne qua­le stru­men­to per aumen­ta­re la com­pe­ti­ti­vi­tà del nostro ter­ri­to­rio”.
Da decen­ni ormai, la pres­sio­ne fisca­le è in costan­te cre­sci­ta e la nostra real­tà, essen­do un’i­so­la e aven­do nel turi­smo la sua fon­te prin­ci­pa­le di red­di­to, ne ha risen­ti­to in par­ti­co­lar modo.
Oltre all’a­spet­to tri­bu­ta­rio, occor­re con­si­de­ra­re che le azien­de loca­li sono in net­ta posi­zio­ne di svan­tag­gio com­pe­ti­ti­vo rispet­to a quel­le situa­te sul­la ter­ra fer­ma, in quan­to: costret­te a sup­por­ta­re costi di approv­vi­gio­na­men­to per le mate­rie mag­gio­ri, impos­si­bi­li­ta­te ad acce­de­re ad alcu­ne fet­te di mer­ca­to ed aper­te sola­men­te pochi mesi all’an­no.
Vista la pecu­lia­ri­tà del ter­ri­to­rio in cui vivia­mo, sareb­be di fon­da­men­ta­le impor­tan­za che l’I­so­la venis­se rico­no­sciu­ta come “una sor­ta di Por­to Fran­co”. Tale prov­ve­di­men­to, infat­ti, con­cor­re­reb­be al rilan­cio eco­no­mi­co di tut­to il ter­ri­to­rio e aiu­te­reb­be i cit­ta­di­ni del posto, costret­ti a spen­de­re di più di altri per ave­re garan­ti­ti i ser­vi­zi essen­zia­li a cau­sa degli spo­sta­men­ti via mare.
I bene­fi­ci più rile­van­ti di cui si potreb­be gode­re potreb­be­ro esse­re:
— esen­zio­ne tota­le del­l’a­li­quo­ta iva (o ridu­zio­ne del­la stes­sa al 4%): que­sto dareb­be la pos­si­bi­li­tà alle impre­se di ero­ga­re ser­vi­zi e for­ni­tu­re a prez­zi più com­pe­ti­ti­vi;
— detas­sa­zio­ne irpef sugli sti­pen­di: mag­gior pote­re di acqui­sto per le fami­glie;
— abbat­ti­men­to dei costi di tra­spor­to e di tut­to ciò che con­cer­ne la logi­sti­ca;
Quel­la che stia­mo facen­do oggi è una rifles­sio­ne impor­tan­te per il futu­ro eco­no­mi­co, ma anche socia­le e civi­le del­la nostra iso­la. Pro­prio in que­sto momen­to sto­ri­co in cui ci tro­via­mo a vive­re una gra­ve ed impre­ve­di­bi­le emer­gen­za sani­ta­ria che ha scon­vol­to tut­ti i nostri equi­li­bri e i nostri rife­ri­men­ti, sia­mo chia­ma­ti ad un atto di respon­sa­bi­li­tà e a ripen­sa­re le nostre vite, la nostra real­tà, pen­san­do e spe­ran­do di ripar­ti­re pre­sto in manie­ra nuo­va. E’ inne­ga­bi­le che la pan­de­mia abbia fer­ma­to tut­to: le basi del­la nostra eco­no­mia, del­la nostra fon­te di sosten­ta­men­to stan­no vacil­lan­do, è que­sto il momen­to di riflet­te­re, ana­liz­za­re il pre­sen­te e ripen­sa­re il futu­ro. Lo dob­bia­mo ai noi stes­si, alla nostra iso­la, alle gene­ra­zio­ni che ver­ran­no. La spe­ran­za di un futu­ro miglio­re può ripar­ti­re anche da qui, da nuo­ve rego­le per una cre­sci­ta eco­no­mia che pos­sa signi­fi­ca­re benes­se­re e nuo­va lin­fa per que­sta nostra Elba.

Loren­zo Zini

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