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Manchette di prima

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Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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Dillo all’Edicola: La toccante lettera di un adolescente Elbano. Un appello accorato che non possiamo ignorare

Un appel­lo sen­ti­to di un nostro stu­den­te al mon­do del­la scuo­la… — Ascol­tia­mo i nostri ragaz­zi, noi adul­ti e geni­to­ri per pri­mi. Non c’è pole­mi­ca in que­ste paro­le, ma una richie­sta di aiu­to, tro­va­re una stra­da comu­ne per accom­pa­gnar­li nel perio­do più deli­ca­to e bel­lo del­la loro vita. Leg­ge­te que­ste righe che ci han­no mandato

Buon­gior­no a tut­ti, sono uno stu­den­te di Por­to­fer­ra­io, fre­quen­to il quin­to anno, vole­vo par­la­re e ren­de­re pub­bli­ca la real­tà che noi stu­den­ti stia­mo vivendo.
Sono uno stu­den­te ed ogni gior­no appe­na tor­no da scuo­la pian­go, pian­go per la mon­ta­gna di cose che la scuo­la ogni gior­no mi impo­ne di stu­dia­re, pian­go per l’inumanità che leg­go negli occhi dei miei pro­fes­so­ri, colo­ro che dovreb­be­ro inse­gnar­mi a vive­re, mi stan­no solo facen­do capi­re come non vor­rò mai diven­ta­re da grande.
Pian­go e incol­po tut­ti quel­li che si sono scor­da­ti cosa abbia­mo pas­sa­to per ben due anni, per tut­te le inter­ro­ga­zio­ni fat­te al com­pu­ter, per i com­pi­ti copia­ti, per le assen­ze giu­sti­fi­ca­te, pian­go per­ché mi sem­bra impos­si­bi­le cre­de­re che solo noi ragaz­zi dob­bia­mo risen­ti­re del­le con­se­guen­ze di que­sti due anni di dad, per non par­la­re del­la par­te emo­ti­va dovu­ta a tut­ta la situa­zio­ne del­la pandemia.
Ci riem­pio­no di com­pi­ti, di inter­ro­ga­zio­ni, mol­ti di noi pas­sa­no i pome­rig­gi a stu­dia­re, lascia­no le pale­stre, i vari sport, gli incon­tri con gli ami­ci, la sera non esci per­ché hai trop­po da stu­dia­re e ogni minu­to ti serve.
Nes­su­no ti ascol­ta, nes­su­no si met­te nei tuoi pan­ni, nes­su­no cer­ca real­men­te di dar­ti una mano per­ché die­tro a quel “ va bene ragaz­zi ci pen­sia­mo noi pren­de­re­mo prov­ve­di­men­ti “ c’è solo una per­so­na bugiar­da che ai nostri occhi rice­ve il suo ama­to sti­pen­dio a fine mese e tut­to il resto non con­ta più. 
I pro­fes­so­ri si arrab­bia­no quan­do fac­cia­mo pre­sen­te tut­te le varie pro­ble­ma­ti­che, ti dico­no che sei noio­so, che sei pole­mi­co ma in real­tà non ascol­ta­no nem­me­no quel­lo che hai da dire., usa­no tut­ti fra­si impo­sta­te, par­la­no tut­ti allo stes­so modo, è la clas­si­ca par­la­ta da gran­di, sem­bra­no tut­ti dei robot..
Sono uno stu­den­te di Por­to­fer­ra­io e un doma­ni qua­lo­ra io deci­des­si di ave­re dei figli, non per­met­te­rei mai a nien­te e nes­su­no di far­li sen­ti­re non in gra­do di affron­ta­re un anno sco­la­sti­co, non farei mai vive­re gior­na­te inte­re ai miei figli cre­den­do di dover­si riti­ra­re e che for­se sareb­be meglio anda­re a lavorare..
Sono uno stu­den­te e sono all’ultimo anno, non avrò un bel ricor­do del­la scuo­la, la ricor­de­rò come un posto buio, in cui non vie­ni ascol­ta­to, in cui le tue lacri­me non ven­go­no nean­che guar­da­te, in cui il voto è l uni­ca cosa che con­ta, dove se non hai corag­gio vie­ni schiac­cia­to, dove vie­ni valu­ta­to per ciò che non sai e non per ciò che inve­ce rie­sci a trasmettere.

3 Commenti

  1. Angela Giretti

    Descri­vi la scuo­la come un luo­go buio che ti atta­na­glia. Cer­ca di coglier­ne gli aspet­ti posi­ti­vi e ti accor­ge­rai che non tut­to è da but­ta­re. Le pro­ve più fati­co­se alla fine sono quel­le che ti lascia­no qual­co­sa. Cer­ca di esse­re atti­vo e pro­po­si­ti­vo. La scuo­la è pale­stra di vita. For­za e coraggio.

  2. Anna ricci

    Hai tut­te le ragio­ni per lamen­tar­ti .Gli inse­gnan­ti dovreb­be­ro cer­ca­re di capi­re il disa­gio di voi stu­den­ti ma’anche loro si por­ta­no da casa i loro pro­ble­mi e non han­no o non voglio­no la for­za di dar­vi corag­gio . Pren­di que­sto brut­to perio­do come una spin­ta di non arren­der­si e fai teso­ro di que­sta brut­ta espe­rien­za, tut­to si risol­ve­rà nel meglio.Tanti augu­ri pic­co­lo uomo coraggioso.

  3. Alessia

    Beh, stu­dia­re non è mai sta­ta una pas­seg­gia­ta per nes­su­no. Ai tem­pi del mio liceo ricor­do che non face­vo nien­te altro che stu­dia­re, e lo stes­so all’u­ni­ver­si­tà. Biso­gna tro­va­re la for­za den­tro di noi, ragaz­zo mio, rea­gi­re alle cri­ti­che, accet­ta­re gli insuc­ces­si e rico­min­cia­re subi­to a pro­var­ci di nuo­vo. Si chia­ma resi­lien­za. Dare la col­pa agli altri, anche se ce l’han­no, non aiu­ta… Corag­gio, ce la farai.

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