Skip to content

Manchette di prima

EDICOLA ELBANA SHOW

Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

BREAKING NEWS

Aree Marine Protette, vi spieghiamo perchè siamo contrari

Impo­si­zio­ni, rego­le e costi a sca­pi­to del­la popo­la­zio­ne loca­le e dei turi­sti, in nome del­la sal­va­guar­dia dell’ambiente.
Sono ormai mesi che leg­gia­mo nei vari cana­li di infor­ma­zio­ne elba­ni, arti­co­li riguar­da­ti l’istituzione di un’eventuale area mari­na pro­tet­ta nell’Arcipelago Tosca­no, un con­ti­nuo e tor­men­to­so mes­sag­gio per con­vin­ce­re i cit­ta­di­ni che l’istituzione di que­sta AMP sia l’UNICA solu­zio­ne per sal­va­guar­da­re l’ambiente.
Da una nota invia­ta al Mini­stro dell’Ambiente pro – tem­po­re Ser­gio Costa del 18/12/2020 si evin­ce che il del Pre­si­den­te Nazio­na­le di Legam­bien­te Ste­fa­no Cifa­ni chie­de­va uffi­cial­men­te la ria­per­tu­ra dell’iter di isti­tu­zio­ne dell’AMP nell’Arcipelago Tosca­no, sot­to­li­nean­do che a dif­fe­ren­za di anni fa, gli Elba­ni sareb­be­ro ad oggi Favorevoli.
In real­tà non è MAI sta­to chie­sto nes­sun pare­re uffi­cia­le alla cit­ta­di­nan­za, tran­ne che una rac­col­ta fir­me pro­mos­sa dal CED (con­sor­zio Diving Elba­no), Legam­bien­te, Gui­de subac­quee del Par­co Nazio­na­le e l’ASD Diver­sa­men­te Mari­nai, che con­ta­va 5000 fir­me le qua­li però rap­pre­sen­ta­no sola­men­te lo 0,72 del­la popo­la­zio­ne Elba­na su una sti­ma di 30.000 abitanti!
Per­tan­to risul­ta chia­ro che ai pro­mo­to­ri, non inte­res­sa cosa real­men­te pen­sa­no i cit­ta­di­ni, ma l’interesse è sola­men­te quel­lo di isti­tuir­la, dan­do uno schiaf­fo alla democrazia.
Ricor­dia­mo che il Par­co è un Ente con pote­ri che sca­val­ca­no gerar­chi­ca­men­te quel­li degli Enti loca­li e non è sog­get­to al voto del­la cit­ta­di­nan­za. Una esten­sio­ne del Par­co a mare, attra­ver­so la crea­zio­ne del­la AMP, dareb­be anco­ra più pote­re ad un’istituzione che ha l’autorità per sovra deter­mi­na­re la volon­tà dei cit­ta­di­ni; da ciò ne deri­ve­reb­be una pro­gres­si­va per­di­ta di auto­no­mia degli Enti loca­li elet­ti (Comu­ni) e di tut­ti i cittadini.
Dun­que la doman­da vie­ne spon­ta­nea, cosa spin­ge que­ste per­so­ne ad adot­ta­re que­sti siste­mi anti­de­mo­cra­ti­ci per con­vin­ce­re il Mini­ste­ro a ria­pri­re l’iter di isti­tu­zio­ne del­le AMP??
Noi del movi­men­to “SI alla Tute­la del Mare NO all’Area Mari­na Pro­tet­ta” cer­che­re­mo in que­sto testo di spie­ga­re cosa sono le AMP, e cosa potreb­be acca­de­re al nostro ter­ri­to­rio, basan­do­ci su quel­lo che è pur­trop­po acca­du­to in altre zone.
Per­tan­to secon­do il nostro pun­to di vista, è neces­sa­rio tro­va­re del­le solu­zio­ni alter­na­ti­ve all’AMP in quan­to sareb­be gesti­ta dell’Ente Par­co, il qua­le toglie­reb­be la gestio­ne degli spec­chi acquei e degli are­ni­li alle Ammi­ni­stra­zio­ni Locali.
Ana­liz­zia­mo le alcu­ne carat­te­ri­sti­che dell’Area Mari­na pro­tet­ta citan­do il rego­la­men­to AMP del­le 5 Ter­re (per chi vuo­le entra­re nel det­ta­glio guar­da­re: (http://db.parks.it/pdf/sitiufficiali/PN5TRdocumento‑8–6.pdf)
“Affi­da­ta e Gesti­ta dall’Ente Par­co che ne deci­de il rela­ti­vo rego­la­men­to basan­do­si sul­le rego­le gene­ra­li del­le AMP, deci­den­do in toto la gestio­ne del­le aree mari­ne e aven­te veto sul­le rela­ti­ve aree dema­nia­li (dete­nen­do sem­pre e comun­que la deci­sio­ne finale).”
I Comu­ni non avreb­be­ro nes­sun pote­re deci­sio­na­le o di veto, il loro uni­co ruo­lo sareb­be di tipo consultivo.
