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Gli antichi palmenti nell’Isola di Capraia, un’altra eccellenza da scoprire

Gra­zie al pro­get­to INTERREG ISOS — ISO­le Soste­ni­bi­li http://www.islepark.it/conoscere-il-parco/progetti-in-corso/98-isos-capraia-e-il-progetto-isole-sostenibili  l’En­te Par­co sta atti­van­do all’I­so­la di Capra­ia un per­cor­so cul­tu­ra­le che risco­pre le anti­che tra­di­zio­ni agri­co­le dell’isola con la pos­si­bi­li­tà di visi­ta­re anti­chi pal­men­ti: vasche sca­va­te nel­la roc­cia fun­zio­na­li alla pro­du­zio­ne del vino, per­ché vi si pote­va­no pigia­re i grap­po­li per rica­var­ne il succo.

Il per­cor­so è segui­to con atten­zio­ne anche dal­la Soprin­ten­den­za Archeo­lo­gia, Bel­le Arti e Pae­sag­gio per le pro­vin­ce di Pisa e Livor­no che nel 2018 ha ini­zia­to paral­le­la­men­te, ed in accor­do con il Par­co, una rico­gni­zio­ne su tut­ta l’isola Capra­ia (com­pre­sa la zona dell’ex car­ce­re) di aree di ritro­va­men­ti di super­fi­cie, per docu­men­ta­re così le emer­gen­ze archeo­lo­gi­che visi­bi­li. Ne è sca­tu­ri­to, tra le altre cose, uno stu­dio par­ti­co­la­reg­gia­to sul posi­zio­na­men­to e rilie­vo car­to­gra­fi­co dei cosid­det­ti “Pal­men­ti” in loca­li­tà il Pia­no con sag­gi stra­ti­gra­fi­ci all’interno dei pal­men­ti al fine di docu­men­tar­ne la loro data­zio­ne e la fun­zio­ne. Il Par­co, cre­den­do nel­la valo­riz­za­zio­ne di que­sti aspet­ti sto­ri­co-cul­tu­ra­li del­l’i­so­la di Capra­ia, ha finan­zia­to gli sca­vi e la con­se­guen­te pro­du­zio­ne di mate­ria­li divul­ga­ti­vi (pan­nel­li e bro­chu­re) che arric­chi­ran­no l’of­fer­ta turi­sti­ca del­l’i­so­la di nuo­vi per­cor­si di fruizione.

L’ar­cheo­lo­go Dott. Mar­co Fir­ma­ti, esper­to di archeo­lo­gia dell’Isola di Capra­ia, ha par­te­ci­pa­to come respon­sa­bi­le di can­tie­re allo sca­vo del­la vil­la roma­na del Por­to ed ha ope­ra­to la scel­ta dei mate­ria­li più signi­fi­ca­ti­vi sia nell’ambito dei ritro­va­men­ti subac­quei, sia tra quel­li pro­ve­nien­ti dal­lo sca­vo del­la vil­la roma­na del Por­to, orga­niz­zan­do poi il loro stu­dio, la cata­lo­ga­zio­ne, l’allestimento espo­si­ti­vo, la rea­liz­za­zio­ne di pan­nel­li didattici.

Sono quat­tro i pal­men­ti visi­ta­bi­li a Capra­ia, quel­lo di For­te San Gior­gio, di San Leo­nar­do, del Sega­la­io e del­le Tig­ghiel­le. Que­sti sca­vi han­no con­sen­ti­to di recu­pe­ra­re noti­zie sul­le atti­vi­tà lega­te alla pro­du­zio­ne di vino. Con il ritro­va­men­to di  “alcu­ni pal­men­ti rin­ve­nu­ti pres­so la For­tez­za — affer­ma Mar­co Fir­ma­ti — si puo’ data­re la pro­du­zio­ne del vino ad un perio­do pre­ce­den­te la costru­zio­ne del­la For­tez­za stes­sa (1540), per­ché sono in par­te coper­ti dal­le strut­tu­re difen­si­ve che ne avreb­be­ro impe­di­to l’utilizzo. Per gli altri pal­men­ti (San Leo­nar­do, Sega­la­io, Pia­na,) è plau­si­bi­le che pos­sa­no esse­re sta­ti costrui­ti o alme­no impie­ga­ti a par­ti­re dal XVI seco­lo, quan­do le fon­ti docu­men­ta­rie comin­cia­no a dare noti­zie sul­la pra­ti­ca viti­vi­ni­co­la capra­ie­se, che occu­pa una posi­zio­ne pri­vi­le­gia­ta nel­la scar­sa pro­du­zio­ne agri­co­la dell’isola, a cau­sa dell’orografia e del­la natu­ra del suo­lo. La pro­prie­tà col­let­ti­va del­la poca ter­ra semi­na­bi­le pre­ve­de­va una spar­ti­zio­ne annua­le tra le fami­glie dei cam­pi aper­ti, dove si pro­du­ce­va essen­zial­men­te orzo. Pos­ses­so dure­vo­le del­le fami­glie era­no inve­ce le cosid­det­te piaz­zo­le: pic­co­li lem­bi di ter­ra, accu­ra­ta­men­te libe­ra­ti dal­le pie­tre che anda­va­no a for­mar­ne i muri di pro­te­zio­ne, dove si col­ti­va­va­no ortag­gi e soprat­tut­to viti. Nel­la pecu­lia­re agri­col­tu­ra dell’isola di Capra­ia, affi­da­ta alle don­ne e con­dot­ta attra­ver­so la costru­zio­ne del­le piaz­zo­le, i pal­men­ti era­no stru­men­ti neces­sa­ri alla pro­du­zio­ne del vino, ali­men­to fon­da­men­ta­le per la popo­la­zio­ne, ma anche rara mer­ce di scam­bio con l’esterno. Come i for­ni per la cot­tu­ra del pane, è pro­ba­bi­le che anche i pal­men­ti capra­ie­si fos­se­ro di pro­prie­tà pub­bli­ca, in armo­nia con il siste­ma comu­ni­sti­co di rota­zio­ne dei cam­pi aperti”.

Dr.ssa Auro­ra Ciardelli

Ente Par­co Nazio­na­le Arci­pe­la­go Toscano

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