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Manchette di prima

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Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

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C’è spazio anche per la cultura in un centro storico utilizzato al meglio, vivo, accogliente ed inaspettato

Anche que­sto mese di ago­sto la libre­ria sto­ri­ca “Mar­di­Li­bri” di Por­to­fer­ra­io ci ha rega­la­to una pia­ce­vo­le sera­ta con la pre­sen­ta­zio­ne di un libro che a parer mio dovreb­be esse­re let­to nel­le scuo­le scrit­to dal­la scrit­tri­ce Car­la Aude­ni­no che rac­con­ta le emo­zio­ni e i momen­ti inim­ma­gi­na­bi­li vis­su­ti da un bam­bi­no di nome Tom­my e dai suoi geni­to­ri nel perio­do di lockdown .
La sera­ta del 19 ago­sto scor­so era per­fet­ta in un cen­tro sto­ri­co diver­so da mol­ti altri del­l’I­so­la con la sua Dar­se­na incan­te­vo­le e una Cala­ta illu­mi­na­ta dal­le mil­le luci del­le bar­che e pan­fi­li ormeg­gia­ti che face­va­no anti­ca­me­ra alla cit­tà den­tro le mura più bel­la e diver­sa come mai l’ho vista. Le idee del dopo COVID che gli impren­di­to­ri con innu­me­re­vo­li sfor­zi e con il con­tri­bu­to di un mag­gior spa­zio di suo­lo pub­bli­co han­no mes­so a dispo­si­zio­ne del­la cit­tà ha sor­pre­so non solo i Turi­sti ma anche i resi­den­ti di tan­ta bel­lez­za, e di tan­te ini­zia­ti­ve che ogni atti­vi­tà del cen­tro sto­ri­co ha stu­dia­to per rega­la­re ango­li sug­ge­sti­vi a chi alla sera vuo­le fare una pas­seg­gia­ta o seder­si per una bibi­ta fre­sca in una del­le più bel­le Cit­tà rivie­ra­sche del Mediterraneo.
Pec­ca­to quel­la mac­chia nera di auto e moto par­cheg­gia­te sen­za un per­chè in que­sto perio­do in una del­le piaz­ze più bel­le del­la nostra Iso­la, piaz­za del­la Repub­bli­ca, dove una vol­ta nel­le sera­te di ago­sto le per­so­ne scam­bia­va­no qual­che paro­la sedu­te sul­le pan­chi­ne in pie­tra men­tre i bim­bi gio­ca­va­no sul bor­do del­la fon­ta­na e i fidan­za­ti­ni si scam­bia­va­no pro­mes­se d’a­mo­re die­tro gli albe­rel­li e “Mar­di­Li­bri” avreb­be potu­to rap­pre­sen­ta­re que­sto bel libro nel­la piaz­za e non rin­ta­na­ti su un stret­to mar­cia­pie­de dove le paro­le del­la pre­sen­ta­tri­ce era­no spes­se inter­rot­te dal rom­bo di moto­ri e nuvo­le di gas di sca­ri­co del­le auto e del­le moto. E’ rima­sto nel­le inten­zio­ni di mol­ti il ser­vi­zio esti­vo sera­le di navet­te da S. Gio­van­ni a molo del Gallo.
IL LIBRO.
” Il dia­rio di un bam­bi­no in qua­ran­te­na” è la sto­ria di un bam­bi­no di 9 anni di nome Tom­my che non ama scri­ve­re ma con il pas­sa­re dei gior­ni chiu­so in casa sco­pri­rà la scrit­tu­ra come allea­ta per supe­ra­re i momen­ti dif­fi­ci­li — dice Chia­ra l’au­tri­ce — in que­sto dia­rio si alte­ra­no gli sta­ti d’a­ni­mo di Tom­my; la gio­ia ini­zia­le per la chiu­su­ra del­le scuo­la, il disa­gio di un altro modo di stu­dia­re, le pau­re per la malat­tia che si sta dif­fon­den­do in tut­to il mon­do e per il rischio del­la mor­te del­le per­so­ne a lui care, la delu­sio­ne di non vede­re gio­ca­re la sua squa­dra del cuo­re e la tri­stez­za di non abbrac­cia­re in non­ni ma veder­li solo in video­chia­ma­ta e la rab­bia di non pote­re gio­ca­re al par­co con i suoi ami­ci con­clu­de l’autrice.
Con il loc­k­do­wn i bam­bi­ni han­no rap­pre­sen­ta­to la fascia del­la popo­la­zio­ne più pena­liz­za­ta aven­do per­so la dimen­sio­ne socia­le, la scuo­la, il con­tat­to con gli altri, la varia­zio­ne dei rit­mi e del­le abi­tu­di­ni e mol­ti di loro tut­to ciò anco­ra ora non sono capa­ci di dar­si una spie­ga­zio­ne. I nostri bam­bi­ni nel perio­do di loc­k­do­wn più vol­te sono rima­sti ina­scol­ta­ti ed abban­do­na­ti nel loro mon­do , chiu­si nel­le abi­ta­zio­ni e costret­ti a fare i con­ti con le loro emo­zio­ni e fan­ta­sie. Abbia­mo avu­to pian­ti, capric­ci, irre­quie­tez­za, irri­ta­bi­li­tà, per­di­ta di appe­ti­to o di son­no, viso intri­sti­to, mal di testa e a vol­te anche com­por­ta­men­ti aggres­si­vi o apa­ti­ci. Pur­trop­po non tut­ti i geni­to­ri riu­sci­va­no a pren­de­re sul serio le emo­zio­ni dei bam­bi­ni, non tut­ti riu­sci­va­no a com­pren­der­li anzi, mol­ti puni­va­no tali rea­zio­ni o ancor peg­gio ad ignorarle.
Le emo­zio­ni incom­pre­se dei bam­bi­ni duran­te il loc­k­do­wn devo­no far­ci riflet­te­re per­chè ci riguar­da­no da vicino.
Fran­ce­sco Semeraro

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