Infat­ti come pre­vi­sto dal­la (L. n. 979/82 art. 28 e L. n. 426/98 art. 2 co. 16) sarà nomi­na­ta una “Com­mis­sio­ne di riser­va” la qua­le come pre­vi­sto da’art. 2, com­ma 339, del­la leg­ge 24/12/2007 n. 244, com­pren­de­rà SOLAMENTE n. 1 “esper­to desi­gna­to d’intesa tra i comu­ni inte­res­sa­ti” … Pra­ti­ca­men­te niente!
“La ripro­va la tro­ve­re­te nel pros­si­mo art. 6 del Rego­la­men­to del­le Cin­que Terre”
Citia­mo uno stral­cio del sopra­ci­ta­to regolamento:
Arti­co­lo 4:
“…La gestio­ne dell’area mari­na pro­tet­ta è affi­da­ta all’Ente Par­co Nazio­na­le. L’Ente Par­co si attie­ne per lo svol­gi­men­to del­le atti­vi­tà di gestio­ne dell’area mari­na protetta…”
Arti­co­lo 6:
“La Com­mis­sio­ne di riser­va, isti­tui­ta pres­so l’Ente gesto­re dell’area mari­na pro­tet­ta con decre­to del Mini­ste­ro dell’Ambiente e del­la tute­la del ter­ri­to­rio e del mare… affian­ca l’ente dele­ga­to nel­la gestio­ne dell’area, for­mu­lan­do pro­po­ste e suggerimenti”
I mem­bri del­la Com­mis­sio­ne di riser­va sen­za pote­re deci­sio­na­le sareb­be­ro i seguenti:
— un rap­pre­sen­tan­te del Mini­stro, con fun­zio­ni di Presidente;
— un esper­to desi­gna­to dal­la Regio­ne inte­res­sa­ta, con fun­zio­ni di vice Presidente;
— un esper­to desi­gna­to d’in­te­sa tra i Comu­ni rivie­ra­schi interessati;
— un esper­to del Mini­ste­ro del­l’Am­bien­te e del­la Tute­la del Ter­ri­to­rio e del Mare;
— un rap­pre­sen­tan­te del­la Capi­ta­ne­ria di por­to, su pro­po­sta del Repar­to Ambien­ta­le Mari­no pres­so il Mini­ste­ro dell’Ambiente:
— un esper­to desi­gna­to dal­l’I­sti­tu­to supe­rio­re per la Pro­te­zio­ne e la Ricer­ca Ambien­ta­le (ISPRA);
— un esper­to desi­gna­to dal­le asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste mag­gior­men­te rap­pre­sen­ta­ti­ve e rico­no­sciu­te dal Mini­ste­ro dell’Ambiente;
La Com­mis­sio­ne di avrà poi il com­pi­to di espri­mer­si sul­la pro­po­sta di Rego­la­men­to, e per­tan­to ci chiediamo:
Quan­to potrà con­ta­re un solo mem­bro che rap­pre­sen­ta i comuni??
Andia­mo ad ana­liz­za­re la com­po­si­zio­ne dell’AMP
Le Aree Mari­ne Pro­tet­te sono soli­ta­men­te divi­se in diver­se zone:
“A” zona a riser­va inte­gra­le, vi è consentito:
1. atti­vi­tà di soc­cor­so e sorveglianza
2. le atti­vi­tà di ser­vi­zio svol­te per con­to del sog­get­to gesto­re (Ente Parco)
3. le atti­vi­tà di ricer­ca scien­ti­fi­ca auto­riz­za­te dal sog­get­to gesto­re (Ente Parco)
4. la bal­nea­zio­ne, disci­pli­na­ta dal sog­get­to gesto­re in base ad un regi­me di tur­na­zio­ne e con­tin­gen­ta­men­to defi­ni­to sul­la base del moni­to­rag­gio del­l’a­rea mari­na pro­tet­ta, con acces­so da ter­ra e da mare, esclu­si­va­men­te a nuo­to o con nata­ti con­dot­ti a remi, sen­za l’impiego di pin­ne, cal­za­tu­re e guanti.
5. le visi­te gui­da­te subac­quee, auto­riz­za­te dal sog­get­to gesto­re in pre­sen­za di gui­da o istrut­to­re subac­queo auto­riz­za­ti dall’ente con un nume­ro mas­si­mo di 4 subac­quei per ogni gui­da, per un gesto­re; mas­si­mo di 2 gui­de e 8 subac­quei per cia­scu­na immer­sio­ne; per cia­scu­na zona A, è con­sen­ti­to un mas­si­mo di 5 immer­sio­ni dal­le ore 06.00 alle ore 20.00 anche sul­la base del moni­to­rag­gio perio­di­co degli impat­ti sui fon­da­li, con un nume­ro di visi­ta­to­ri per ogni gui­da istrut­to­re ai cen­tri d’im­mer­sio­ne aven­ti sede lega­le nei Comu­ni rica­den­ti nel­l’a­rea mari­na pro­tet­ta alla data di entra­ta in vigo­re del pre­sen­te regolamento
6. la navi­ga­zio­ne auto­riz­za­ta dal sog­get­to gesto­re ai natan­ti a remi, a peda­li, a vela o con pro­pul­so­re elet­tri­co, a velo­ci­tà non supe­rio­re a 5 nodi;

