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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Quarto Maxi Poster progetto Città di Portoferraio per l’ arte in-itinere, nuovi paesaggi urbani 2022

Nel quar­to maxi-poster del pro­get­to IN-iTI­NE­RE visi­bi­le da oggi, gio­ve­dì 3 mar­zo sot­to il tun­nel in via Guer­raz­zi a Por­to­fer­ra­io, è pre­sen­ta­ta l’opera pit­to­ri­ca Il viag­gio di Ita­lo Bola­no, un olio su tela rea­liz­za­to nel 2018. Bola­no, arti­sta impor­tan­te per l’isola è scom­par­so recentemente.

Vale la pena riper­cor­re­re la sua vita:
Ita­lo nasce a Por­to­fer­ra­io (Iso­la d’Elba) nel 1936.
Com­piu­ti gli stu­di gin­na­sia­li, la madre lo man­da a Firen­ze dove fre­quen­ta il liceo arti­sti­co e quin­di si pre­pa­ra per le abi­li­ta­zio­ni all’insegnamento.
Si spe­cia­liz­za nel­lo stu­dio del­la com­po­si­zio­ne archi­tet­to­ni­ca fre­quen­tan­do le lezio­ni del prof. Tra­va­glia a Padova.
Ha sem­pre dipin­to e risa­le all’età di quat­tor­di­ci anni la sua pri­ma mostra.
All’età di dician­no­ve anni ha un inca­ri­co di inse­gnan­te di dise­gno e sto­ria dell’arte nel­le scuo­le medie supe­rio­ri gra­zie al prof. Alfon­so Pre­zio­si (col­ta figu­ra sto­ri­ca del­la cul­tu­ra elba­na e pre­si­de di scuo­le supe­rio­ri non­ché diret­to­re de «Il Cor­rie­re Elba­no») che lo segui­rà per tut­ta la vita aven­do­ne gran­de stima.
Bola­no inse­gna per quarant’anni. All’inizio dell’insegnamento costrui­sce la sua pri­ma casa in loca­li­tà Magaz­zi­ni con l’aiuto di un solo uomo. Il lavo­ro dure­rà cin­que anni e la casa, ispi­ra­ta all’architetto Le Cor­bu­sier, rima­ne la pri­ma e una tra le più moder­ne costru­zio­ni all’Elba.
Non tra­la­scia mai la pit­tu­ra, viag­gia mol­to tra i con­ti­nen­ti e l’Europa e stu­dia in par­ti­co­la­re i monu­men­ti a Bar­cel­lo­na e Geru­sa­lem­me, non­ché i musei e le loro sezio­ni didat­ti­che. Que­sto stu­dio gli per­met­te­rà di costrui­re e orga­niz­za­re un Museo all’Isola d’Elba, anche sul­la scia del Cen­tro Pom­pi­dou di Parigi.
All’Isola d’Elba vole­va crea­re una pic­co­la “Spo­le­to d’Arte” su un gran­de ter­re­no abban­do­na­to, un vil­lag­gio d’arte e di arti­sti dove il visi­ta­to­re pote­va tra­scor­re­re una gior­na­ta, non­ché un Museo Inter­na­zio­na­le d’Arte Moder­na che, dopo poco, sareb­be sta­to pos­si­bi­le rea­liz­za­re gra­zie ad una tren­ti­na di ope­re dona­te da gran­di arti­sti. Que­sti pro­get­ti, non­ché un pia­no di svi­lup­po urba­ni­sti­co di Por­to­fer­ra­io lun­go il Gol­fo, oggi impos­si­bi­le da rea­liz­za­re per le costru­zio­ni che nel frat­tem­po si sono mol­ti­pli­ca­te, non furo­no capi­ti dal­le auto­ri­tà loca­li per­ché i tem­pi non era­no anco­ra maturi.
Allo­ra si ripie­gò su sé stes­so e, aven­do impa­ra­to le tec­ni­che del­la cera­mi­ca che per­met­to­no di espor­re i suoi “qua­dri” all’ac­qua e al sole nel­le alter­ne vicen­de del­le sta­gio­ni, in un vigne­to abban­do­na­to per la cri­si dell’agricoltura del dopo­guer­ra, costruì il Cen­tro Museo di San Mar­ti­no che oggi por­ta il nome di Open Air Museum Ita­lo Bolano.
Quest’opera, che tra poco com­pi­rà 60 anni, lo impe­gne­rà tut­ta la vita sia fisi­ca­men­te sia eco­no­mi­ca­men­te; infat­ti fu costret­to a ven­de­re tut­te le sue pro­prie­tà per rea­liz­za­re un par­co medi­ter­ra­neo con tren­ta monu­men­ti e labo­ra­to­ri didat­ti­ci dove si pos­so­no inse­gna­re la pit­tu­ra e la ceramica.
Il Museo è oggi anno­ve­ra­to tra i pri­mi nove “Sen­tie­ri dell’Arte moder­na in Tosca­na” e tra i più impor­tan­ti open air in Italia.
Dal dopo­guer­ra ad oggi ha dato impul­so alla cul­tu­ra elba­na con oltre 350 mani­fe­sta­zio­ni nel suo Cen­tro-Museo. Mol­ti sono i suoi inse­gna­men­ti e le sue con­fe­ren­ze che han­no dato un con­tri­bu­to alla cono­scen­za dell’arte moder­na e contemporanea.
Nel 1967 orga­niz­zò la pri­ma gran­de mostra di arti­sti di fama inter­na­zio­na­le per far appro­da­re l’arte Moder­na e Con­tem­po­ra­nea in que­st’ iso­la domi­na­ta dal­la pit­tu­ra livor­ne­se, di carat­te­re post-macchiaiolo.
Bola­no si è dedi­ca­to anche ai bam­bi­ni e agli anzia­ni e alla gen­te por­ta­tri­ce di han­di­cap men­ta­le e fisi­co dell’ospedale dell’Isola.
Que­sto Cen­tro Museo rima­ne anco­ra, a tutt’oggi, l’unico ambien­te cul­tu­ra­le e didat­ti­co all’Elba e un cro­ce­via di arti­sti di tut­to il mondo.
È uno dei luo­ghi più visi­ta­ti e foto­gra­fa­ti dell’Isola.
D pochi gior­ni fa par­te del­lo S.M.Ar.T. (Siste­ma Musea­le dell’Arcipelago Tosca­no) da poco costituito.
La vita arti­sti­ca di Ita­lo Bola­no è ric­ca di pre­mi e di mostre alle­sti­te sia in gal­le­rie pri­va­te, in Ita­lia e all’e­ste­ro, sia in pre­sti­gio­si luo­ghi sto­ri­ci come San­ta Cro­ce a Firen­ze, il Palaz­zo dei Con­so­li a Gub­bio, l’Abbazia di Chia­ra­val­le, il palaz­zo Sal­ma­to­ris, sede del­l’ar­mi­sti­zio di Che­ra­sco, Il Museo di pit­tu­ra Mura­le di San Dome­ni­co a Pra­to, la sala espo­si­ti­va dell’Accademia del­le Arti del Dise­gno a Firen­ze, resi­den­ze e musei napo­leo­ni­ci per le mostre riguar­dan­ti l’Im­pe­ra­to­re stesso.
Sue ope­re si tro­va­no in musei, gal­le­rie pub­bli­che e private.

