1944- 2004 Italia, Istria, Dalmazia.
Un silenzio durato decenni.
Un silenzio sui fatti riguardanti la pulizia etnica verso gli italiani, gli sloveni e il successivo esodo dei profughi istriani avvenuta durante la dittatura comunista in Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito.
Un silenzio, durato almeno ufficialmente in Italia fino al 2004, sia della storia che di gran parte della classe politica Italiana e che ancora avvolge la vicenda dell’esodo e delle foibe.
Un silenzio che mantiene una ferita Nazionale ancora aperta perché ignorata per troppo tempo e che, solo da alcuni anni, sta trovando un po’ di spazio e di studio sui media nazionali.
Al massacro delle foibe, inghiottitoi naturali di formazione carsica, profondi anche 100 metri e più, nei quali furono gettati , sparati o meno e comunque collegati con un filo di ferro a tre alla volta, tutti quegli Esseri Umani che si opponevano
al regime Jugoslavo dell’epoca.
A causa di questi orrori, seguì l’esodo giuliano dalmata, ovvero l’emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d’Italia prima occupati dall’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Josip Broz Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia.
Un emigrazione dovuta a all’oppressione esercitata da un regime la cui natura totalitaria impediva anche la libera espressione dell’identità nazionale.
Si stima che i giuliani, i quarnerini e i dalmati italiani che emigrarono dalle loro terre di origine ammontino a un numero compreso tra le 250 000 e le 350 000 persone tra il 1945 e il 1956.
Dal 1956 si è dovuto arrivare fino al 2004 affinché il Parlamento Italiano riconoscesse Ufficialmente quanto successe 50 anni prima.
Ed ecco come deliberò il Parlamento:
Legge 30 marzo 2004, n. 92
“Istituzione del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati”
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile 2004
Art. 1.
1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale «Giorno del ricordo» al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
2. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado.
È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell’Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all’estero.
Abbiamo inteso con queste righe, rendere doveroso Riconoscimento e silenzioso Rispetto alle Vittime di quegli orrori, ai Parenti Sopravvissuti ed ai Discendenti.
Ed anche affinché chi non ha avuto modo di sapere, sappia.
Fulvio Di Pietro