“B” zona di riser­va gene­ra­le, vi è consentito:

1. le atti­vi­tà con­sen­ti­te in zona A;
2. la bal­nea­zio­ne; le visi­te gui­da­te subac­quee, svol­te com­pa­ti­bil­men­te alle esi­gen­ze di tute­la dei fon­da­li e auto­riz­za­te dal sog­get­to gesto­re (Nel­le zone B sono con­sen­ti­te, pre­via auto­riz­za­zio­ne dell’ente)
gesto­re, le visi­te subac­quee gui­da­te svol­te dai cen­tri d’immersione, con
le seguen­ti modalità:
a) in pre­sen­za di gui­da o istrut­to­re subac­queo, autorizzati
dall’ente gestore;
b) con un nume­ro mas­si­mo di 5 subac­quei per ogni gui­da autorizzata,
per un mas­si­mo di 2 gui­de e 10 subac­quei per cia­scu­na immersione;
c) per cia­scu­na zona B, è con­sen­ti­to un mas­si­mo di 3 immersioni
dal­le ore 06.00 alle ore 12.00, un mas­si­mo di 3 immer­sio­ni dalle
ore 12.00 alle ore 20.00 ed una immer­sio­ne not­tur­na dal­le ore 20.00 alle ore 23.00.)

3. le immer­sio­ni subac­quee, svol­te com­pa­ti­bil­men­te alle esi­gen­ze di tute­la dei fon­da­li (ai fini dell’esercizio del­le immer­sio­ni subac­quee individuali
nel­le zone B, sal­va la neces­si­tà di con­tin­gen­ta­men­to dell’attività, possono
richie­de­re l’autorizzazione:
a) i resi­den­ti nei comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta con
un mas­si­mo di due accompagnatori;
b) i pos­ses­so­ri di abi­ta­zio­ni nei comu­ni rica­den­ti nell’area marina
protetta;
c) colo­ro che abbia­mo risie­du­to per alme­no 10 anni nei comuni
rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta già in pos­ses­so dell’autorizzazione
alla data di entra­ta in vigo­re del rego­la­men­to di disci­pli­na del­le attività)

Ven­go­no così esclu­si tut­ti i sog­get­ti non resi­den­ti che voles­se­ro svol­ge­re immer­sio­ne in auto­no­mia, qual­sia­si “turi­sta” o “ama­to­re” non potreb­be immer­ger­si in zona B sen­za paga­re un diving.

4. la navi­ga­zio­ne, esclu­si­va­men­te in asset­to dislo­can­te, a velo­ci­tà non supe­rio­re a 5 nodi entro la distan­za di 300 metri dal­la costa, e a velo­ci­tà non supe­rio­re a 10 nodi, entro la fascia di mare com­pre­sa tra i 300 metri e i 600 metri di distan­za dal­la costa
5. l’ac­ces­so, alle uni­tà a vela, a remi, a peda­li o con pro­pul­so­re elet­tri­co l’ac­ces­so, ai natan­ti, ad ecce­zio­ne del­le moto d’ac­qua o acqua­scoo­ter e mez­zi simi­la­ri, e alle imbar­ca­zio­ni in linea con i requi­si­ti di ecocompatibilità
6. l’ac­ces­so, alle uni­tà nava­li adi­bi­te al tra­spor­to pas­seg­ge­ri, alle visi­te gui­da­te e alle atti­vi­tà dei cen­tri d’im­mer­sio­ne, auto­riz­za­te dal sog­get­to gestore
7. l’or­meg­gio, ai natan­ti e alle imbar­ca­zio­ni, in siti indi­vi­dua­ti dal sog­get­to gesto­re median­te appo­si­ti cam­pi boe, posi­zio­na­ti com­pa­ti­bil­men­te con l’e­si­gen­za di tute­la dei fondali
8. l’an­co­rag­gio ai natan­ti e alle imbar­ca­zio­ni in linea con i requi­si­ti di eco­com­pa­ti­bi­li­tà, al di fuo­ri del­le aree par­ti­co­lar­men­te sen­si­bi­li, indi­vi­dua­te e segna­la­te dal sog­get­to gesto­re, com­pa­ti­bil­men­te alle esi­gen­ze di tute­la dei fondali
9. l’e­ser­ci­zio del­la pic­co­la pesca arti­gia­na­le, e l’at­ti­vi­tà di pesca­tu­ri­smo riser­va­te alle impre­se di pesca che eser­ci­ta­no l’at­ti­vi­tà sia indi­vi­dual­men­te, sia in for­ma coo­pe­ra­ti­va, aven­ti sede lega­le nei Comu­ni rica­den­ti nel­l’a­rea mari­na pro­tet­ta, alla data di entra­ta in vigo­re del pre­sen­te decreto
con reti da posta rego­lar­men­te segna­la­te, secon­do nor­ma­ti­va e appo­si­ta­men­te con­trad­di­stin­te dal nume­ro di iden­ti­fi­ca­zio­ne del pro­prie­ta­rio dell’attrezzo uti­liz­za­to per la pesca, con le seguen­ti modalità:
a) le reti devo­no esse­re cala­te per­pen­di­co­lar­men­te alla linea ogni imbar­ca­zio­ne auto­riz­za­ta può uti­liz­za­re in alter­na­ti­va tra loro: di costa, ad ecce­zio­ne degli attrez­zi di altez­za infe­rio­re a 2,5 metri; fino ad un mas­si­mo di 2.300 metri di rete con maglia supe­rio­ri a 55 mil­li­me­tri (comu­ne­men­te deno­mi­na­ta maglia del 9 , fino ad un mas­si­mo di 500 metri di rete con maglia da38,46 mil­li­me­tri (comu­ne­men­te deno­mi­na­ta maglia del 13) uni­ta­men­te ad un mas­si­mo di 1.200 metri di rete con maglie da 55 mil­li­me­tri (comu­ne­men­te deno­mi­na­ta maglia del 9
b) con pala­mi­ti, come pre­vi­sto dal­la nor­ma­ti­va vigente;
c) con len­za, come pre­vi­sto dal­la nor­ma­ti­va vigente.

