Skip to content

Manchette di prima

EDICOLA ELBANA SHOW

Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

BREAKING NEWS

Presentato il libro di Davide Pelliccioni ” Talismani”, evento organizzato dal Rotary Club Isola d’Elba

Si è svol­ta saba­to 19 Mar­zo alle ore 18.30, pres­so la salet­ta “Info­point” di Porto­fer­raio, la pre­sen­tazione del roman­zo stori­co “Tal­is­mani” di Davide Pel­lic­cioni, even­to orga­niz­za­to dal Rotary Club Iso­la d’El­ba, che ha vis­to la parte­ci­pazione di soci e ospi­ti.
L’au­tore, ha innanz­i­tut­to ringrazi­a­to il Club, rap­p­re­sen­ta­to dal pres­i­dente Ser­gio Cav­a­liere e dal seg­re­tario Michela Ven­turi­ni per l’op­por­tu­nità con­ces­sagli sot­to­lin­e­an­do che, mal­gra­do il suo libro fos­se usci­to già da due anni, per cause legate anche alla pan­demia Covid, quel­la era la pri­ma vol­ta che ne parla­va in pub­bli­co.  Dunque, riv­ol­gen­dosi ai pre­sen­ti, ha colto l’oc­ca­sione per par­lare un po’ di sé e con­di­videre i motivi che ani­mano la sua pas­sione per la scrit­tura.

