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Manchette di prima

EDICOLA ELBANA SHOW

Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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È in libreria “Il corpo solitario” di Giorgio Bonomi edito da Rubbettino.

Sia­mo feli­ci di annun­cia­re la pre­sen­za in libre­ria del volu­me dal tito­lo Il cor­po soli­ta­rio . L’autoscatto nel­la foto­gra­fia con­tem­po­ra­nea. Vol. III , di Gior­gio Bono­mi edi­to da Rubbettino.
All’interno dell’Opera sono pre­sen­ti quat­tro arti­ste elba­ne o comun­que lega­te all’isola d’Elba: tre di Capo­li­ve­ri e una di Por­to­fer­ra­io: per Capo­li­ve­ri Ange­la Gal­li, Maria Ser­ra e Jasmi­ne Mimì Sal­ley; per Por­to­fer­ra­io la gio­va­nis­si­ma Camil­la Miliani
Sia­mo con­vin­ti che sia com­pi­to di Mar­di­li­bri soste­ne­re, divul­ga­re e pro­muo­ve­re il ter­ri­to­rio elba­no : per que­sto la nostra pro­po­sta e il nostro occhio di riguar­do van­no a quel­le pub­bli­ca­zio­ni meno cono­sciu­te, meno pub­bli­ciz­za­te ‚for­se meno com­mer­cia­li ma di impor­tan­te con­te­nu­to e di altro spes­so­re culturale.
Dome­ni­ca annun­ce­re­mo le 4 pre­sen­ta­zio­ni che fare­mo nel mese di Mar­zo in col­la­bo­ra­zio­ne con la Pro­lo­co di Por­to­fer­ra­io ma oggi ‚voglia­mo rega­la­re a tut­ti un po’ di ARTE, l ‘uni­ca cosa che for­se può leni­re l’an­go­scia ‚la tri­stez­za e la pau­ra del­la guerra.

Dal­la IV di coper­ti­na riportiamo:

Que­sto ter­zo volu­me de Il cor­po soli­ta­rio è il segui­to di quel­li usci­ti, con lo stes­so tito­lo, nel 2011 e nel 2017, sem­pre per le Edi­zio­ni Rub­bet­ti­no, e segna la con­clu­sio­ne del­la ricer­ca più che decen­na­le dell’autore su que­sta tema­ti­ca. I tre volu­mi risul­ta­no la ras­se­gna, nel mon­do, più com­ple­ta ed esau­sti­va sull’autoritratto foto­gra­fi­co, con arti­sti di tut­ti i Pae­si, com­pre­si tra gli anni set­tan­ta e i nostri gior­ni, che sono mae­stri affer­ma­ti o gio­va­ni agli ini­zi, comun­que tut­ti “arti­sti”, seb­be­ne di dif­fe­ren­ti livel­li. In que­sto stu­dio pode­ro­so ven­go­no pre­si in con­si­de­ra­zio­ne solo auto­scat­ti di arti­sti, esclu­den­do l’odierno feno­me­no del sel­fie che attie­ne alla socio­lo­gia e non all’estetica. Attra­ver­so la ricer­ca del­la pro­pria iden­ti­tà, con il tra­ve­sti­men­to, con la nar­ra­zio­ne, la spe­ri­men­ta­zio­ne, la denun­cia, gli arti­sti pon­go­no pro­ble­mi pro­fon­di che sono psi­co­lo­gi­ci ed este­ti­ci, socia­li e poli­ti­ci. Ogni auto­re è pre­sen­te con alcu­ne imma­gi­ni e un bre­ve com­men­ti cri­ti­co. Il cor­po vie­ne defi­ni­to “soli­ta­rio” pro­prio per­ché l’opera è rea­liz­za­ta in soli­tu­di­ne: l’artista si auto­scat­to da solo al mas­si­mo con l’ausilio di un ami­co che pre­me il pul­san­te del­la mac­chi­na foto­gra­fi­ca. Il cor­po “soli­ta­rio”, inol­tre, si impo­ne nel­la socie­tà mas­si­fi­ca­ta come testi­mo­nian­za di males­se­re ma anche come pos­si­bi­li­tà di libe­ra­zio­ne e di salvezza.