10. la pesca spor­ti­va, con len­za e can­na, auto­riz­za­ta dal sog­get­to gesto­re e riser­va­ta ai resi­den­ti nei Comu­ni rica­den­ti nel­l’a­rea mari­na protetta

Nel­le zone B è con­sen­ti­ta, pre­via auto­riz­za­zio­ne dell’ente gesto­re, la pesca ricrea­ti­va, riser­va­ta ai resi­den­ti nei Comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta, con i seguen­ti attrezzi:
a) con bolen­ti­no dall’imbarcazione, anche con can­na a muli­nel­lo, a non più di 2 ami;
b) con un mas­si­mo di 2 can­ne sin­go­le o da lan­cio o len­za, da ter­ra, a non più di 2 ami;
c) con len­za a cor­ren­ti­na, a non più di 2 len­ze ad imbarcazione;
d) con len­za a trai­na, a non più di 2 trai­ne a imbarcazione;
e) median­te natel­li di super­fi­cie, ovve­ro len­ze peda­gna­te a non più di 2 ami, con limi­te mas­si­mo di 5 natel­li ad imbarcazione.

“C” zona di riser­va par­zia­le, vi è consentito:

• le atti­vi­tà con­sen­ti­te in zona A e in zona B;
• l’ac­ces­so, auto­riz­za­to dal sog­get­to gesto­re, alle navi da dipor­to in linea con i requi­si­ti di ecocompatibilità
• l’ac­ces­so e la navi­ga­zio­ne ai mez­zi di linea auto­riz­za­ti dal sog­get­to gesto­re a velo­ci­tà non supe­rio­re a 5 nodi, entro la distan­za di 300 metri dal­la costa, a velo­ci­tà non supe­rio­re a 10 nodi, entro la fascia di mare com­pre­sa tra i 300 metri e i 600 metri di distan­za dal­la costa; a velo­ci­tà non supe­rio­re a 15 nodi, entro la fascia di mare com­pre­sa tra i 600 metri e i 1.000 metri di distan­za dal­la costa, a velo­ci­tà non supe­rio­re a 20 nodi, oltre i1.000 metri di distan­za dal­la costa;
• l’or­meg­gio, auto­riz­za­to dal sog­get­to gesto­re in siti indi­vi­dua­ti dal sog­get­to gesto­re alle navi da dipor­to in linea con i requi­si­ti di eco­com­pa­ti­bi­li­tà, appo­si­ti cam­pi boe, posi­zio­na­ti com­pa­ti­bil­men­te con l’e­si­gen­za di tute­la dei fondali;
• l’av­vi­sta­men­to ceta­cei e l’ac­ces­so in pre­sen­za di mam­mi­fe­ri mari­ni, secon­do il codi­ce di con­dot­ta relativo;
• la pesca spor­ti­va con nas­se e pala­mi­ti, con nume­ro di ami a per­so­na non supe­rio­re a 70, con limi­te mas­si­mo di 200 ami a imbar­ca­zio­ne auto­riz­za­ta dal sog­get­to gesto­re, per i resi­den­ti nei Comu­ni rica­den­ti nel­l’a­rea mari­na protetta;
• la pesca spor­ti­va, con len­za e can­na, auto­riz­za­ta| dal sog­get­to gesto­re, per i non resi­den­ti nei Comu­ni rica­den­ti nel­l’a­rea mari­na protetta;