La sua pit­tu­ra è pas­sa­ta dal­l’e­spres­sio­ni­smo figu­ra­ti­vo all’e­spres­sio­ni­smo astrat­to, con ispi­ra­zio­ne alla pit­tu­ra gestua­le ame­ri­ca­na, sostan­zial­men­te una pit­tu­ra esistenziale.
Le sue ope­re, con temi, sem­pre ori­gi­na­li e nuo­vi, com­pren­do­no anche quat­tro cicli pit­to­ri­ci dedi­ca­ti a Napo­leo­ne, a Gesù Cri­sto, alla poe­sia di Mario Luzi, del qua­le è sta­to gran­de ami­co e alla Don­na Isola.
Luzi era per Bola­no l’i­spi­ra­to­re, l’uo­mo giu­sto intel­li­gen­te e mora­li­sta. E’ sta­to per lui anche un padre spirituale.
Nel suo Museo all’I­so­la d’El­ba Bola­no ha dedi­ca­to a Luzi anche un monumento.
Bola­no rap­pre­sen­ta un arti­sta a 360 gra­di. Infat­ti da stu­dio­so del Rina­sci­men­to pen­sa che l’ar­ti­sta deb­ba espri­mer­si con qual­sia­si tecnica.
Così è che è usci­to dal caval­let­to per sod­di­sfa­re il suo pen­sie­ro crea­ti­vo nel­la scul­tu­ra e nell’architettura.
Mol­ti sono i monu­men­ti e le cera­mi­che monu­men­ta­li rea­liz­za­ti in Ita­lia e all’e­ste­ro, con le diver­se tec­ni­che del­l’ac­cia­io, del vetro dal­las a gros­so spes­so­re e del­la ceramica.
Ricor­dia­mo tra gli altri:
Il gran­de bas­so­ri­lie­vo nel­la fab­bri­ca Wie­t­ke a Berlino
La com­po­si­zio­ne del­la Bar­ca del Sole e del Sestan­te in accia­io e vetro dal­las a Portoferraio
Il Monu­men­to alla via Fran­ci­ge­na nel Museo Open Air a Etrou­bles, ai pie­di del Gran San Ber­nar­do, rea­liz­za­to in pie­tra e terracotta
Le fon­ta­ne di Mon­te­mur­lo (Pra­to)
Il “Monu­men­to a Fede­ri­co II” sul­la tan­gen­zia­le di Prato
L’o­pe­ra “Ad Astra” nel­la nuo­va zona Expo di Mila­no e altri.

