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Manchette di prima

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Dissalatore: troppo alto il prezzo dell’ ostinazione politica — Paola Mancuso

Quel­la del con­ve­gno che si ter­rà saba­to 22 al De Lau­gier è sicu­ra­men­te una ini­zia­ti­va apprez­za­bi­le e l’in­ter­ven­to di auto­re­vo­li espo­nen­ti del mon­do scien­ti­fi­co ser­vi­rà a far com­pren­de­re che non esi­ste un’u­ni­ca voce accre­di­ta­ta come quel­la rap­pre­sen­ta­ta sino ad oggi dai tec­ni­ci di ASA e del­la Auto­ri­tà Idri­ca Tosca­na che al dia­lo­go han­no pre­fe­ri­to incon­tra­sta­ti mono­lo­ghi carat­te­riz­za­ti da sprez­zan­ti giu­di­zi del­le opi­nio­ni altrui.
Non baste­rà però ave­re la con­sa­pe­vo­lez­za che non ci sia un pen­sie­ro uni­co in que­sto set­to­re, ma che anzi il pro­get­to del dis­sa­la­to­re por­ti con se più rischi che benefici.
Sap­pia­mo infat­ti che l’en­te tito­la­re di com­pe­ten­ze in mate­ria di poli­ti­ca idri­ca ha già da tem­po impo­sto dal­l’al­to le pro­prie rego­le e la pro­pria visio­ne, pas­san­do come un car­ro arma­to sopra le istan­ze locali.
Ciò è avve­nu­to tra­mi­te uno stru­men­to — più quo­ti­dia­no di quan­to si pos­sa pen­sa­re — come l’ur­ba­ni­sti­ca, del­la qua­le que­sto ter­ri­to­rio deve tor­na­re a par­la­re se non vuo­le sot­to­scri­ve­re con ras­se­gna­zio­ne la pri­va­zio­ne del­le leve fon­da­men­ta­li del suo futu­ro o meglio, in altre paro­le, se non vuo­le rinun­cia­re ad esse­re padro­ne di se stesso.
Que­sto sareb­be inac­cet­ta­bi­le così come altret­tan­to inac­cet­ta­bi­le è la moti­va­zio­ne che mi sono spes­so sen­ti­ta for­ni­re men­tre acco­ra­ta­men­te com­bat­te­vo que­sta bat­ta­glia: nien­te dis­sa­la­to­re = nien­te nuo­vi allac­ci = nien­te nuo­ve edificazioni.
Accan­to a que­sta spe­cie di ricat­to è sta­to mes­so in cam­po uno stru­men­to urba­ni­sti­co leta­le per l’au­to­no­mia del­le nostre ammi­ni­stra­zio­ni e liber­ti­ci­da (que­sto sì) del­la rela­ti­va liber­tà di autodeterminazione.
Con la “varian­te di pub­bli­ca uti­li­tà” un obiet­ti­vo del­la pro­gram­ma­zio­ne di un ente pre­po­sto alla gestio­ne di una com­pe­ten­za regio­na­le e non rap­pre­sen­ta­ti­vo dei cit­ta­di­ni divie­ne una scel­ta subi­ta e sot­trat­ta al dibat­ti­to poli­ti­co, legit­ti­ma­to inve­ce pro­prio da quel­la plu­ra­li­tà di visio­ni ed dal­la sca­la di valo­ri che di vol­ta in vol­ta entra­no in gioco.
La varian­te di pub­bli­ca uti­li­tà deve esse­re inter­pre­ta­ta come un per­cor­so pri­vi­le­gia­to in ter­mi­ni di tem­pi e pro­ce­du­re ma a fron­te di solu­zio­ni con­di­vi­se alme­no dal­l’en­te ter­ri­to­rial­men­te com­pe­ten­te e non come un’ar­ma di impo­si­zio­ne poli­ti­ca ad un ter­ri­to­rio che ha visto negli anni ingen­ti risor­se inve­sti­te a favo­re di solu­zio­ni diver­se come quel­le del­la con­dot­ta idri­ca sot­to­ma­ri­na, oggi “rin­ne­ga­ta” insie­me alla con­si­de­ra­zio­ne del valo­re ambien­ta­le di que­sto ter­ri­to­rio ed alla con­sa­pe­vo­lez­za che di fron­te ad esso sareb­be inso­ste­ni­bi­le il prez­zo da paga­re ad una cie­ca ed incon­ce­pi­bi­le osti­na­zio­ne politica.

2 Commenti

  1. Simone

    Det­to in paro­le pove­re c’è sem­pre qual­cu­no che ci deve mangiare,mi pia­ce­reb­be che le auto­ri­tà com­pe­ten­ti andas­se­ro a con­trol­la­re i con­ti cor­ren­ti di que­sti poli­ti­ci locali

  2. Umberto

    l’Ac­qua deve esse­re PUBBLICA ‚così come si sono espres­si i cit­ta­di­ni ita­lia­ni con il refe­ren­dum del 2011.Più sem­pli­ce di così?

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