Nel­la zona C è con­sen­ti­ta, pre­via auto­riz­za­zio­ne dell’ente gesto­re, la pesca ricrea­ti­va ai non resi­den­ti nei Comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta, con un mas­si­mo di 2 can­ne o len­ze da ter­ra, a non più di 2 ami.
11. Nel­la zona C, ai fini del rila­scio dell’autorizzazione alla pesca ricrea­ti­va, sal­va la neces­si­tà di con­tin­gen­ta­men­to dell’attività, sono equi­pa­ra­ti ai resi­den­ti le seguen­ti categorie:
a. i pos­ses­so­ri di abi­ta­zio­ni nei comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta con al mas­si­mo due accompagnatori;
b. colo­ro che abbia­no risie­du­to per alme­no 10 anni nei comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta già in pos­ses­so dell’autorizzazione alla data di entra­ta in vigo­re del rego­la­men­to di disciplina.
12. I ragaz­zi di età infe­rio­re ai 12 anni pos­so­no pesca­re solo se accom­pa­gna­ti da un adul­to con rego­la­re autorizzazione.
13. Ai fini del rila­scio dell’autorizzazione è con­si­de­ra­to tito­lo pre­fe­ren­zia­le la resi­den­za nei comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na protetta.
14. Ai fini del rila­scio dell’autorizzazione per lo svol­gi­men­to dell’attività di pesca spor­ti­va, i sog­get­ti non resi­den­ti nei Comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta devo­no ver­sa­re all’ente gesto­re un cor­ri­spet­ti­vo a tito­lo di dirit­to di segre­te­ria e rim­bor­so spese,
secon­do le moda­li­tà indicate;
15. Il rila­scio dell’autorizzazione com­por­ta l’obbligo di espor­re i con­tras­se­gni auto­riz­za­ti­vi rila­scia­ti dall’ente gesto­re, che com­pren­do­no sia ban­die­re o pan­nel­li da issa­re solo duran­te l’esercizio dell’attività auto­riz­za­ta, sia pan­nel­li e/o ade­si­vi da espor­re sull’unità nava­le. I sud­det­ti con­tras­se­gni devo­no esse­re ricon­se­gna­ti pres­so gli uffi­ci dell’ente gestore
al ter­mi­ne di sca­den­za dell’autorizzazione.
16. Il rila­scio dell’autorizzazione com­por­ta l’obbligo di for­ni­re all’ente gesto­re dati e infor­ma­zio­ni rela­ti­ve alle atti­vi­tà di pesca eser­ci­ta­te, ai fini del moni­to­rag­gio dell’area mari­na protetta.
17. Ai fini del rin­no­vo dell’autorizzazione, i pesca­to­ri spor­ti­vi pre­ce­den­te­men­te auto­riz­za­ti devo­no comu­ni­ca­re annual­men­te, entro e non oltre il 30 novem­bre di ogni anno, i perio­di di eser­ci­zio e le moda­li­tà spe­ci­fi­che di uti­liz­zo degli stru­men­ti di cat­tu­ra (pala­mi­ti, trai­na, tota­na­ra, len­ze, ecc.), non­ché elen­co det­ta­glia­to del­le spe­cie itti­che e del­le rela­ti­ve quan­ti­tà tota­li di pre­lie­vo, espres­se in chi­lo­gram­mi, dei dodi­ci mesi precedenti.
18. Sia a ter­ra che a mare, è con­sen­ti­to un pre­lie­vo cumu­la­ti­vo gior­na­lie­ro fino a 2 kg per per­so­na o 3 kg per uni­tà nava­le, sal­vo il caso di sin­go­lo esem­pla­re di peso supe­rio­re. In quest’ultimo caso è pre­scrit­to l’arresto imme­dia­to dell’attività di pesca ed è altre­sì con­sen­ti­to il man­te­ni­men­to del­le even­tua­li pre­de pesca­te in precedenza.
19. Ai fini del rila­scio dell’autorizzazione alle atti­vi­tà di pesca spor­ti­va nell’area mari­na pro­tet­ta, i richie­den­ti devono:
a) indi­ca­re gli stru­men­ti di pesca che inten­do­no adoperare;
b) ver­sa­re all’ente gesto­re un cor­ri­spet­ti­vo a tito­lo di dirit­to di segre­te­ria e rim­bor­so spe­se, secon­do le moda­li­tà previste
• l’e­ser­ci­zio del­la pic­co­la pesca arti­gia­na­le, e l’at­ti­vi­tà di pesca­tu­ri­smo, riser­va­te alle impre­se di pesca che eser­ci­ta­no l’at­ti­vi­tà sia indi­vi­dual­men­te, sia in for­ma coo­pe­ra­ti­va, aven­ti sede lega­le nei Comu­ni rica­den­ti nel­l’a­rea mari­na pro­tet­ta, alla data di entra­ta in vigo­re del pre­sen­te decre­to, e ai soci del­le sud­det­te coo­pe­ra­ti­ve inse­ri­ti alla stes­sa data nel regi­stro di cia­scu­na cooperativa

Nel­la zona C è con­sen­ti­ta, pre­via auto­riz­za­zio­ne dell’ente gesto­re, la pesca ricrea­ti­va, riser­va­ta ai resi­den­ti nei Comu­ni rica­den­ti nell’area mari­na pro­tet­ta, con gli attrez­zi di cui al pre­ce­den­te punto
e con i seguenti:
a. con “pol­pa­ra”, median­te l’utilizzo di qual­sia­si stru­men­to desti­na­to alla cat­tu­ra di cefa­lo­po­di octo­po­di, con o sen­za esca, con non più di 2 pol­pa­re a imbar­ca­zio­ne, limi­ta­ta­men­te al perio­do dal 15 otto­bre al30 marzo;
b. con “tota­na­ra”, median­te l’utilizzo di qual­sia­si stru­men­to desti­na­to alla cat­tu­ra di cefa­lo­po­di teu­ti­di, con o sen­za esca, con non più di 2 tota­na­re a imbar­ca­zio­ne, limi­ta­ta­men­te al perio­do dal 15 otto­bre al 30 marzo;
c. con “sep­pia­ra”, median­te l’utilizzo di qual­sia­si stru­men­to desti­na­to alla cat­tu­ra di cefa­lo­po­di, con o sen­za esca, con non più di 2 sep­pia­re a imbar­ca­zio­ne limi­ta­ta­men­te al perio­do dal 15 otto­bre al 30 marzo;
d. con pala­mi­ti, con nume­ro di ami a per­so­na non supe­rio­re a 70, con limi­te mas­si­mo di 200 ami a imbarcazione;
e. con una nas­sa nel perio­do dal 1° giu­gno al 31 ago­sto, se muni­ta del con­tras­se­gno iden­ti­fi­ca­ti­vo rila­scia­to dall’ente gesto­re al momen­to dell’autorizzazione.
9. Al fine di deter­mi­na­re la capa­ci­tà di cari­co dell’area mari­na pro­tet­ta, e il con­tin­gen­ta­men­to dell’attività, in rela­zio­ne alle esi­gen­ze di tute­la ambien­ta­le sot­te­se al prov­ve­di­men­to di aggior­na­men­to, l’ente gesto­re effet­tua il moni­to­rag­gio del­le atti­vi­tà di pre­lie­vo, con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to alla pesca con tota­na­ra, pol­pa­ra, sep­pia­ra e pala­mi­ti, e ade­gua, pre­via comu­ni­ca­zio­ne al Mini­ste­ro dell’ambiente e del­la tute­la del ter­ri­to­rio, con suc­ces­si­vi prov­ve­di­men­ti, la disci­pli­na del­la pesca spor­ti­va e ricreativa.

