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Sul Dissalatore Lanera di FdI: Ho richiesto l intervento dei nostri parlamentari. Noi c’è la mettiamo tutta per aiutare gli elbani e ci mettiamo la faccia anche se al governo siamo all opposizione 

Atto di Sin­da­ca­to Ispet­ti­vo n° 4–03835

LA PIETRA — Ai Mini­stri del­l’am­bien­te e del­la tute­la del ter­ri­to­rio e del mare, per i beni e le atti­vi­tà cul­tu­ra­li e per il turi­smo e del­le infra­strut­tu­re e dei trasporti. -
Pre­mes­so che:
è ormai nota e ampia­men­te dibat­tu­ta la que­stio­ne gene­ra­ta dai lavo­ri per l’in­stal­la­zio­ne sul­l’i­so­la d’El­ba di un dis­sa­la­to­re per le neces­si­tà idri­che del­l’in­te­ra isola;
si trat­ta di un’o­pe­ra la cui uti­li­tà non è una­ni­me­men­te rico­no­sciu­ta da tut­ti gli enti ter­ri­to­ria­li e loca­li coin­vol­ti: se da una par­te la Regio­ne Tosca­na, insie­me all’Au­to­ri­tà idri­ca tosca­na (AIT) e all’A­zien­da ser­vi­zi ambien­ta­li (ASA) difen­do­no la neces­si­tà del dis­sa­la­to­re, dal­l’al­tra il Comu­ne di Capo­li­ve­ri lo con­tra­sta, con­te­stan­do­ne l’u­ti­li­tà pre­sen­te e futu­ra in ragio­ne del­la sup­po­sta auto­suf­fi­cien­za idri­ca del ter­ri­to­rio, con la suc­ces­si­va emer­sio­ne di un vero e pro­prio brac­cio di fer­ro tra le auto­ri­tà coinvolte;
tra le ragio­ni poste alla base del­le posi­zio­ni con­tra­rie all’o­pe­ra, oltre all’i­nu­ti­li­tà del­la stes­sa in ragio­ne del­la men­zio­na­ta auto­suf­fi­cien­za idri­ca, vie­ne evi­den­zia­to anche l’im­pat­to nega­ti­vo sul turi­smo sta­gio­na­le del­l’i­so­la, che rap­pre­sen­ta la prin­ci­pa­le atti­vi­tà carat­te­ri­sti­ca del­la sua eco­no­mia, e il costo ele­va­to del­l’in­ter­ven­to, sti­ma­to in cir­ca 20 milio­ni di euro ad ope­ra completata;
si evi­den­zia inol­tre come la por­ta­ta del­l’ac­que­dot­to del­l’i­so­la, in gestio­ne per cir­ca 7 milio­ni di metri cubi annui alla socie­tà ASA, è sta­ta aumen­ta­ta inte­gran­do le risor­se idri­che del luo­go con quel­le di una con­dot­ta sot­to­ma­ri­na capa­ce di tra­sfe­ri­re dal­la costa del­la Tosca­na all’i­so­la cir­ca il 50 per cen­to del fab­bi­so­gno annuo;
la rea­liz­za­zio­ne di tale siste­ma è sta­ta pre­fe­ri­ta all’ot­ti­miz­za­zio­ne del­l’ac­que­dot­to esi­sten­te le cui per­di­te attua­li arri­va­no qua­si alla metà del­la sua por­ta­ta, mal­gra­do l’El­ba dispon­ga di una quan­ti­tà idri­ca natu­ra­le per pio­vo­si­tà, soprat­tut­to sul­le altu­re, di cir­ca 10 vol­te supe­rio­re alle neces­si­tà tota­li del­l’in­te­ro anno;
il fun­zio­na­men­to del­l’at­tua­le con­dot­ta idri­ca sot­to­ma­ri­na ha fino­ra impe­di­to la pre­vi­sta costru­zio­ne di un impian­to auto­no­mo, eco­lo­gi­co e per­ma­nen­te nel sot­to­suo­lo del­la par­te mon­tuo­sa del­l’i­so­la, dedi­ca­to alla rac­col­ta natu­ra­le del­le abbon­dan­ti acque piovane;
a fron­te dei dise­qui­li­bri di por­ta­ta del­l’ac­que­dot­to esi­sten­te e del­le per­di­te lun­go il per­cor­so, la socie­tà di gestio­ne ha chie­sto e otte­nu­to negli anni recen­ti dal­la pub­bli­ca ammi­ni­stra­zio­ne alcu­ni milio­ni di euro per la costru­zio­ne di 21 vasche di stoc­cag­gio idri­co spar­se nei pun­ti stra­te­gi­ci del ter­ri­to­rio elbano;
