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La Fondazione Italo Bolano presenta il Nuovo Museo ” Una casa per la cultura dell’ Isola e non solo”

Ven­erdì 1 luglio, nel­la sug­ges­ti­va cor­nice del chiostro  del Cen­tro De Laugi­er a Porto­fer­raio è sta­to pre­sen­ta­to uffi­cial­mente il prog­et­to di riqual­i­fi­cazione urban­is­ti­ca dell’Open Air Muse­um Ita­lo Bolano, con il patrocinio del Comune di Porto­fer­raio.
Pre­sen­ti l’Assessore alla Cul­tura del Comune di Porto­fer­raio, Nadia Mazzei, la Diret­trice del­lo SMArT – Sis­tema Muse­ale dell’Arcipelago Toscano, Valenti­na Ansel­mi — il Pres­i­dente di Italia Nos­tra Arcipela­go Toscano Leonar­do Preziosi, la Pres­i­dente Regionale di Italia Nos­tra e del CdA del­la Fon­dazione le Grotte Cecil­ia Paci­ni, la diret­trice artis­ti­ca del Museo, Eri­ca Romano e tan­ti artisti ed elbani inter­es­sati a sco­prire questo prog­et­to del quale si par­lerà molto.
Dopo un caloroso e sen­ti­to salu­to dell’Assessore è sta­to proi­et­ta­to un doc­u­men­tario ined­i­to sulle don­azioni che Bolano fece al Comune nel 2017 e che furono com­ple­tate nel 2019, quan­do ormai era già prova­to dal­la malat­tia: 40 delle migliori opere in ceram­i­ca che abbrac­ciano 50 anni di pro­duzione artis­ti­ca e che cos­ti­tu­is­cono il “Museo del­la Ceram­i­ca Ita­lo Bolano” al Forte Fal­cone. Un ringrazi­a­men­to a Fran­co Care­na, mece­nate che donò gli arre­di e che ha prodot­to questo film con Pao­lo Bal­mas, omag­gio al mae­stro scom­par­so.
E’ segui­ta poi la proiezione di una breve serie di immag­i­ni storiche e di doc­u­men­ti inedi­ti riemer­si dall’archivio stori­co dell’EVE (Ente Val­oriz­zazione Elba) gra­zie alle ricerche di Giampiero Palmieri. E’ com­par­so così il gio­vane Bolano che fin dal 1965 pro­pone­va all’Isola una scuo­la d’arte nel pri­mo Inter­na­tion­al Art Cen­ter, che ave­va sede nel vec­chio casci­nale del padre. Qui, nel­la can­ti­na svuo­ta­ta dalle bot­ti mon­u­men­tali, dove Bolano ave­va rica­va­to persi­no un “salot­ti­no” per sei per­sone, si face­va arte, gra­zie alla sua attrez­zatu­ra di artista e di inseg­nante mes­sa a dis­po­sizione dei gio­vani allievi.
Le immag­i­ni storiche han­no rie­vo­ca­to la vigna abban­do­na­ta per la crisi dell’agricoltura del dopoguer­ra dove, poco a poco, l’artista real­iz­zò i suoi mon­u­men­ti e pose a dimo­ra quegli alberi che ora svet­tano in un gia­rdi­no mediter­ra­neo di sug­ges­ti­va bellez­za, l’Open Air Muse­um Ita­lo Bolano. Tut­to ciò Alessan­dra Rib­al­done, pres­i­dente del­la Fon­dazione, ha illus­tra­to per far com­pren­dere che il prog­et­to in cor­so non nasce come “un fun­go dopo un tem­po­rale” né da un deside­rio di real­iz­zare un “mau­soleo” per Ita­lo Bolano, ben­sì è il risul­ta­to di qua­si 60 anni di prog­et­ti, desideri, sper­anze dell’artista per real­iz­zare un’opera per la cul­tura, l’arte e i gio­vani che stan­no nel nos­tro futuro.