“Scri­vo innanz­i­tut­to per me stes­so ‑ha rifer­i­to Pel­lic­cioni- per quel­la piacev­ole sen­sazione che pro­vo, ogni vol­ta che mi chi­u­do nel mio mon­do e las­cio andare la mente. A mio parere, scri­vere è qual­cosa di più inten­so che leg­gere e questo cercherò di dimostrarvelo con un sem­plice esem­pio” Ha det­to ai pre­sen­ti.  “Provate a pen­sare ad un let­tore che sta leggen­do un libro che lo appas­siona, un thriller per esem­pio. Ebbene a colui che legge pare essere uno spet­ta­tore invis­i­bile che assiste alla sce­na descrit­ta dal­l’au­tore. Uno spet­ta­tore che vede il divenire dei fat­ti nar­rati, che osser­va i vari per­son­ag­gi descrit­ti e che ne assim­i­la le vite come se le vivesse lui stes­so. Sen­sazioni intense che la let­tura sa donare. Scri­vere però dona un’ar­ma in più a quel­lo stes­so spet­ta­tore: dona un foglio ed una pen­na. Sem­pli­ci stru­men­ti che per­me­t­tono all’au­tore di non lim­i­tar­si ad osser­vare la sce­na ben­sì ad essere quel­la stes­sa sce­na. Voi non vedete il Killer, voi siete il killer e ne provate la pazz­ia, l’istin­to omi­ci­da, la rab­bia; voi non vedete la vit­ti­ma per­ché voi siete anche la vit­ti­ma e ne provate il ter­rore, l’an­gos­cia; voi siete ogni sin­go­lo par­ti­co­lare di quel­la sce­na per­ché, mag­a­ri anche incon­sci­a­mente, ogni ogget­to che vi avete inser­i­to lo avete col­lo­ca­to per un  pre­ciso e per­son­ale moti­vo”.
Ha quin­di descrit­to ai pre­sen­ti quel­l’even­to, del tut­to casuale, che fece nascere in lui la pas­sione per la scrit­tura e che sfo­ciò con la redazione del suo pri­mo roman­zo stori­co dal tito­lo “I cus­to­di del vel­lo” Myra edi­zioni. Roman­zo ambi­en­ta­to in tre peri­o­di stori­ci dif­fer­en­ti del­la nos­tra iso­la; pre­cise ricostruzioni di quei tem­pi legate tra loro da un filone immag­i­na­to dal­l’au­tore ed ambi­en­ta­to ai giorni nos­tri. Opera che, come affer­ma lo stes­so, nacque come mez­zo per con­di­videre la sto­ria del­la nos­tra iso­la con suo padre, suo pri­mo let­tore, piacev­ole momen­to che raf­forza­va quel già inten­so legame che li uni­va.
Di poi ha introdot­to il nuo­vo libro Tal­is­mani descriven­done l’an­i­ma prin­ci­pale, tramite un breve rac­con­to improvvisato sul momen­to. L’au­tore ha invi­ta­to i pre­sen­ti a immag­inare quel­l’at­ti­mo, ormai lon­tano nel tem­po, in cui un uomo prim­i­ti­vo, di fronte al cre­ato, si chiese per la pri­ma vol­ta chi potesse esserne l’artefice. Un inter­rog­a­ti­vo fon­da­men­tale che, se da un lato ne seg­nò la piena coscien­za di sé e la sua sep­a­razione dal mon­do ani­male, dal­l’al­tro si tradusse in una ricer­ca, quel­la di Dio, che da quel giorno iniz­iò ad accom­pa­g­narlo per tut­ta la sua esisten­za.
Quin­di, ha spie­ga­to la moti­vazione che lo ha indot­to a scegliere, come tito­lo del­la sua opera, “Tal­is­mani”.
“Che cos’è un tal­is­mano?- ha chiesto ai pre­sen­ti pri­ma di rispon­dere lui stes­so — vedete, a pre­scindere dal­la definizione che, ad esem­pio, ci for­nisce Ermete Tris­megis­to nel Pica­trix, nel­la con­cezione comune un tal­is­mano è un ogget­to mate­ri­ale al quale, il suo pos­ses­sore, attribuisce una sor­ta di potere magi­co. Come un amule­to, che altro non è che un sem­plice por­ta for­tu­na, ha la forza di pro­teggere il suo pos­ses­sore dagli influs­si neg­a­tivi prove­ni­en­ti dal­l’ester­no ma, più di un amule­to, un tal­is­mano ha la forza di atti­rare anche gli influs­si pos­i­tivi legan­dosi così pro­fon­da­mente all’Io del suo pos­ses­sore tan­to da sup­por­t­ar­lo al rag­giung­i­men­to dei suoi obi­et­tivi. Quin­di, per chi cer­ca Dio, cosa sono se non tal­is­mani quei testi sac­ri o non di una bellez­za che è ridut­ti­vo definire sub­lime, che par­lano pro­prio del legame tra uomo e Dio?”
Testi che spaziano dalle opere di Pla­tone ai lib­ri sac­ri catari come l’In­ter­ro­gathio Johan­nis ed il Libro dei due princìpi, dai Van­geli canon­i­ci a quel­li gnos­ti­ci ed apoc­ri­fi, dal­lo Zhoar, il Libro del­lo Splen­dore (il pri­mo ten­ta­ti­vo di trascri­vere la cabala, redat­to pro­prio nel­la lin­gua d’o­ca francese) ai mag­nifi­ci testi del tre volte grande Ermete Tris­megis­to. Opere che par­lano del pro­fon­do legame tra uomo e Dio e che velata­mente inseg­nano a conoscere se stes­so, uni­co mez­zo con­ces­so all’uo­mo per com­pren­dere quel­la scin­til­la div­ina che ha cela­ta den­tro di sé.
Infine, Pel­lic­cioni ha descrit­to la strut­tura del­l’­opera, arti­co­la­ta in tre dis­tin­ti peri­o­di stori­ci stret­ta­mente legati tra loro. Una pri­ma parte ded­i­ca­ta alle vicende del cataris­mo, la reli­gione svilup­patasi nel­la Proven­za e nel­la Lin­guado­ca francese attorno al XII sec­o­lo, che in breve tem­po si dif­fuse in ter­ri­tori tan­to vici­ni alla Chiesa di Roma e che quest’ul­ti­ma decise di con­trastare indi­cen­do una san­guinar­ia cro­ci­a­ta che si con­cluse con il qua­si com­ple­to ster­minio del­la reli­gione “ereti­ca”.
Il rac­con­to inizia nel­la cit­tà di Lavaur, asse­di­a­ta dal­l’e­serci­to cro­ci­a­to e qui, di fronte all’ immi­nente capi­to­lazione, al per­son­ag­gio prin­ci­pale Guil­laume, un gio­vane cataro, viene affi­da­ta dal padre, il per­fec­to Amau­ry, una mis­sione impor­tante: sal­vare dal­la sicu­ra dis­truzione da parte cris­tiana i lib­ri cus­todi­ti dal loro cre­do. Testi catari e non che rap­p­re­sen­tano la loro ani­ma spir­i­tuale e cul­tur­ale che la chiesa romana intende can­cel­lare per sem­pre. Lib­ri, finestre di un anti­co sapere, che lo stes­so Guil­laume uti­lizzerà per intrapren­dere una sua per­son­ale riscop­er­ta di Dio. Un dio che, le tristi vicende del­la vita han­no offus­ca­to nel­la sua mente e che, deciso, vuole ritrovare.
Lib­ri che, due sec­oli più tar­di, saran­no ogget­to di ricer­ca del mona­co Loren­zo da Pis­toia, un uomo di chiesa al servizio del sig­nore di Firen­ze, Cosi­mo de’ Medici e che, una vol­ta giun­ti in quel­la cit­tà, cos­ti­tuiran­no quel­l’hu­mus cul­tur­ale essen­ziale per la fior­it­u­ra del Rinasci­men­to Toscano.
Infine, un ter­zo peri­o­do ambi­en­ta­to ai giorni d’og­gi che si svilup­pa in tre capi­toli in cui si svol­go­no altret­tante “par­ti­co­lari” cene che, il gio­vane Loren­zo, affronta con tre per­son­ag­gi che non conosce. Breve cor­nice al roman­zo ed utile, a det­ta del­l’au­tore, per attual­iz­zare i temi trat­tati nei due peri­o­di prece­den­ti.
Al ter­mine del­la ser­a­ta, al fine di con­tribuire alla lode­v­ole inizia­ti­va, tut­t’o­ra in cor­so, pro­mossa dal Rotary elbano e vol­ta alla rac­col­ta dei fon­di nec­es­sari per portare aiu­ti all’U­craina, l’au­tore ha devo­lu­to al Club l’in­tera cifra rica­va­ta dal­la ven­di­ta dei lib­ri.

Rispondi