le vasche, secon­do il pro­get­to, avreb­be­ro rac­col­to dal cir­con­da­rio col­li­no­so suf­fi­cien­ti riser­ve idri­che per inte­gra­re dina­mi­ca­men­te nel­l’ac­que­dot­to l’ul­te­rio­re quan­ti­tà di acqua per le neces­si­tà di uten­za in tut­te le stagioni;
tut­ta­via, del­le 21 vasche che dove­va­no esse­re costrui­te, ne è sta­ta rea­liz­za­ta sol­tan­to una, ades­so abban­do­na­ta, men­tre del­la costru­zio­ne del­le altre nep­pu­re si par­la più;
come rap­pre­sen­ta­to all’in­ter­ro­gan­te, tra i moti­vi del­l’ab­ban­do­no del­la vasca e del­l’in­te­ro pro­get­to vi sareb­be la negli­gen­za pro­fes­sio­na­le dimo­stra­ta nel­la costru­zio­ne del pri­mo e ulti­mo di que­sti depo­si­ti, sito sul­le altu­re anti­stan­ti a Por­to­fer­ra­io in una zona chia­ma­ta “Con­dot­to”, costrui­to sen­za la neces­sa­ria coi­ben­ta­zio­ne di tenu­ta idrica;
tale ano­ma­la caren­za strut­tu­ra­le, che sem­bra sfug­gi­ta ad AIT e ASA, che han­no cura­to il pro­get­to e il col­lau­do del pri­mo esem­pla­re con la dit­ta aggiu­di­ca­ta­ria, non ren­de pos­si­bi­le alcun man­te­ni­men­to di acqua nel depo­si­to da cui fuoriesce;
le disfun­zio­ni gestio­na­li del­l’ac­que­dot­to, a fron­te di que­sto impe­gno abban­do­na­to, sono sta­te ora invo­ca­te para­dos­sal­men­te dei mede­si­mi enti respon­sa­bi­li al fine di otte­ne­re il con­sen­so del­la Regio­ne Tosca­na all’in­stal­la­zio­ne del dis­sa­la­to­re, non solo sen­za alcun costrut­to, ma a chia­ro dan­no degli stes­si pre­sun­ti beneficiari;
l’in­ter­ro­gan­te rile­va la neces­si­tà, rispet­to alle mol­te­pli­ci con­si­de­ra­zio­ni espo­ste, di valu­ta­re l’op­por­tu­ni­tà di effet­tua­re un sup­ple­men­to di rifles­sio­ne in ordi­ne alle istan­ze rap­pre­sen­ta­te dagli enti con­tro­in­te­res­sa­ti, vaglian­do le pos­si­bi­li­tà attua­ti­ve di un pro­get­to eco­lo­gi­co già esi­sten­te, fina­liz­za­to a ren­de­re l’i­so­la d’El­ba auto­no­ma nel­l’ap­prov­vi­gio­na­men­to idri­co, fon­te pri­ma­ria indi­spen­sa­bi­le per il turi­smo del ter­ri­to­rio che rap­pre­sen­ta la sua uni­ca risor­sa economica,
si chie­de di sapere:
se i Mini­stri in indi­riz­zo con­si­de­ri­no per­cor­ri­bi­le una pos­si­bi­le solu­zio­ne alter­na­ti­va rispet­to all’in­stal­la­zio­ne del dis­sa­la­to­re, tale da tute­la­re l’e­ro­ga­zio­ne di un ser­vi­zio di vita­le impor­tan­za come quel­lo del­l’ac­qua alla popo­la­zio­ne, sospen­den­do i lavo­ri vol­ti alla rea­liz­za­zio­ne di un dis­sa­la­to­re la cui uti­li­tà non è con­di­vi­sa una­ni­me­men­te dal­le isti­tu­zio­ni ter­ri­to­ria­li e anzi è con­si­de­ra­to poten­zial­men­te dan­no­so per l’e­co­no­mia dell’Elba;
se, nel­l’in­te­res­se loca­le e nazio­na­le, non valu­ti­no l’op­por­tu­ni­tà di pro­muo­ve­re del­le ini­zia­ti­ve di con­trol­lo del­la spe­sa pub­bli­ca per evi­den­zia­re in che modo sono sta­te impie­ga­te le ingen­ti risor­se finan­zia­rie pub­bli­che dedi­ca­te alle modi­fi­che del­l’ac­que­dot­to dell’Elba.

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