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Augurare un Buon e Sereno Natale oggi è davvero tanto roba — Federico Regini

A buo­no ci pos­sia­mo arri­va­re, quan­do era­va­mo a scuo­la il “buo­no” sta­va sopra il suf­fi­cien­te e il discre­to e sot­to il distin­to e l’ot­ti­mo. Gal­leg­gia­va a metà del­la sua posi­ti­vi­tà (oggi un sostan­ti­vo che spa­ven­ta), dava pia­ce­re, si pote­va fare di meglio, ma pure di peg­gio, basta­va per pla­ca­re un geni­to­re esi­gen­te, quin­di dicia­mo ci stia come augurio.

Sere­no inve­ce è più dif­fi­ci­le, la sere­ni­tà viag­gia su un bat­ti­to car­dia­co costan­te, dove non ci sono sbal­zi, in cui la testa è in gra­do di entra­re e usci­re dai pen­sie­ri più alti e da quel­li più bas­si in sciol­tez­za. Zero noie, con­sa­pe­vo­le ci pos­sa­no esse­re, ma in quel momen­to non ci sono e pre­va­le que­st’ul­ti­ma con­si­de­ra­zio­ne. La sere­ni­tà è coscien­te sen­za esse­re guar­din­ga. La sere­ni­tà è un pas­so pri­ma del­la Feli­ci­tà e non è poco, per cer­ti aspet­ti è una con­di­zio­ne migliore.

La feli­ci­tà è fuga­ce, è un atti­mo più o meno lun­go, non può dura­re trop­po dai, altri­men­ti con­trad­di­ce il con­cet­to stes­so “di ricer­ca del­la feli­ci­tà”. La feli­ci­tà è uno sta­to di gra­zia, la feli­ci­tà è un alli­nea­men­to del­l’a­ni­ma, nel sen­so che puoi ave­re anche mil­le casi­ni e una gran­de con­fu­sio­ne intor­no, come nel­la came­ri­na dei miei figli, ma ti gar­ba abbe­stia così, un disor­di­ne per­fet­ta­men­te armo­ni­co, per­ché “qual­co­sa” ha armo­niz­za­to tut­te quel­le stonature.

Uno spar­ti­to incom­pren­si­bi­le che suo­na una gran­de musi­ca. La feli­ci­tà è una sbor­nia del­le giu­ste dimen­sio­ni, per quel­lo non può esse­re solo — un bic­chie­re di vino con un pani­no, come can­ta­va­no Alba­no e Romi­na, al limi­te un fia­sco di vino con la rostic­cia­na insie­me agli ami­ci, la feli­ci­tà uno se l’aggiusta.

La feli­ci­tà è dav­ve­ro la came­ri­na inca­si­na­ta dei miei figli , “Ma met­te­te a posto!!! Non le vede­te che casi­no, ma come fate a star­ci marem­ma boni­na”, “No! Bab­bo è tut­to a posto, si sta bene, dopo si siste­ma”. Allo­ra dai che dopo si siste­ma tut­to, alme­no si spe­ra, la spe­ran­za (oggi un sostan­ti­vo con­fu­so con un mini­stro) è l’ul­ti­ma a mori­re, così si mor­mo­ra, mah allo­ra spe­ria­mo sia sem­pre viva e arzil­la (abbia­te pazien­za mi gira­no le palle).

Allo­ra dai… tan­ti augu­ri di Buon Nata­le, spe­ran­do (o con­fi­dan­do) por­ti un futu­ro di serenità.

Fede­ri­co Regini 

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