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Emergenza Ungulati all’Isola d’Elba: Popolazione Esasperata, Turismo a Rischio ( foto e video )

La popo­la­zio­ne del ver­san­te Nord-Occi­den­ta­le dell’Isola è esa­spe­ra­ta per l’emergenza ungu­la­ti, cin­ghia­li e soprat­tut­to muflo­ni, sem­pre più dila­gan­te e inso­ste­ni­bi­le. Sia­mo alle por­te di una nuo­va sta­gio­ne turi­sti­ca ed è inac­cet­ta­bi­le acco­glie­re i turi­sti in un ambien­te natu­ra­le deva­sta­to, una vol­ta van­to nazio­na­le, e dover dare loro le dovu­te indi­ca­zio­ni in caso di incon­tri con gli ungu­la­ti e rac­co­man­dar­si di fare atten­zio­ne negli spo­sta­men­ti, sia a pie­di che con qual­sia­si mez­zo.
Inol­tre diver­si clien­ti, negli ulti­mi anni, han­no abbre­via­to il loro sog­gior­no, pro­prio per aver avu­to incon­tri con que­sti ani­ma­li che incu­to­no pau­ra in tan­tis­si­me per­so­ne. Tut­to ciò pro­vo­ca un gra­ve dan­no eco­no­mi­co a diver­se fami­glie essen­do una zona basa­ta pret­ta­men­te sul turi­smo. Nono­stan­te sia­no sta­te nume­ro­se le mail con richie­ste di riso­lu­zio­ne del pro­ble­ma invia­te agli orga­ni regio­na­li, pro­vin­cia­li e loca­li, innu­me­re­vo­li gli arti­co­li pub­bli­ca­ti sul­la stam­pa loca­le, regio­na­le e nazio­na­le,
alcu­ni ser­vi­zi tele­vi­si­vi ine­ren­ti all’argomento e una mani­fe­sta­zio­ne pub­bli­ca, ci ritro­via­mo anco­ra una vol­ta a dover far­ci sen­ti­re.
Quan­do si è inse­dia­to il PNAT que­ste spe­cie non autoc­to­ne era­no già pre­sen­ti sull’isola e all’epoca era­no pochi esem­pla­ri, quin­di con un giu­sto pia­no si avreb­be avu­to la pos­si­bi­li­tà di con­te­ner­ne la cre­sci­ta nume­ri­ca, inve­ce, per con­ti­nue per­di­te di tem­po e man­ca­ti prov­ve­di­men­ti nel cor­so degli anni pas­sa­ti, si deve far fron­te ad una situa­zio­ne fuo­ri con­trol­lo. Sono ormai deci­ne di anni che vie­ne chie­sta la riso­lu­zio­ne del pro­ble­ma, ma fino­ra le misu­re poste in atto per il con­te­ni­men­to del­le
due spe­cie ani­ma­li si sono rive­la­te inef­fi­cien­ti.
Già nel 2008 il Pre­si­den­te del­la Comu­ni­tà del PNAT, inviò all’ allo­ra pre­si­den­te del Par­co, del­la Pro­vin­cia di Livor­no e per pre­sa cono­scen­za al Mini­stro dell’Ambiente e del­la Tute­la del Ter­ri­to­rio e del Mare un docu­men­to, con ogget­to: Cin­ghia­li e muflo­ni all’Isola d’Elba — Richie­sta di prov­ve­di­men­ti, nel qua­le veni­va con­fer­ma­to che i dan­ni cau­sa­ti dai cin­ghia­li e muflo­ni non era­no dimi­nui­ti, anzi in con­ti­nua cre­sci­ta e che rap­pre­sen­ta­va­no una vera e pro­pria cala­mi­tà nono­stan­te gli
sfor­zi com­piu­ti nel tem­po dal PNAT e dal­la Pro­vin­cia di Livor­no al con­te­ni­men­to del­le spe­cie, (cir­ca 750 cin­ghia­li, pres­sa­po­co il dop­pio rispet­to agli anni pas­sa­ti, e per la pri­ma vol­ta, 130 muflo­ni). Sot­to­li­nea­va che for­te e dif­fu­so era il sen­so di fru­stra­zio­ne del­le popo­la­zio­ni resi­den­ti che chie­de­va­no da tem­po di pro­ce­de­re all’individuazione di solu­zio­ni rapi­de, effi­ca­ci e dura­tu­re per con­te­ne­re gli effet­ti di un vero e pro­prio fla­gel­lo e che la Comu­ni­tà de Par­co si era pro­nun­cia­ta
all’unanimità, per l’eradicazione del­le spe­cie. Chie­de­va una siner­gia tra più sog­get­ti allo sco­po di indi­vi­dua­re stra­te­gie con­di­vi­se e azio­ni con­cre­te, essen­do chia­ro che il pro­ble­ma, pro­prio per le dimen­sio­ni assun­te, anche al di fuo­ri dei ter­ri­to­ri rica­den­ti nel peri­me­tro dell’area pro­tet­ta, dif­fi­cil­men­te pote­va esse­re risol­to con i soli mez­zi del Par­co.
