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ESA: Allarme qualità imballaggi conferiti

Gli ulti­mi dati pro­ve­nien­ti dagli impian­ti di valo­riz­za­zio­ne mostra­no un pre­oc­cu­pan­te peg­gio­ra­men­to del­la qua­li­tà degli imbal­lag­gi con­fe­ri­ti dagli uten­ti. In par­ti­co­la­re, si riscon­tra­no fre­quen­ti erro­ri nel con­fe­ri­men­to del mul­ti­ma­te­ria­le o, per meglio pre­ci­sa­re la tipo­lo­gia di rifiu­to, degli IMBALLAGGI in PLASTICA e METALLO. È neces­sa­rio sen­si­bi­liz­za­re il livel­lo di atten­zio­ne degli uten­ti, per­ché a fron­te dell’aumento quan­ti­ta­ti­vo del­le rac­col­te dif­fe­ren­zia­te, si sta riscon­tran­do un for­te peg­gio­ra­men­to del­la loro qua­li­tà. Il livel­lo di qua­li­tà del­le rac­col­te di IMBALLAGGI in pla­sti­ca e metal­lo influi­sce diret­ta­men­te sull’effettivo rici­clo del mate­ria­le e, di con­se­guen­za, con­fe­ri­men­ti erra­ti si tra­du­co­no diret­ta­men­te in un incre­men­to dei costi di smal­ti­men­to, che pos­so­no esse­re evi­ta­ti sem­pli­ce­men­te ponen­do mag­gio­re atten­zio­ne al mate­ria­le che si con­fe­ri­sce. Gli erro­ri più comu­ni segna­la­ti­ci dal­le piat­ta­for­me per la valo­riz­za­zio­ne dei rifiu­ti sono dati dal­la pre­sen­za di:

  • Rifiu­ti non da imbal­lag­gio di ori­gi­ne dome­sti­ca: baci­nel­le, sten­di­ni, sec­chi, casa­lin­ghi, gio­cat­to­li, uten­si­li da giar­di­no, bido­ni portarifiuti.
  • Rifiu­ti non dome­sti­ci: mate­ria­li edi­li, scar­ti di pro­ces­so lavo­ra­zio­ni indu­stria­li, tubi (di gom­ma, idrau­li­ci, da elet­tri­ci­sti), reti aran­cio­ni da can­tie­ri, tubi di sili­co­ne, sac­chi che con­te­ne­va­no cemento/catrame (di soli­to resta­no resi­dui attac­ca­ti al sac­co), ogget­ti di metal­lo che non sono imbal­lag­gi (for­bi­ci, cac­cia­vi­ti, col­tel­li, for­chet­te, tubi…)
  • Imbal­lag­gi con resi­dui ali­men­ta­ri pro­ve­nien­ti sia da uten­ze dome­sti­che che da atti­vi­tà ricet­ti­ve: a cau­sa del­la mes­sa in com­mer­cio di imbal­lag­gi sem­pre più leg­ge­ri, sem­pre più spes­so il con­te­nu­to resi­duo pesa più del con­te­ni­to­re. Ad esem­pio: bot­ti­glie con resi­dui di bibi­te, vaset­ti di yogurt, piat­ti in pla­sti­ca con avan­zi di cibo (spes­so pro­ble­mi con rac­col­te di sagre e feste popo­la­ri), cap­su­le caf­fè non svuotate;
  • Imbal­lag­gi ali­men­ta­ri in mate­ria­le poliac­cop­pia­to a base pre­va­len­te car­ta (ad esem­pio: con­fe­zio­ni tor­tel­li­ni Rana, con­fe­zio­ni Prin­gles, base in car­ta del­le vaschet­te di frut­ta e verdura…)
  • Mate­ria­le tes­si­le (indu­men­ti, cal­za­tu­re, bor­se e accessori…)
  • Rifiu­ti organici

Si riba­di­sce che la pre­sen­za di tali mate­ria­li com­por­ta un peg­gio­ra­men­to del­la qua­li­tà del rifiu­to, con con­se­guen­ti aggra­vi eco­no­mi­ci per tut­to il “siste­ma Iso­la d’Elba”. Chi con­fe­ri­sce in modo sba­glia­to, non com­met­te sol­tan­to un erro­re ma rischia di crea­re un gra­ve dan­no alla col­let­ti­vi­tà. È neces­sa­rio che tut­te le uten­ze sia­no mag­gior­men­te coin­vol­te e impe­gna­te ver­so il cor­ret­to con­fe­ri­men­to di rifiu­ti. La qua­li­tà del rifiu­to fa la dif­fe­ren­za. Chi non fa la dif­fe­ren­zia­ta, o la fa in modo erra­to, dan­neg­gia tut­ta la col­let­ti­vi­tà ed è giu­sto che ne sia con­sa­pe­vo­le e che lo sia­no tut­ti. Per aiu­ta­re gli uten­ti a non sba­glia­re, abbia­mo pre­vi­sto di ren­de­re più chia­ra la comu­ni­ca­zio­ne rela­ti­va alla fra­zio­ne di rifiu­to con­trad­di­stin­ta dal colo­re GIALLO. È pos­si­bi­le con­fe­ri­re all’interno dei sac­chet­ti SOLO ed ESCLUSIVAMENTE IMBALLAGGI e CONTENITORI in pla­sti­ca e in metal­lo.

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