Innu­me­re­vo­li sono le deco­ra­zio­ni pub­bli­che e pri­va­te in cera­mi­ca gli arre­da­men­ti di inter­ni ed esterni.

Ven­ti­cin­que ope­re monu­men­ti col­lo­ca­te nei set­te Comu­ni del­l’I­so­la rea­liz­za­no il suo pro­get­to, ini­zia­to negli anni set­tan­ta con il tito­lo “Elba Iso­la del Mondo”.

Esse costi­tui­sco­no oggi il “Museo Dif­fu­so d’Arte Con­tem­po­ra­nea all’a­ria aperta”-Isola d’El­ba, uni­co esem­pio di deco­ra­zio­ne di un’I­so­la dopo quel­la che fece César Man­ri­que a Lan­za­ro­te, nel­le Iso­le Canarie.

Tra il 2017 e il 2019 Bola­no dona al Comu­ne di Por­to­fer­ra­io 40 ope­re cera­mi­che rea­liz­za­te in un arco di 40 anni e nasce così il Museo d’Ar­te Moder­na “Ita­lo Bola­no” – sezio­ne cera­mi­ca, espo­ste in tre sale al For­te Fal­co­ne, ulti­mo atto d’a­mo­re per la sua città.

Ita­lo Bola­no, dopo una lun­ga malat­tia, si è spen­to a Pra­to il 17 set­tem­bre 2020.

Le sue cene­ri ripo­sa­no al Cimi­te­ro Monu­men­ta­le di Por­to­fer­ra­io ove è espo­sta l’ultima ope­ra del suo “Museo Dif­fu­so”, un Cri­sto in cera­mi­ca refrat­ta­ria rea­liz­za­to nel 2015 per l’esposizione straor­di­na­ria del­la Sin­do­ne a Torino.

Il suo per­cor­so d’arte e d’amore per la sua Iso­la non spa­ri­rà con la sua scom­par­sa terrena.

Il 12 giu­gno 2021 è nata la “FONDAZIONE ITALO BOLANO E.T.S.” da poco rico­no­sciu­ta dal­la Regio­ne Tosca­na, che nel suo Sta­tu­to pre­ve­de la rea­liz­za­zio­ne di un’opera di riqua­li­fi­ca­zio­ne urba­ni­sti­ca del Museo di San Mar­ti­no con sale espo­si­ti­ve, labo­ra­to­ri d’arte, cen­tro visi­te, biblio­te­ca, ser­vi­zi e quant’altro è neces­sa­rio ad un moder­no e fun­zio­na­le Cen­tro d’arte che affian­che­rà l’Open Air Museum, soprat­tut­to con fina­li­tà rivol­ta alla valo­riz­za­zio­ne degli arti­sti gio­va­ni ed emer­gen­ti e con prio­ri­tà a quel­li dell’Elba.

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