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Toscana, cinquecento infermieri vaccinati e guariti ma sospesi dal Lavoro. Landi ( Lega ): Giani vari ordinanza che corregga stortura

“Ci pos­si­amo per­me­t­tere di tenere a casa 500 infer­mieri colpevoli di aver pre­so il Covid dopo la sec­on­da dose? E’ gius­to pri­vare del­lo stipen­dio questi infer­mieri a causa di una nor­ma evi­den­te­mente sbagli­a­ta? La Regione non ignori l’appello dell’Ordine delle pro­fes­sioni infer­mieris­tiche e vari un’ordinanza che per­me­t­ta di rien­trare al lavoro ai lavo­ra­tori del­la san­ità che non han­no anco­ra rice­vu­to la terza dose per­ché recen­te­mente guar­i­ti dal Covid. Un’ordinanza che non sarebbe una forzatu­ra ma un seg­nale di buon sen­so: non siamo di fronte a lavo­ra­tori che non vogliono vac­ci­nar­si ma a pro­fes­sion­isti che han­no com­ple­ta­to il ciclo pri­mario e che non pos­sono anco­ra rice­vere la dose boost­er. Per una fal­la nor­ma­ti­va queste per­sone sono sospese dal lavoro, con con­seguente bloc­co del­la ret­ribuzione e dis­a­gi enor­mi per l’organizzazione del lavoro, già dif­fi­cile a causa del­la caren­za di organ­i­co. Se non lo fa il min­istro Sper­an­za lo fac­cia il pres­i­dente Giani”.

Lo scrive il con­sigliere regionale del­la Lega Mar­co Lan­di, annun­cian­do una mozione con cui chiede alla Giun­ta regionale di varare un’ordinanza che con­sen­ta alle per­sone soggette all’obbligo di vac­ci­nazione con­tro il Covid di rien­trare al lavoro anche sen­za la terza dose, purché abbiano com­ple­ta­to il ciclo pri­mario. La nor­ma prevede infat­ti che gli eser­centi delle pro­fes­sioni san­i­tarie, così come il per­son­ale del­la scuo­la, del­la Dife­sa e delle Forze dell’ordine, pos­sano essere imp­ie­gate solo se han­no rice­vu­to tre dosi di vac­ci­no, non con­tem­p­lan­do il caso in cui la per­sona si è ammala­ta ed è guari­ta dopo la sec­on­da dose, e che quin­di deve atten­dere quat­tro mesi pri­ma di rice­vere la terza.

“In Toscana, come nel resto d’Italia, medici, infer­mieri, oper­a­tori san­i­tari han­no dimostra­to capac­ità, pas­sione, disponi­bil­ità e abne­gazione. Oggi mer­i­tano che la Regione e il Gov­er­no tra­d­u­cano in fat­ti quel­la sti­ma di cui sono sta­ti gen­erosi a parole. La Toscana sia capofi­la e fac­cia capire al min­istro Sper­an­za che ammet­tere di aver sbaglia­to a scri­vere una nor­ma è un atto apprez­z­abile e che una cor­rezione è nec­es­saria per i lavo­ra­tori e per il buon fun­zion­a­men­to del­la macchi­na san­i­taria”, con­clude Lan­di.

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