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Manchette di prima

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Addio a Michele Castelvecchi

Ieri ci ha lascia­to un altro ami­co, Miche­le Castel­vec­chi, lo ave­vo cita­to nel par­la­re del­la scom­par­sa di Cesa­re San­gal­li, a cui era lega­to da un’amicizia pro­fon­da e fra­ter­na. Se ne sono anda­ti insie­me a pochi gior­ni di distan­za sem­pre a cau­sa di quel cuo­re gran­de, capa­ce di con­te­ne­re ogni emo­zio­ne e pas­sio­ne, ma che non gli ha per­mes­so di con­ti­nua­re a vive­re.
Miche­le l’ho cono­sciu­to bene da quan­do ini­ziò a fre­quen­ta­re Eli­sa­bet­ta, gran­de ami­ca di mia moglie e diven­ta­ta in poco tem­po sua spo­sa e com­pa­gna di vita (ti abbrac­cio Eli , la noti­zia mi ha dav­ve­ro scon­vol­to).
Da quel­la pri­ma sera che ci sia­mo visti e annu­sa­ti, ogni occa­sio­ne di incon­tro negli anni è sta­ta un pia­ce­re e un arric­chi­men­to per l’anima.
Per­ché Miche­le era intel­li­gen­te, pole­mi­co (boia quan­te), col­to e sem­pli­ce nel comu­ni­car­ti un pen­sie­ro o una rifles­sio­ne anche su temi pro­fon­di e com­ples­si; un dono.
Miche­le era un divo­ra­to­re di libri e su ognu­no sape­va tirar­ci fuo­ri l’essenza, ogni recen­sio­ne era cal­zan­te, pre­ci­sa e con un pun­to di vista per­so­na­le. Era un viag­gia­to­re, di quel­li che par­to­no non per la vacan­za in se, ma per la sete di cono­sce­re nuo­vi posti, le sto­rie e le per­so­ne e con la fame di nuo­ve espe­rien­ze da por­ta­re a casa come sou­ve­nir.
Un viag­gia­to­re con un data di par­ten­za e sen­za mai aver­ne una pre­ci­sa del ritor­no.
Miche­le era di com­pa­gnia e in que­sta not­te inson­ne cer­co di tene­re quei momen­ti bel­li dove le chiac­chie­re con­su­ma­va­no il buio, per­ché il quo­ti­dia­no por­ta a per­der­si di vista, a fre­quen­tar­si meno e inve­ce per le bel­le per­so­ne biso­gne­reb­be tro­va­re sem­pre spa­zio.
Un abbrac­cio immen­so.

Un commento

  1. Anna dirce

    Miche­le, un ami­co. Un pez­zo del­la vita ado­le­scen­zia­le e par­te del­la cre­sci­ta. Un tas­sel­lo che resta den­tro il mosai­co del mio esi­ste­re, com­po­nen­te di me e del­la mia for­ma­zio­ne. Lascio anda­re anche lui, con un abbrac­cio deli­ca­to

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