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Manchette di prima

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Umiltà e autenticità per il cambiamento di Susanna Berti Vicesindaco del Comune di Marciana

La capa­ci­tà supre­ma che l’uomo deve pos­se­de­re è quel­la di esse­re pron­to ai cam­bia­men­ti, saper­si adat­ta­re per saper modi­fi­ca­re se stes­so, per­ché In natu­ra tut­to si evol­ve e si modifica.
Eppu­re tut­ti noi, cre­scen­do, ini­zia­mo a per­de­re la voglia di cam­bia­men­to a cer­chia­mo sta­bi­li­tà, ral­len­tan­do così, e per­fi­no impe­den­do la nostra evo­lu­zio­ne. Il cam­bia­men­to è sem­pre un’opportunità, ma è duran­te le emer­gen­ze che si cam­bia con più faci­li­tà, per­ché le scel­te che qual­che tem­po fa non ave­va­mo “voglia” di fare oggi diven­go­no neces­si­tà a cui non pos­sia­mo sottrarci.
Stia­mo spe­ri­men­tan­do la pre­ca­rie­tà del­le sicu­rez­ze che ci sia­mo costrui­ti ed è il momen­to di pro­iet­tar­si ver­so sce­na­ri alter­na­ti­vi, o per­lo­me­no inte­gra­ti­vi. Ora è dav­ve­ro urgen­te un cam­bia­men­to di pro­spet­ti­va; è arri­va­to il momen­to di guar­da­re un po’ meno ciò che era­va­mo e di più ver­so ciò che potrem­mo diventare.
Una vol­ta era­no pre­mia­te le car­rie­re soli­de, oggi è pre­mia­ta la fles­si­bi­li­tà, la capa­ci­tà di pas­sa­re da una man­sio­ne all’altra, di rein­ven­tar­si; una vol­ta si pote­va esse­re par­te di un’azienda restan­do ai mar­gi­ni, oggi biso­gna por­ta­re costan­te­men­te un valo­re aggiun­to, impe­gnar­si sen­za cedi­men­ti, mostra­re capa­ci­tà deci­sio­na­le e capa­ci­tà di auto­no­ma solu­zio­ne di pro­ble­mi, essen­do capa­ci di agi­re coe­ren­te­men­te con le atte­se dei dato­ri di lavo­ro. Ser­ve velo­ci­tà, idee inno­va­ti­ve, che inno­va­ti­ve riman­go­no per pochi atti­mi, per­ché ven­go­no subi­to supe­ra­te. Chi rie­sce a gover­na­re que­sta velo­ci­tà sna­tu­ra­liz­zan­te rie­sce a resi­ste­re sul mer­ca­to. E tut­ti noi abbia­mo accet­ta­to model­li azien­da­li poco gra­di­ti, abbia­mo accet­ta­to tipo­lo­gie di lavo­ri che impon­go­no rit­mi schi­zo­fre­ni­ci, abbia­mo accet­ta­to un’economia mono­set­to­ria­le e per giun­ta sta­gio­na­le che in un momen­to come que­sto lasce­rà sen­za un red­di­to tan­te fami­glie. E’ un model­lo di eco­no­mia e di “non vita” che abbia­mo accet­ta­to, e que­sto è un momen­to in cui è più faci­le che mai diven­ta­re poveri.
Abbia­mo tut­ti una respon­sa­bi­li­tà in que­sto. è il momen­to di pen­sa­re seria­men­te a una “diver­si­fi­ca­zio­ne” del­la nostra eco­no­mia. Isti­tu­zio­ni, Cen­tri per la for­ma­zio­ne pro­fes­sio­na­le che han­no pun­ta­to esclu­si­va­men­te alla for­ma­zio­ne di per­so­na­le per il set­to­re alber­ghie­ro e libe­ri cit­ta­di­ni devo­no com­pren­de­re che ora è il momen­to di rimet­ter­si in gio­co, assu­men­do­si ognu­no le pro­prie respon­sa­bi­li­tà e tra­sfor­man­do, amplian­do la pro­pria iden­ti­tà pro­fes­sio­na­le. Il pas­sa­to non va abban­do­na­to, ma uti­liz­za­to meglio. Dispo­nia­mo di un ter­ri­to­rio ric­co ma biso­gno­so di cura; esso va “rimes­so a red­di­to”, e que­sto è il momento.
Le scien­ze eco­no­mi­che si basa­no su infi­ni­te pos­si­bi­li­tà di cam­bia­men­to. Biso­gna abban­do­na­re la cri­ti­ca disfat­ti­sta, la ricer­ca del col­pe­vo­le e dive­ni­re più pos­si­bi­li­sti chie­den­do­si cosa c’è di posi­ti­vo in que­sta situa­zio­ne. E agi­re, subi­to, ognu­no nel pro­prio piccolo.

Susan­na Berti
Vice­sin­da­co del Comu­ne di Marciana7, Asses­so­re alla Cul­tu­ra e Ambiente.

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