Gior­gio Bono­mi è nato a Roma nel 1946, vive a Peru­gia. Dopo un perio­do di stu­di e scrit­ti di filo­so­fia poli­ti­ca, tra cui il libro Par­ti­to e rivo­lu­zio­ne in Gram­sci, ed. Fel­tri­nel­li 1973, la col­la­bo­ra­zio­ne a “il Mani­fe­sto”, si è dedi­ca­to all’Arte con­tem­po­ra­nea come cri­ti­co, cura­to­re di mostre, sag­gi­sta e fon­dan­do e diri­gen­do la rivi­sta «Tito­lo». Ha diret­to il Cen­tro Espo­si­ti­vo del­la Roc­ca Pao­li­na di Peru­gia dal 1994 al 1999. È sta­to il Diret­to­re del­la Fon­da­zio­ne Zap­pet­ti­ni (Chia­va­ri e Mila­no) che si occu­pa del­la Pit­tu­ra ana­li­ti­ca. Tra le più di due­cen­to mostre cura­te in Ita­lia e all’estero, ricor­dia­mo: Ples­si; Beuys. Dife­sa del­la Natu­ra; le Bien­na­li di Scul­tu­ra di Gub­bio del 1992, 1994, 2006, 2008, 2016; 3 X Mono­chrom: Fon­ta­na, Man­zo­ni, Pinel­li; Pit­tu­ra 70. Pit­tu­ra pit­tu­ra e astra­zio­ne ana­li­ti­ca. Diri­ge la Col­la­na Arte con­tem­po­ra­nea di Rub­bet­ti­no Edi­to­re, pres­so cui ha pub­bli­ca­to La dis­se­mi­na­zio­ne. Esplo­sio­ne, fram­men­ta­zio­ne e dislo­ca­zio­ne nell’arte con­tem­po­ra­nea, 2009; Il cor­po soli­ta­rio. L’autoscatto nel­la foto­gra­fia con­tem­po­ra­nea voll. I e II, 2012 e 2017; Pino Pinel­li o del­la dis­se­mi­na­zio­ne, 2016.
Infor­ma­zio­ni sul­le arti­ste elba­ne pre­sen­ti nell’Opera:
Ange­la Gal­li – Ini­zia il suo per­cor­so arti­sti­co con la pri­ma per­so­na­le impor­tan­te nel 1990 da allo­ra nume­ro­se le espo­si­zio­ni in Ita­lia e all’estero. Due resi­den­ze arti­sti­che in Dani­mar­ca e Ger­ma­nia . Arti­sta visi­va, scrit­tri­ce, pit­tri­ce e per­for­mer, la sua poe­ti­ca ha biso­gno di appog­giar­si a idee che si fon­da­no nel­la psi­co­lo­gia trans­per­so­na­le, nell’antropologia, nel­la mito­lo­gia e nel­le reli­gio­ni in gene­re. Dal 2016 fa par­te dell’Archivio del MUSINF (Museo del­la foto­gra­fia di Seni­gal­lia) con il lavo­ro lega­to all’autoritratto (Per­se­pho­ne) e cura­to dal cri­ti­co Gior­gio Bono­mi. I suoi lavo­ri sono pre­sen­ti in nume­ro­se col­le­zio­ni pri­va­te in Ita­lia e all’estero.
Maria Ser­ra – Ini­zia il suo per­cor­so pub­bli­co nel 2018, da allo­ra nume­ro­se le pub­bli­ca­zio­ni su Art Maga­zi­nes on line e car­ta­cei. La ricer­ca di una visio­ne inti­ma del­la real­tà uma­na influen­za for­te­men­te il suo lavo­ro foto­gra­fi­co. Ritrat­ti e auto­ri­trat­ti, dai toni cupi anche nel raro uso del colo­re. Rac­con­ta un mon­do “altro”, a vol­te “sur­rea­le”, un mon­do paral­le­lo in cui, spes­so, non si ha effet­ti­va con­tez­za di abi­ta­re. Spes­so usa l’ironia, il lato più “dram­ma­ti­co” dell’ironia, evi­den­zian­do il sen­so di auto­di­stru­zio­ne del­la natu­ra uma­na, la cui rap­pre­sen­ta­zio­ne fun­ge da catar­si. Nul­la è real­men­te come appa­re, non c’è una ver­sio­ne logi­ca e uni­vo­ca di ciò che si è: «Ricom­pon­go par­ti insta­bi­li di un discor­so non finito».
Jasmi­ne Mimì Sal­ley – 1990 — La sua arte si sof­fer­ma par­ti­co­lar­men­te sul nudo come espres­sio­ne di inti­mi­tà, i suoi scat­ti inda­ga­no la comu­ni­ca­zio­ne subli­ma­ta del­l’e­ro­ti­smo, pen­nel­lo e obiet­ti­vo sono il tra­mi­te che per­met­te a Mimí di esplo­ra­re l’universo sen­sua­le dei gesti. For­te­men­te influen­za­ta dal­le sue ori­gi­ni e dai suoi viag­gi la sua foto­gra­fia è dif­fi­ci­le da defi­ni­re con un uni­co sti­le e impos­si­bi­le da descri­ve­re con un uni­co ter­mi­ne, ma piut­to­sto appa­re come espres­sio­ne di un metic­cia­to cul­tu­ra­le tra signi­fi­ca­ti arca­ni ed urba­ni. Si met­te in gio­co come arti­sta con le pri­me espo­si­zio­ni dal 2016.
Camil­la Milia­ni – 1997 – Dal volu­me Il cor­po soli­ta­rio: «Ha volu­to par­la­re del­la sua malat­tia. Di natu­ra incom­pren­si­bi­le, avu­ta sin da pic­co­la. Si foto­gra­fa in modo meta­fo­ri­co e poe­ti­co, la pan­cia, il brac­cio, il pie­de … con l’aggiunta di qual­co­sa, dei sas­si lega­ti, una piuma…».

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