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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Non servono cent’anni per insegnare il dono prezioso della vita. In ricordo di Daniele Cecchini

Otto anni fà l’ aria tut­to d’ un trat­to si fece pesante, irres­pirabile e come suc­cede per i miti quan­do scom­paiono, ti ricor­di benis­si­mo dov’ eri e cosa face­vi quan­do hai rice­vu­to la tremen­da, sur­reale notizia: “Daniele non c’è più”
Boia se me lo ricor­do dov’ero e che face­vo, ero ad un raduno di Harley a Siena ed insieme ad Alessan­dri­no decidem­mo che non ave­va sen­so stare li, non ave­va sen­so nul­la, non ave­va sen­so quel­lo che era accadu­to.
Il resto è un mix di gira­men­ti di coglioni, gran­di, immen­si, inqual­i­fi­ca­bili.
E te? E te m’ ave­vi las­ci­a­to un com­pi­to mica tan­to facile, qualche mese pri­ma in chat quel­la doman­da appar­ente­mente sen­za sen­so: ” Zio hai mai suona­to in un pos­to che eri a dis­a­gio?” No, fù la mi rispos­ta, so sem­pre come gestir­la. Invece mi toc­cò suonare al tuo funerale per­chè cosi ave­vi deciso, pen­sa il potere del cervel­lo, avrei dovu­to capire subito il sen­so del­la tua doman­da, ma non pote­va essere, non ave­vo nem­meno lon­tana­mente pen­sato ad una cosa del genere. Ti svelo un seg­re­to, mi feci anche la bar­ba a zero quel giorno per­chè non vole­vo “essere io”, non vole­vo salire su quel pal­co, non vole­vo e bas­ta.
Che gior­na­ta assur­da, tut­to era assur­do, tut­to è tutt’ ora assur­do a dis­tan­za di otto anni.
La tua grandez­za è sta­ta e sarà aver inseg­na­to ad ognuno di noi che non serve vivere cent’ anni per inseg­nare agli altri cos’è il bene prezioso del­la vita.
Sei sta­to e per sem­pre sarai un esem­pio per tut­ti noi, la bar­ba è ricresci­u­ta, il gira­men­to di coglioni non si è mai fer­ma­to.
Non c’ è scon­fit­ta nel cuore di chi lot­ta. Ti voglio bene. Zio Stix

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