A que­sto pun­to ci sor­ge una doman­da: Come faran­no gli orga­ni di con­trol­lo (Capi­ta­ne­ria e Finan­za) a vigi­la­re e a far rispet­ta­re que­sta miria­de di regole??

La rispo­sta dei pro­mo­to­ri è “FONDI” …. Pur­trop­po però stia­mo già viven­do qual­co­sa di simi­le con il Par­co a ter­ra, che pur rice­ven­do fon­di ha desti­na­to sola­men­te n. 4 Guar­die Fore­sta­li per l’intero ter­ri­to­rio vin­co­la­to a Par­co Elbano.

Alla Luce del­la miria­de di rego­le soprae­len­ca­te, pen­sa­te chi ha un’attività di noleg­gio natan­ti, come farà a spie­ga­re tut­te le rego­le ai clien­ti? E soprat­tut­to, come faran­no i clien­ti a rispettarle??

Apria­mo una pic­co­la paren­te­si, abbia­mo visto tut­ti quan­to inci­do­no le mul­te sui turi­sti per divie­to di par­cheg­gio, pen­sa­te se ver­ran­no san­zio­na­ti anche in mare!!

La rispo­sta dei pro­mo­to­ri in que­sto caso è: “è dimo­stra­to che il turi­smo è comun­que pre­sen­te nel­le AMP…” di cer­to sarà vero, ma ci pos­sia­mo per­met­te­re di fare una sele­zio­ne del tipo di turi­smo? E di man­da­re in cri­si alcu­ni tipi di categorie??
Visto i recen­ti perio­di di cri­si, cre­dia­mo pro­prio di NO!!

Citia­mo anche qual­che arti­co­lo di inte­res­se pre­si dal­la Gaz­zet­ta Ufficiale;

Disci­pli­na del­le con­ces­sio­ni demaniali

1. I prov­ve­di­men­ti rela­ti­vi all’uso del dema­nio marit­ti­mo dell’area mari­na pro­tet­ta “Cin­que Ter­re”, anche in rife­ri­men­to alle ope­re e con­ces­sio­ni dema­nia­li pre­e­si­sten­ti all’istituzione del­la stes­sa sono disci­pli­na­ti in fun­zio­ne del­la zona­zio­ne come di segui­to riportato:
b) in zona A, non pos­so­no esse­re adot­ta­ti o rin­no­va­ti prov­ve­di­men­ti rela­ti­vi all’uso del dema­nio marit­ti­mo, fat­ta ecce­zio­ne per quel­li richie­sti dall’ente gesto­re per moti­vi di ser­vi­zio, sicu­rez­za o ricer­ca scientifica.
c) in zona B, i prov­ve­di­men­ti rela­ti­vi all’uso del dema­nio marit­ti­mo sono adot­ta­ti o rin­no­va­ti dal­la Regio­ne o dagli enti loca­li com­pe­ten­ti d’intesa con l’ente gesto­re, tenu­ti con­to del­le caratteristiche
dell’ambiente ogget­to del­la pro­te­zio­ne e del­le fina­li­tà isti­tu­ti­ve dell’area mari­na protetta;
d) in zona C, i prov­ve­di­men­ti rela­ti­vi all’uso del dema­nio marit­ti­mo sono adot­ta­ti e rin­no­va­ti dal­la Regio­ne o dagli enti loca­li com­pe­ten­ti pre­vio pare­re dell’ente gesto­re, tenu­to con­to del­le carat­te­ri­sti­che dell’ambiente ogget­to del­la pro­te­zio­ne e del­le fina­li­tà isti­tu­ti­ve dell’area
mari­na protetta.

2. I tito­la­ri di con­ces­sio­ni dema­nia­li marit­ti­me in vigo­re alla data di ema­na­zio­ne del pre­sen­te rego­la­men­to di ese­cu­zio­ne devo­no dare comu­ni­ca­zio­ne degli estre­mi del­la con­ces­sio­ne all’ente gesto­re secon­do i cri­te­ri e le pro­ce­du­re pre­vi­ste nel Tito­lo IV.

3. Even­tua­li nuo­ve richie­ste di con­ces­sio­ni dema­nia­li marit­ti­me, esclu­si­va­men­te rife­ri­te alle zone B e C, devo­no esse­re inol­tra­te all’Amministrazione com­pe­ten­te, uni­ta­men­te alla richie­sta all’ente gesto­re, ai fini dell’espressione dell’intesa o del rila­scio del parere.

