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Manchette di prima

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Anteprima di fine inverno per ” Autori in Vantina”

Mer­co­le­dì 1 mar­zo, alle ore 18:00, in occa­sio­ne del­la Gior­na­ta mon­dia­le con­tro la discri­mi­na­zio­ne, Valen­ti­na Per­ni­cia­ro pre­sen­te­rà, nel­la Sala Con­si­lia­re del Comu­ne di Capo­li­ve­ri, “Ognu­no ride a modo suo. Sto­ria di un bam­bi­no irri­ve­ren­te e sbi­len­co” (Riz­zo­li, 2022).
In que­sto libro, che ha rice­vu­to nel dicem­bre scor­so il Pre­mio Master­card Let­te­ra­tu­ra Esor­dien­ti, la Per­ni­cia­ro, blog­ger e por­ta­vo­ce del­la Fon­da­zio­ne Tetra­bon­di, ha fat­to la cosa appa­ren­te­men­te più sem­pli­ce del mon­do: rac­con­ta­re la pro­pria sto­ria. Anche se poi que­sta sto­ria non è sol­tan­to sua, ma del­la sua fami­glia in pri­mis: di “Nilo, fiu­me fer­ti­le / Sirio, stel­la del gior­no / Pao­lo, uomo mon­ta­gna”, come reci­ta la dedi­ca.
La tra­ma è un clas­si­co: il figlio Sirio, “desti­na­to all’autunno”, ma pre­ma­tu­ro “puro” ed esti­vo, a cin­quan­ta gior­ni dal­la nasci­ta entra in uno sta­to vege­ta­ti­vo dal qua­le sem­bra non deb­ba esser­ci ritor­no. E inve­ce, “con­tro tut­ti i pro­no­sti­ci dei medi­ci” (come scri­ve Zero­cal­ca­re nel­la quar­ta di coper­ti­na), Sirio risor­ge e vive come “il re sbi­len­co dei Tetra­bon­di, tetra­ple­gi­co e vaga­bon­do, bavo­so e feli­ce”.
Ma al di là del­la sto­ria di Sirio (e al di là del fat­to che Sirio pos­sa un gior­no leg­ge­re o scri­ve­re la pro­pria sto­ria), è la vita in gene­re, o meglio anco­ra il viven­te, con tut­te le sue sma­nie, a costi­tui­re l’istanza por­tan­te di que­sto libro; e in par­ti­co­la­re lo stu­po­re di quel che vive anche se “for­se sareb­be sta­to meglio se aves­se vin­to la mor­te”. Ed ecco allo­ra espo­sti tut­ti i limi­ti — spa­zia­li, tem­po­ra­li, mate­ria­li — che la malat­tia o le stor­tu­re del cor­po impon­go­no alla pre­sen­za dell’essere uma­no nell’attualità del mon­do. E la neces­si­tà con­ti­nua di spo­sta­re uno o più con­fi­ni, che qui si tra­du­ce in un lot­tar di madre (“car­ne di madre figlio padre fra­tel­lo”) pri­ma con­tro la mor­te, poi con­tro una fata­li­tà sem­pre rever­si­bi­le, le cui rea­li inten­zio­ni resta­no sco­no­sciu­te, for­se occul­ta­te die­tro alla tec­ni­ca cru­dez­za del­le dia­gno­si, dei dispo­si­ti­vi medi­ci, del­le por­te chiu­se in atte­sa di un ver­det­to, del­le tera­pie spe­ri­men­ta­li, dell’assistenza domi­ci­lia­re e del­le azien­de sani­ta­rie, del tem­po che cor­re e pas­sa ine­so­ra­bi­le.
I roman­zi — per­ché, al di là del dato stret­ta­men­te auto­bio­gra­fi­co, quel­lo del­la Per­ni­cia­ro è a tut­ti gli effet­ti un libro di nar­ra­ti­va — a poco a poco cede­ran­no il pas­so ai dia­ri, scri­ve­va Ral­ph Wal­do Emer­son più di un seco­lo fa. E for­se, oggi, già sono sta­ti rim­piaz­za­ti dai post sui social net­work, dove la vita vie­ne rac­con­ta­ta in diret­ta momen­to per momen­to — e l’autrice l’ha fat­to con que­sta sua sto­ria (per “strap­pa­re la luce al buio”), poi diven­ta­ta un libro nel qua­le le epi­gra­fi dei capi­to­li, cita­zio­ni ove di soli­to si ripor­ta­no le fra­si di auto­ri “impor­tan­ti”, sono del pri­mo­ge­ni­to Nilo.
Comun­que, che que­sta sia let­te­ra­tu­ra non è un’opzione, cre­do, discu­ti­bi­le. Altra que­stio­ne è la fun­zio­ne dei per­so­nag­gi (quan­to anco­ra rea­li?) pro­ta­go­ni­sti del libro, rispet­to alla for­ma nar­ra­ti­va da loro assun­ta, e rispet­to al dirit­to o al dove­re che un let­to­re qua­lun­que ha di leg­ge­re le loro sto­rie. Anche di que­sto, for­se, si potreb­be par­la­re il 1 mar­zo, ovve­ro di ripe­ti­zio­ni e dif­fe­ren­ze nar­ra­ti­ve.
Ma di quel che più le sta a cuo­re par­le­rà l’autrice, con­ver­san­do con la Dot­to­res­sa Ales­san­dra Del­le Fave.
Duran­te la sera­ta ver­rà illu­stra­to il pro­gram­ma esti­vo del­la ras­se­gna “Auto­rə in Van­ti­na”.
L’evento è orga­niz­za­to dal Comu­ne di Capo­li­ve­ri, in col­la­bo­ra­zio­ne con la Libre­ria Mar­di­Li­bri di Por­to­fer­ra­io e con l’Istituto Cer­bo­ni.
Il gior­no seguen­te, gio­ve­dì 2 mar­zo, la Per­ni­cia­ro incon­tre­rà gli stu­den­ti del Cer­bo­ni in un labo­ra­to­rio arti­sti­co di let­tu­ra idea­to dal Dipar­ti­men­to Inclu­sio­ne dell’Istituto.

 

Ange­lo Airò Farul­la

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