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Manchette di prima

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Manchette di prima

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10 Febbraio, il Giorno del Ricordo — Fulvio Di Pietro

1944- 2004 Ita­lia, Istria, Dalmazia.
Un silen­zio dura­to decenni.

Un silen­zio sui fat­ti riguar­dan­ti la puli­zia etni­ca ver­so gli ita­lia­ni, gli slo­ve­ni e il suc­ces­si­vo eso­do dei pro­fu­ghi istria­ni avve­nu­ta duran­te la dit­ta­tu­ra comu­ni­sta in Jugo­sla­via del mare­scial­lo Josip Broz Tito.
Un silen­zio, dura­to alme­no uffi­cial­men­te in Ita­lia fino al 2004, sia del­la sto­ria che di gran par­te del­la clas­se poli­ti­ca Ita­lia­na e che anco­ra avvol­ge la vicen­da dell’esodo e del­le foibe.

Un silen­zio che man­tie­ne una feri­ta Nazio­na­le anco­ra aper­ta per­ché igno­ra­ta per trop­po tem­po e che, solo da alcu­ni anni, sta tro­van­do un po’ di spa­zio e di stu­dio sui media nazionali.
Al mas­sa­cro del­le foi­be, inghiot­ti­toi natu­ra­li di for­ma­zio­ne car­si­ca, pro­fon­di anche 100 metri e più, nei qua­li furo­no get­ta­ti , spa­ra­ti o meno e comun­que col­le­ga­ti con un filo di fer­ro a tre alla vol­ta, tut­ti que­gli Esse­ri Uma­ni che si opponevano
al regi­me Jugo­sla­vo dell’epoca.

A cau­sa di que­sti orro­ri, seguì l’e­so­do giu­lia­no dal­ma­ta, ovve­ro l’e­mi­gra­zio­ne più o meno for­za­ta del­la mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni di etnia e di lin­gua ita­lia­na dal­la Vene­zia Giu­lia, del Quar­na­ro e dal­la Dal­ma­zia, ter­ri­to­ri del Regno d’I­ta­lia pri­ma occu­pa­ti dal­l’E­ser­ci­to Popo­la­re di Libe­ra­zio­ne del­la Jugo­sla­via del mare­scial­lo Josip Broz Tito e suc­ces­si­va­men­te annes­si dal­la Jugoslavia.
Un emi­gra­zio­ne dovu­ta a all’op­pres­sio­ne eser­ci­ta­ta da un regi­me la cui natu­ra tota­li­ta­ria impe­di­va anche la libe­ra espres­sio­ne del­l’i­den­ti­tà nazionale.
Si sti­ma che i giu­lia­ni, i quar­ne­ri­ni e i dal­ma­ti ita­lia­ni che emi­gra­ro­no dal­le loro ter­re di ori­gi­ne ammon­ti­no a un nume­ro com­pre­so tra le 250 000 e le 350 000 per­so­ne tra il 1945 e il 1956.

Dal 1956 si è dovu­to arri­va­re fino al 2004 affin­ché il Par­la­men­to Ita­lia­no rico­no­sces­se Uffi­cial­men­te quan­to suc­ces­se 50 anni prima.

Ed ecco come deli­be­rò il Parlamento:

Leg­ge 30 mar­zo 2004, n. 92

“Isti­tu­zio­ne del «Gior­no del ricor­do» in memo­ria del­le vit­ti­me del­le foi­be, dell’esodo giu­lia­no-dal­ma­ta, del­le vicen­de del con­fi­ne orien­ta­le e con­ces­sio­ne di un rico­no­sci­men­to ai con­giun­ti degli infoibati”
pub­bli­ca­ta nel­la Gaz­zet­ta Uffi­cia­le n. 86 del 13 apri­le 2004

Art. 1.
1. La Repub­bli­ca rico­no­sce il 10 feb­bra­io qua­le «Gior­no del ricor­do» al fine di con­ser­va­re e rin­no­va­re la memo­ria del­la tra­ge­dia degli ita­lia­ni e di tut­te le vit­ti­me del­le foi­be, dell’esodo dal­le loro ter­re degli istria­ni, fiu­ma­ni e dal­ma­ti nel secon­do dopo­guer­ra e del­la più com­ples­sa vicen­da del con­fi­ne orientale.

2. Nel­la gior­na­ta di cui al com­ma 1 sono pre­vi­ste ini­zia­ti­ve per dif­fon­de­re la cono­scen­za dei tra­gi­ci even­ti pres­so i gio­va­ni del­le scuo­le di ogni ordi­ne e grado.
È altre­sì favo­ri­ta, da par­te di isti­tu­zio­ni ed enti, la rea­liz­za­zio­ne di stu­di, con­ve­gni, incon­tri e dibat­ti­ti in modo da con­ser­va­re la memo­ria di quel­le vicen­de. Tali ini­zia­ti­ve sono, inol­tre, vol­te a valo­riz­za­re il patri­mo­nio cul­tu­ra­le, sto­ri­co, let­te­ra­rio e arti­sti­co degli ita­lia­ni dell’Istria, di Fiu­me e del­le coste dal­ma­te, in par­ti­co­la­re ponen­do in rilie­vo il con­tri­bu­to degli stes­si, negli anni tra­scor­si e negli anni pre­sen­ti, allo svi­lup­po socia­le e cul­tu­ra­le del ter­ri­to­rio del­la costa nord-orien­ta­le adria­ti­ca ed altre­sì a pre­ser­va­re le tra­di­zio­ni del­le comu­ni­tà istria­no-dal­ma­te resi­den­ti nel ter­ri­to­rio nazio­na­le e all’estero.

Abbia­mo inte­so con que­ste righe, ren­de­re dove­ro­so Rico­no­sci­men­to e silen­zio­so Rispet­to alle Vit­ti­me di que­gli orro­ri, ai Paren­ti Soprav­vis­su­ti ed ai Discendenti.
Ed anche affin­ché chi non ha avu­to modo di sape­re, sappia.

Ful­vio Di Pietro

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