4. Il respon­sa­bi­le di ogni eser­ci­zio a carat­te­re com­mer­cia­le muni­to di con­ces­sio­ne dema­nia­le marit­ti­ma deve cura­re e man­te­ne­re l’esposizione del pre­sen­te Rego­la­men­to in un luo­go ben visi­bi­le agli

Un altro tema scot­tan­te per tut­ti i gesto­ri di sta­bi­li­men­ti balneari:

Disci­pli­na degli ammas­si di foglie di Posi­do­nia ocea­ni­ca (art. 9)

1. Fat­te sal­ve le nor­ma­ti­ve vigen­ti in mate­ria di puli­zia del­le spiag­ge e di gestio­ne dei rifiu­ti, nell’area mari­na pro­tet­ta gli ammas­si di foglie di Posi­do­nia ocea­ni­ca accu­mu­la­ti sul­le spiag­ge sono trat­ta­ti secon­do le seguen­ti modalità:
— nel­le zone A e B non è con­sen­ti­ta la loro movi­men­ta­zio­ne e/o rimo­zio­ne, al fine di favo­ri­re la natu­ra­le fun­zio­ne anti­e­ro­si­va e di sta­bi­liz­za­zio­ne del­la linea di riva ope­ra­ta dagli accu­mu­li di foglie, e di sal­va­guar­da­re l’integrità degli habi­tat mari­ni e costieri;
— nel­la zona C, lad­do­ve si veri­fi­chi­no ogget­ti­ve con­di­zio­ni di incom­pa­ti­bi­li­tà fra ammas­si di foglie di Posi­do­nia ocea­ni­ca e la fre­quen­ta­zio­ne del­le spiag­ge (feno­me­ni putre­fat­ti­vi in cor­so, mesco­la­men­to dei detri­ti vege­ta­li con rifiu­ti), l’ente gesto­re può auto­riz­za­re la loro movi­men­ta­zio­ne in zone di accu­mu­lo tem­po­ra­neo oppu­re la loro rimo­zio­ne defi­ni­ti­va e il loro trat­ta­men­to come rifiu­ti, nel rispet­to del­la nor­ma­ti­va vigente.
2. La man­ca­ta osser­van­za del­le dispo­si­zio­ni del com­ma 1 com­por­ta l’applicazione del­le sanzioni.

Ana­liz­za­to quan­to un’AMP pre­ve­dreb­be, vi mostria­mo qual­che pun­to che i pro­mo­to­ri INCRIDIBILMENTE trascurano.

Alla base dell’avvio dell’iter di isti­tu­zio­ne dell’AMP ci sono gli stu­di scien­ti­fi­ci e tec­ni­ci da fare sul luo­go, per dimo­stra­re la pre­sen­za del­la flo­ra e del­la fau­na da pro­teg­ge­re, e che la zona rispet­ti tut­ti i requi­si­ti pre­vi­sti in un AMP tra cui:

Disci­pli­na degli sca­ri­chi idri­ci (art.10)

1. Nell’area mari­na pro­tet­ta non è con­sen­ti­ta alcu­na alte­ra­zio­ne, diret­ta o indi­ret­ta, del­le carat­te­ri­sti­che bio­chi­mi­che dell’acqua, ivi com­pre­sa l’immissione di qual­sia­si sostan­za tos­si­ca o inqui­nan­te, la disca­ri­ca di rifiu­ti soli­di o liqui­di e l’immissione di sca­ri­chi non in rego­la con le più restrit­ti­ve pre­scri­zio­ni pre­vi­ste dal­la nor­ma­ti­va vigente.
2. Tut­ti i ser­vi­zi di risto­ra­zio­ne e di ricet­ti­vi­tà turi­sti­ca, gli eser­ci­zi di carat­te­re turi­sti­co e ricrea­ti­vo con acces­so al mare e gli sta­bi­li­men­ti bal­nea­ri, devo­no esse­re dota­ti di allac­cia­men­ti al siste­ma fogna­rio pub­bli­co, ovve­ro di siste­mi di smal­ti­men­to dei rifiu­ti dome­sti­ci e assimilati.

È quin­di evi­den­te che nes­su­no stu­dio è sta­to fat­to rife­ren­do­ci all’Elba in quanto:

- Gli impian­ti di depu­ra­zio­ne sono pochi, e mal funzionanti;
— Le con­dut­tu­re a mare di sca­ri­co dei reflui sono fatiscenti;
— Le fogna­tu­re sono fatiscenti;
— Pre­sto sarà rea­liz­za­to un Dis­sa­la­to­re il qua­le oltre a squar­cia­le la spiag­gia di Lido di Capo­li­ve­ri, get­te­rà in mare gior­nal­men­te ton­nel­la­te di sala­mo­ia che dan­neg­ge­ran­no la flo­ra e la fau­na mari­na. (ope­ra al qua­le nes­su­na asso­cia­zio­ne ambien­ta­li­sta hnon si è opposta)

D’altronde sem­bra che cer­te situa­zio­ni anche se impo­ste dal­la leg­ge, non pesi­no più di tan­to, visto che Pia­no­sa pur essen­do riser­va inte­gra­le, non è tutt’ora pre­sen­te un siste­ma fognario.

