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Capo Poro: l’attesa nuova decisione del TAR è a favore del Parco Nazionale Arcipelago Toscano

Pro­se­gue il con­ten­zio­so tra PNAT e SCAT S.r.l. su Capo Poro. Due gior­ni fa il Con­si­glio di Sta­to si era espres­so sul ricor­so che con­te­sta­va al PNAT sia il nul­la osta par­zia­le con il qua­le era sta­ta auto­riz­za­ta l’esecuzione degli effet­ti­vi inter­ven­ti di manu­ten­zio­ne straor­di­na­ria pro­po­sti, sia il dinie­go con il qua­le l’Ente Par­co non ave­va auto­riz­za­to né il cam­bio di desti­na­zio­ne d’uso degli edi­fi­ci con fina­li­tà di atti­vi­tà turi­sti­ca, né l’esecuzione di tut­ti que­gli inter­ven­ti che non rien­tra­no nel­la manu­ten­zio­ne straor­di­na­ria, ma che sono da con­si­de­rar­si qua­li inter­ven­ti di ristrut­tu­ra­zio­ne edi­li­zia. In pri­ma istan­za il TAR Tosca­na ave­va dato ragio­ne al Par­co, ma suc­ces­si­va­men­te, appun­to il 14 mar­zo scor­so, il Con­si­glio di Sta­to ha emes­so la sen­ten­za per la qua­le, se da una par­te SCAT S.r.l. ha otte­nu­to la ese­gui­bi­li­tà dei lavo­ri in quan­to rico­no­sci­bi­li come manu­ten­zio­ne straor­di­na­ria (ma non ristrut­tu­ra­zio­ne edi­li­zia), dall’altra non ha inve­ce avu­to ragio­ne sul cam­bio di desti­na­zio­ne d’uso degli immo­bi­li affin­ché diven­tas­se­ro patri­mo­nio agri­co­lo del­la SCAT S.r.l. e fos­se­ro quin­di uti­liz­za­ti per atti­vi­tà agrituristica.

Oggi è poi arri­va­ta l’attesa nuo­va deci­sio­ne del TAR Tosca­na che ha emes­so l’ordinanza n. 95/2023 con la qua­le ha con­fer­ma­to il cor­ret­to ope­ra­to dell’Ente Par­co e ha respin­to la doman­da di sospen­sio­ne degli atti emes­si dal mede­si­mo Ente. A segui­to del­la for­ma­liz­za­zio­ne del Decre­to 216/2022, con il qua­le il Mini­ste­ro del­la Cul­tu­ra ave­va dichia­ra­to l’interesse cul­tu­ra­le rela­ti­vo all’immobile deno­mi­na­to “Ex Bat­te­ria di Capo Poro”, tra dicem­bre 2022 e gen­na­io 2023 il Par­co Nazio­na­le ave­va emes­so atto di revo­ca del nul­la osta rila­scia­to nel dicem­bre 2018 e spe­ci­fi­ca ordi­nan­za di ripri­sti­no del­lo sta­to dei luo­ghi per la rimo­zio­ne e lo sgom­be­ro di tut­ti i mate­ria­li pre­sen­ti all’interno del can­tie­re, la rimo­zio­ne e il ripri­sti­no di tut­te le recin­zio­ni di can­tie­re pre­sen­ti e il ripri­sti­no del­la devia­zio­ne rea­liz­za­ta del sen­tie­ro pedo­na­le n. 139. A feb­bra­io la SCAT S.r.l. ave­va ricor­so con­tro tali atti e ave­va chie­sto con la mas­si­ma urgen­za la trat­ta­zio­ne del­la cau­sa e la sospen­sio­ne dei prov­ve­di­men­ti impu­gna­ti. Nel­la riu­nio­ne di ieri il Col­le­gio del tri­bu­na­le ammi­ni­stra­ti­vo ha rite­nu­to legit­ti­mi i prov­ve­di­men­ti adot­ta­ti dall’Ente Par­co chia­ren­do che l’esigenza di garan­ti­re l’inaccessibilità dei fab­bri­ca­ti onde scon­giu­ra­re pos­si­bi­li dan­ni a ter­zi, invo­ca­ta dal­la ricor­ren­te, non legit­ti­ma la peri­me­tra­zio­ne di un’area este­sa e potrà esse­re sod­di­sfat­ta, se del caso, median­te l’impiego di recin­zio­ni poste a ridos­so del­le sin­go­le costruzioni.

In vir­tù del­la nuo­va deci­sio­ne del TAR i lavo­ri resta­no bloc­ca­ti e la SCAT S.r.l. dovrà pro­ce­de­re al ripri­sti­no del­lo sta­to dei luoghi.

Foto Gia­co­mo Mon­tau­ti per il Pnart

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