Qua­si ven­ti anni dopo ci ritro­via­mo a chie­de­re le stes­se cose, ma con una situa­zio­ne a dir poco peg­gio­re, vista la cre­sci­ta espo­nen­zia­le di que­ste due spe­cie. Rite­nia­mo inu­ti­le riper­cor­re l’evoluzione del feno­me­no dal­le ori­gi­ni ad oggi, ma è inve­ce neces­sa­rio riba­di­re come muflo­ni e cin­ghia­li pro­vo­ca­no gra­vis­si­mi dan­ni alla bio­di­ver­si­tà e all’agricoltura, aggra­va­no note­vol­men­te il rischio di dis­se­sto idro­geo­lo­gi­co, ledo­no l’incolumità pub­bli­ca, crea­no una vera e pro­pria emer­gen­za igie­ni­co sani­ta­ria, un gra­ve dan­no eco­no­mi­co e pro­vo­ca­no un gra­ve rischio per la sicu­rez­za stra­da­le. Gli incon­tri o scon­tri con gli ungu­la­ti, soprat­tut­to muflo­ni, sono con­ti­nui a qual­sia­si ora del­la gior­na­ta. L’in­te­ro ter­ri­to­rio, con l’imbrunire, diven­ta una vera giun­gla.
Ripor­tia­mo i dati for­ni­ti dal PNAT dei pre­lie­vi di muflo­ni attra­ver­so le cat­tu­re, gli abbat­ti­men­ti effet­tua­ti dal­la Poli­zia Pro­vin­cia­le, dai sele­con­trol­lo­ri e dal­la dit­ta che gesti­sce il cen­tro si sosta: anno 2021 capi 128, anno 2022 capi 294, anno 2023 capi 397, anno 2024 capi 378. Nel 2024 si è visto un calo dei capi abbat­tu­ti dovu­to alla dimi­nu­zio­ne degli abbat­ti­men­ti, pos­so­no sem­bra­re tan­ti, ma trop­po pochi per risol­ve­re la situa­zio­ne dram­ma­ti­ca in cui ci tro­via­mo a vive­re quo­ti­dia­na­men­te.
La Poli­zia Pro­vin­cia­le, pur­trop­po non può esse­re sem­pre pre­sen­te per gli abbat­ti­men­ti per gros­se caren­ze di per­so­na­le e l’insorgere di altre pro­ble­ma­ti­che.
* L’ISPRA (Isti­tu­to Supe­rio­re per la Pro­te­zio­ne e la Ricer­ca Ambien­ta­le) ha dichia­ra­to che “il muflo­ne, e in gene­ra­le le peco­re sel­va­ti­che, cau­sa nel mon­do impat­ti mol­to rile­van­ti sul­la bio­di­ver­si­tà, a livel­lo glo­ba­le 189 spe­cie sono minac­cia­te di estin­zio­ne, tra le qua­li mol­ti ende­mi­smi insu­la­ri.
Sem­pre l’I­SPRA chia­ri­sce che l’e­ra­di­ca­zio­ne del­le spe­cie alloc­to­ne che deter­mi­na­no impat­ti sul­la bio­di­ver­si­tà, è un’a­zio­ne espres­sa­men­te pre­vi­sta dal­la “Stra­te­gia Nazio­na­le sul­la Bio­di­ver­si­tà”
* Nel luglio 2022 con la deli­be­ra appro­va­ta dal­la Giun­ta regio­na­le è sta­ta resa l’Isola d’Elba area non voca­ta al cin­ghia­le.
