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Manchette di prima

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Elisa Garbati: Grazie per esserci stati cosi vicini in questo triste momento

Vor­rei rin­gra­zia­re, a nome mio e dei miei fami­lia­ri, tut­ti colo­ro che han­no tro­va­to un momen­to per ono­ra­re il ricor­do di mia non­na, sie­te sta­ti vera­men­te tan­ti e ci ha fat­to mol­to pia­ce­re. Non­na non era mol­to cono­sciu­ta ma era una bel­la per­so­na e alme­no in que­sto momen­to si meri­ta­va un salu­to deco­ro­so. Vor­rei però coglie­re l’oc­ca­sio­ne per ester­na­re il mio ram­ma­ri­co per la situa­zio­ne del­l’i­so­la in que­stio­ne di sani­tà, non è pos­si­bi­le che 30.000 abi­tan­ti riman­ga­no gior­ni e gior­ni sen­za ser­vi­zio di guar­dia medi­ca, che una per­so­na deb­ba lot­ta­re per ave­re assi­sten­za e che ci met­ta 1ora e 45 minu­ti per arri­va­re in ospe­da­le, che il 118 non valu­ti una chia­ma­ta per don­na con for­te emor­ra­gia e para­me­tri al limi­te, un codi­ce tale da invia­re un medi­co ma solo un codi­ce ordi­na­rio, mia non­na era anzia­na si ma non per que­sto ave­va per­so il dirit­to di esse­re aiu­ta­ta, di ave­re un’as­si­sten­za al dolo­re, di ave­re rispet­to e uma­ni­tà. inol­tre tro­vo incon­ce­pi­bi­le il fat­to che un medi­co, l’u­ni­co medi­co del 118, deb­ba anda­re a con­sta­ta­re la mor­te di una per­so­na toglien­do l’op­por­tu­ni­tà, in caso di emer­gen­za, ad una per­so­na viva con urgen­za medi­ca. Non sare­mo una gran­de real­tà ma sia­mo comun­que per­so­ne e abbia­mo il dirit­to sacro­san­to di rice­ve­re ciò che ci spet­ta in pri­mis la sani­tà. Il mio invi­to è quel­lo di cer­ca­re di far­ci sen­ti­re di più soprat­tut­to in que­sto momen­to dove si par­la di emer­gen­za sani­ta­ria per­ché non esi­ste solo il covid, le per­so­ne si amma­la­no, sof­fro­no e han­no biso­gno di aiu­to. gra­zie di cuo­re a tut­ti in par­ti­co­la­re per la nostra vicen­da ci sen­tia­mo di rin­gra­zia­re le dot­to­res­se M. Libe­ra­to­ri e M.Rognini che sono sta­te anco­ra pri­ma di esse­re cami­ci bian­chi per­so­ne com­pren­si­ve e amo­re­vo­li, e tut­ti i volon­ta­ri del­le varie asso­cia­zio­ni che ci han­no aiu­ta­to, alle infer­mie­re e infer­mie­ri del repar­to di medi­ci­na e qual­che medi­co non tut­ti però per­ché scu­sa­te la mia fran­chez­za, ma fare il medi­co pri­ma che un lavo­ro deve esse­re una voca­zio­ne, si deve ave­re l’u­mil­tà e il rispet­to per tut­ti a pre­scin­de­re dal­l’e­tà ana­gra­fi­ca. Non dimen­ti­can­do che se pur anzia­ni sono pazien­ti e per qual­cu­no sono mol­to di più.
Gra­zie natu­ral­men­te anche a voi ragaz­zi dell’edicola.

Eli­sa Garbati

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