L’arch. Giampiero Gabel­li, esten­sore del prog­et­to, in cor­so di com­ple­ta­men­to ma già approva­to dal­la Sovrin­ten­den­za di Pisa, ha poi inizia­to la sua illus­trazione con un fil­ma­to che ha pos­to in evi­den­za i prin­cipi ispi­ra­tori dell’opera che trae  spun­to dalle forme care all’artista: le sue “Donne Iso­la”. Infat­ti, dal­la trasfor­mazione del­la grafi­ca di due donne, una acco­v­ac­cia­ta e l’altra sdra­ia­ta, sca­tur­isce la pianta dei due com­p­lessi che abbrac­cer­an­no ideal­mente il Museo Open Air, con muri di sosteg­no in alza­to che avran­no la for­ma di pesci e di ali di gab­biano e in pianta appun­to le donne-iso­la. Poi vetrate ver­so il gia­rdi­no in modo che il vis­i­ta­tore dall’interno pos­sa godere anche del­la visione dell’arte ester­na.
L’architetto ha poi illus­tra­to che vi saran­no gran­di sale espos­i­tive, in gra­do di ospitare mostre delle opere del Mae­stro a rotazione ma non solo, per­ché il com­p­lesso si proi­et­ta ver­so l’Italia e l’Europa per ospitare artisti inter­nazion­ali, sen­za dimen­ti­care il prezioso arti­giana­to artis­ti­co. E’ pre­vista una ter­raz­za per espo­sizioni all’aperto e un audi­to­ri­um.
Vi saran­no spazi per bib­liote­ca (oltre 2000 i volu­mi spe­cial­iz­za­ti las­ciati da Bolano) servizi acces­sori, book shop, caf­fet­te­ria, tut­ti i con­fort dei mod­erni Musei, per­fet­ta­mente acces­si­bili ai diver­sa­mente abili. Par­ti­co­lare atten­zione ver­rà riv­ol­ta all’autonomia ener­get­i­ca con pan­nel­li foto­voltaici e pozzi di calore per rag­giun­gere il 100% del­la pro­duzione nec­es­saria, sen­za dimen­ti­care le vasche per il recu­pero dell’acqua pio­vana e l’irrigazione goc­cia a goc­cia del Gia­rdi­no.
Una parte del Museo accoglierà gli “spazi del­la memo­ria”, l’abitazione esti­va del Mae­stro e il suo stu­dio. Vi saran­no anche due pic­coli monolo­cali per le res­i­den­ze d’artista, lab­o­ra­tori per l’insegnamento del­la ceram­i­ca, la pit­tura, la scul­tura e altre arti fig­u­ra­tive, con l’intento di cos­ti­tuire anche lab­o­ra­tori in appog­gio a quel liceo artis­ti­co tan­to desider­a­to che costringe i gio­vani che vogliono stu­di­are arte a “migrare nel con­ti­nente” come fece il gio­vane Bolano tan­ti anni fa, o addirit­tura a rin­un­cia­re a questo tipo di per­cor­so.
In som­ma: un prog­et­to che ten­ga con­to di quan­to nec­es­sario per cos­ti­tuire un rifer­i­men­to per la cul­tura e l’arte, una sor­ta di “casa del­la cul­tura” del­la quale da molto tem­po si sente il bisog­no  non solo per Porto­fer­raio ma per l’intera Iso­la e un ponte ide­ale con il Con­ti­nente e l’Europa.
Ora com­in­cia la “cac­cia” ai finanzi­a­men­ti per i quali si pun­ta a ban­di europei.
La pre­sen­tazione ver­rà ripro­pos­ta all’Open Air Muse­um il 10 agos­to prossi­mo alle ore 21,30, nel par­co d’arte illu­mi­na­to per l’occasione.
E non dimen­tichi­amo che se “l’arte è vita del­la vita” dob­bi­amo real­iz­zare una doverosa e deco­rosa “casa”in cui l’arte pos­sa  svilup­par­si e far crescere le nuove gen­er­azioni.

NELLE FOTO:
Un po’ di sto­ria del Museo e i prog­et­ti per il futuro

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