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Manchette di prima

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Manchette di prima

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All’Open Air Museum Italo Bolano in anteprima il nuovo volume di Pino Bertelli: Gente dell’Isola d’Elba: ritratti di mare, di pietra, di ferro, di vento

Dopo un giu­gno cari­co di incer­tez­ze meteo­ro­lo­gi­che svol­to­si però cul­tu­ral­men­te alla gran­de all’O­pen Air Museum Ita­lo Bola­no, luglio ini­zia lune­dì 1 alle ore 21,15 con la pre­sen­ta­zio­ne del nuo­vo volu­me Gen­te del­l’I­so­la d’El­ba: ritrat­ti di mare, di pie­tra, di fer­ro, di ven­to” , nel­la cor­ni­ce del Giar­di­no del­l’Ar­te arti­sti­ca­men­te illu­mi­na­to.
Ver­rà anche pre­sen­ta­to un bre­ve docu­film con alcu­ni dei ritrat­ti che, per ora, non han­no tro­va­to posto in que­sto volu­me e che ver­ran­no pub­bli­ca­ti pros­si­ma­men­te.

L’au­to­re, Pino Ber­tel­li, ha una lun­ga sto­ria alle sue spal­le: foto­gra­fo da sem­pre, viag­gia­to­re in tut­ti i Pae­si alla ricer­ca di atti­mi fug­gen­ti e di vol­ti da immor­ta­la­re con un clik, “cit­ta­di­no del mon­do” come ama defi­nir­si, ma alla fine lega­to alla “sua” Piom­bi­no, la sua Ita­ca alla qua­le pri­ma o poi ritor­na sem­pre.
Esat­ta­men­te un anno fa, il pri­mo mag­gio 2023, ini­zia­va la sua avven­tu­ra elba­na.
Con la sua com­pa­gna, gran­de orga­niz­za­tri­ce del­la sua vita “pra­ti­ca” e pre­zio­sa docu­men­ta­li­sta, Pao­la Gril­lo, Pino var­ca­va il cana­le per avven­tu­rar­si all’El­ba, in un viag­gio alla sco­per­ta del­la Gen­te di que­st’I­so­la, fat­ta di mare, di pie­tra, di fer­ro e di ven­to e, da poco più di mez­zo seco­lo, anche di turi­smo, un turi­smo trop­po spes­so disat­ten­to alla mera­vi­glia che l’I­so­la susci­ta pro­prio nei mil­le vol­ti di gen­te che ha lavo­ra­to e lavo­ra dura­men­te su que­sto “Sco­glio”.
I suoi ritrat­ti iden­ti­fi­ca­no per­so­ne di tut­te le età e di tut­te le estra­zio­ni, col­lo­ca­te nel luo­go che que­sti per­so­nag­gi più ama­no, ma sem­pre por­ta­ti in pri­mo pia­no, dimen­ti­can­do gli sfon­di che diven­ta­no acces­so­ri, per­ché Pino pre­di­li­ge la per­so­na e, da “mae­stro” del­la foto­gra­fia qua­le egli è, attra­ver­so l’espressione del sog­get­to, fa tra­spa­ri­re il suo mon­do.
Sono ritrat­ti “veri”, nei qua­li l’ob­biet­ti­vo irri­ve­ren­te fa risal­ta­re ogni trat­to, ogni ruga, per­ché il tem­po sca­va, met­te in luce i carat­te­ri for­ti di chi que­st’I­so­la ce l’ha nel san­gue, che sia nati­vo o “venu­to da fuo­ri”, ma sem­pre con­qui­sta­to dal­la sua magia che, come una moder­na Cir­ce, affa­sci­na e coin­vol­ge, ti lega e se ci arri­vi… non te ne vai più.
Pino poi ha una rara ed enco­mia­bi­le vir­tù, mol­to rara: nel­la sua lun­ga car­rie­ra, più di 50 anni, ha otte­nu­to pre­sti­gio­si pre­mi e rico­no­sci­men­ti, mol­ti inter­na­zio­na­li, per i suoi repor­ta­ge anche in luo­ghi di guer­ra; ha pro­dot­to film e docu­men­ta­ri assie­me a per­so­nag­gi di gran­de spic­co cul­tu­ra­le, regi­sta, scrit­to­re, com­po­si­to­re di can­zo­ni e mol­to altro ma il modo con cui si pre­sen­ta è con l’umiltà tipi­ca che solo i gran­di san­no espri­me­re, per­ché alla base del­la sua vita sem­pre ricor­da l’antico pre­cet­to del bab­bo: “Un uomo può guar­da­re un altro uomo dall’alto sol­tan­to per aiu­tar­lo a rial­zar­si”…
Il pri­mo mag­gio del­lo scor­so anno, ricor­da Ales­san­dra Ribal­do­ne, Pre­si­den­te del­la Fon­da­zio­ne Ita­lo Bola­no, sot­to un cie­lo plum­beo e cari­co di piog­gia, Pino e Pao­la arri­va­ro­no timi­da­men­te al Museo, ria­per­to pro­prio quel gior­no dopo il ripo­so inver­na­le. Dopo i pri­mi ine­vi­ta­bi­li momen­ti di dif­fi­den­za mi con­qui­sta­ro­no subi­to, per il loro pro­get­to che sta­va per nasce­re, dopo la sof­fer­ta pub­bli­ca­zio­ne del loro “Gen­te di Piom­bi­no”, che avreb­be­ro pre­sen­ta­to di lì a pochi gior­ni pres­so la sede del Museo Archeo­lo­gi­co, di là del cana­le.
In loro rivi­di l’en­tu­sia­smo che ave­va ani­ma­to la mia espe­rien­za qua­si ven­ten­na­le con Ita­lo, quan­do ci si avven­tu­ra­va alla ricer­ca di imma­gi­ni che diven­ta­va­no per Ita­lo “Immaginiemozioni”…e quin­di mi misi a loro dispo­si­zio­ne, per quan­to pote­vo, per sug­ge­ri­re loro nomi e per­so­nag­gi che cono­sce­vo, da con­tat­ta­re.
Sco­prii anche, con mia gran­de mera­vi­glia, che Pino e Ita­lo si era­no cono­sciu­ti mol­ti anni pri­ma in una cena al Lions di Por­to­fer­ra­io in occa­sio­ne del­la pre­sen­ta­zio­ne di un pre­ce­den­te volu­me di Pino, ma que­sto lo lasce­rò rac­con­ta­re a lui.
In fine sono par­ti­co­lar­men­te lie­ta di ospi­ta­re la pre­sen­ta­zio­ne di que­st’o­pe­ra, nel­l’am­bi­to degli even­ti che sug­gel­la­no i 60 anni del Museo Bola­no per il corag­gio, e ce ne vuo­le tan­to di que­sti tem­pi, di lan­ciar­si nel­la stam­pa di un volu­me di que­sta por­ta­ta, che rimar­rà una pre­zio­sa docu­men­ta­zio­ne anche di costu­me di que­sto pri­mo spic­chio di XXI seco­lo”.

Per­chè l’Ar­te è vita del­la Vita (I.B.)

 

scrit­to da Fon­da­zio­ne Ita­lo Bola­no

 

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