* É sta­to rea­liz­za­to un cen­tro di rac­col­ta dedi­ca­to allo stoc­cag­gio del­le car­cas­se dei capi abbat­tu­ti dove ven­go­no por­ta­ti i capi abbat­tu­ti all’interno del Par­co (con la deli­be­ra 22133 del 03/10/2024 anche quel­li abbat­tu­ti nel­le aree libe­re) e gesti­to dal­la socie­tà DREAM Ita­lia
* Lo stu­dio di fat­ti­bi­li­tà per l’e­ra­di­ca­zio­ne di cin­ghia­li e muflo­ni, attua­to gra­zie ad una con­ven­zio­ne tra GAT, PNAT e Comu­ne di Mar­cia­na, ha dato esi­to posi­ti­vo all’eradicazione nell’aprile 2024. Per defi­ni­re il pia­no di inter­ven­to sarà neces­sa­rio un anno dall’accordo Par­co-Regio­ne; accor­do non anco­ra avve­nu­to a qua­si un anno di distan­za, e dal momen­to dell’avvio del­le azio­ni sul cam­po è sta­to dato un tem­po sti­ma­to di 5 anni per giun­ge­re all’eradicazione.
* Dopo anni di richie­ste è sta­to appro­va­to dal­la Regio­ne Tosca­na con deli­be­ra del 03-10-2024 il pia­no di con­trol­lo sui muflo­ni che auto­riz­za l’intervento di con­te­ni­men­to sul­la spe­cie muflo­ne in ambi­to urba­no […]; che sta­bi­li­sce che […] pos­so­no esse­re atti­va­te dal­la Poli­zia Pro­vin­cia­le più usci­te, anche in gior­ni diver­si, fino alla riso­lu­zio­ne del­la pro­ble­ma­ti­ci­tà cau­sa­ta dal­la spe­cie ogget­to di pre­lie­vo; […] sta­bi­li­sce inol­tre che i pre­lie­vi pos­so­no esse­re effet­tua­ti con armi da fuo­co e che i
capi abbat­tu­ti dal­la Poli­zia Pro­vin­cia­le duran­te gli abbat­ti­men­ti con­giun­ti tra Par­co, Poli­zia e ATC
saran­no con­fe­ri­ti pres­so il cen­tro di rac­col­ta […]
Gli stru­men­ti ora ci sono per pro­ce­de­re alla riso­lu­zio­ne del pro­ble­ma, è inac­cet­ta­bi­le dover aspet­ta­re i tem­pi bibli­ci del­la poli­ti­ca per attua­re azio­ni e stra­te­gie vera­men­te effi­ca­ci, non è più tem­po di aspet­ta­re.
La popo­la­zio­ne vuo­le usci­re dal­le gab­bie in cui è costret­ta a vive­re sen­za pau­ra di incontri/scontri con que­ste due spe­cie ani­ma­li e vuo­le veder rina­sce­re un ter­ri­to­rio deva­sta­to, ridot­to allo stre­mo.
Essen­do la fau­ni­sti­ca pie­na com­pe­ten­za del PNAT, all’interno dei suoi con­fi­ni, e del­la Regio­ne Tosca­na si ha la sen­sa­zio­ne che da par­te di quest’ultima la dispe­ra­zio­ne del­la popo­la­zio­ne, che è costret­ta a subi­re una vera e con­ti­nua emer­gen­za, ven­ga con­ti­nua­men­te sot­to­va­lu­ta­ta e che regni il mene­fre­ghi­smo con con­ti­nue per­di­te di tem­po e lun­gag­gi­ni politiche/burocratiche. Ser­vo­no più uomi­ni sul cam­po con una pre­sen­za con­ti­nua. Devo­no esse­re subi­to attua­te azio­ni e stra­te­gie vera­men­te effi­ca­ci, sono trop­pi anni che si aspet­ta.. L’accordo tra Par­co e Regio­ne per avvia­re l’eradicazione deve esse­re fat­to nell’immediato, è già sta­to per­so trop­po tem­po.
Chie­dia­mo che anche le ammi­ni­stra­zio­ni loca­li fac­cia­no pres­sio­ni con­ti­nua­men­te.

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