Di fron­te a quan­to sopra pre­mes­so mol­ti Elba­ni sono con­tra­ri a que­sta isti­tu­zio­ne, for­ti anche di un malu­mo­re gene­ra­le deri­va­to dal­la scar­sa gestio­ne del ter­ri­to­rio vin­co­la­to dal Par­co Nazionale.
Sono ormai anni che si aspet­ta­no i risul­ta­ti pro­mes­si, ma ad oggi quel­la situa­zio­ne è ben lon­ta­na, fac­cia­mo alcu­ni esempi.

- La famo­sa Zona Umi­da di Mola, fio­re all’occhiello del Par­co Nazio­na­le, dove ogni anno vie­ne stan­zia­ta una note­vo­le cifra (139.920,00 € — anno 2019) com­ple­ta­men­te abban­do­na­ta e pie­na di rifiu­ti (basti guar­da il ser­vi­zio di Car­lo Gaspar­ri su “arci­pe­la­go libe­ro Iso­la D’Elba” https://www.facebook.com/arcipelagolibero;
— Gli stra­del­li desti­na­ti alle Moun­tain Bike (dove quest’anno si svol­ge­rà il mon­dia­le) sono sta­ti ripri­sti­na­ti e man­te­nu­ti da volon­ta­ri aman­ti del set­to­re a tito­lo gra­tui­to, in quan­to abban­do­na­ti e disconnessi;
— Le famo­se dune di Laco­na, super sor­ve­glia­te in esta­te e abban­do­na­te in inver­no, ma che gra­zie ai volon­ta­ri che rac­col­go­no i rifiu­ti por­ta­ti dal mare si man­ten­go­no polite;
— Le ces­se spar­ti­fuo­co abban­do­na­te a esse­re inglo­ba­te dal­la mac­chia medi­ter­ra­nea, non man­te­nen­do così un siste­ma di sicu­rez­za anti incendi;
— La car­tel­lo­ni­sti­ca di infor­ma­zio­ne e le pan­chi­ne desti­na­te alla sosta dei visi­ta­to­ri, sono spes­so abban­do­na­te e fatiscenti;
E poi assi­stia­mo ad alcu­ni pro­get­ti ver­go­gno­si, qua­li l’abbattimento da par­te dei cac­cia­to­ri del­le Per­ni­ci, fagia­ni e Lepri sull’Isola di Pia­no­sa per­ché con­si­de­ra­te alloc­to­ne, quan­do inve­ce, all’Elba la per­ni­ce ros­sa è con­si­de­ra­ta “Spe­cie Par­ti­co­lar­men­te Protetta”.
Invi­tia­mo quin­di i pro­mo­to­ri a far­si qual­che doman­da di per­ché c’è così tan­ta contrarietà!
IN CONCLUSIONE
Noi del Movi­men­to “SI alla tute­la del Mare – No all’Area Mari­na Pro­tet­ta” ci sia­mo mes­si da subi­to a dispo­si­zio­ne per tro­va­re del­le solu­zio­ni alter­na­ti­ve di tute­la dell’ambiente, ma pur­trop­po ci sia­mo resi con­to che ai pro­mo­to­ri dell’AMP non inte­res­sa il nostro pare­re, si sono dimo­stra­ti arro­gan­ti e impo­si­ti­vi spes­so can­cel­lan­do com­men­ti (per altro paci­fi­ci) di alcu­ni nostri soste­ni­to­ri, sot­to i loro articoli.
Per­tan­to abbia­mo deci­so di pro­ce­de­re ugual­men­te pro­po­nen­do alle Ammi­ni­stra­zio­ni l’istituzione di varie “zone di tute­la” sull’idea di quel­la esi­sten­te a Por­to­fer­ra­io “Lo Sco­gliet­to”, dove saran­no i Comu­ni a sta­bi­li­re aree, rego­le da segui­re e moda­li­tà; mol­to inte­res­san­te è la pro­po­sta fat­ta anche dal­la Fon­da­zio­ne Elba, vedi arti­co­lo “AREA MARINA PROTETTA: IL PROGETTO DELLA FONDAZIONE ELBA” scrit­to da Car­lo Gaspar­ri — Fran­ce­sco Moret­ti, Gen­na­io 2021: http://www.elbareport.it/scienza-ambiente/item/45939-area-marina-protetta-il-progetto-della-fondazione-elba
Con la spe­ran­za di aver chia­ri­to tut­te le moti­va­zio­ni per cui dicia­mo di no, invi­tia­mo tut­ti i cit­ta­di­ni ad apri­re gli occhi sul­le fal­se noti­zie divul­ga­te al fine di con­vin­ce­re i cit­ta­di­ni a com­pie­re que­sto assur­do pas­so (vedi: https://www.quinewselba.it/animali/portoferraio-pinna-nobilis-la-speranza-viene-da-elba.htmlink).
Voglia­mo che l’Elba e l’arcipelago riman­ga­no libe­ri da vin­co­li assur­di e che i cit­ta­di­ni e i turi­sti non sia­no obbli­ga­ti a paga­re auto­riz­za­zio­ni per usu­frui­re del nostro mare, tut­te impo­si­zio­ni che met­te­reb­be­ro in cri­si la popo­la­zio­ne loca­le e i visi­ta­to­ri dei nostri mari.

Movi­men­to “Si alla tute­la del mare-No all’Area Mari­na Protetta”

Rispondi