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Manchette di prima

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Manchette di prima

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Ragionamenti di pancia sul Coronavirus ed i suoi effetti collaterali

Dopo lun­ghi gior­ni di iso­la­men­to e, ovvia­men­te un po’ sul limi­te dell’umana sop­por­ta­zio­ne, sco­pria­mo che il Coro­na­vi­rus comin­cia a fare effet­to anche a livel­lo neurologico.

Non è asso­lu­ta­men­te mia inten­zio­ne iro­niz­za­re sul­la malat­tia e tan­to­me­no sul­le ormai innu­me­re­vo­li vit­ti­me, o su chi ha avu­to la chan­ce di soprav­vi­ve­re, né tan­to­me­no su chi, nel pros­si­mo futu­ro dovrà fare i con­ti sul­le ine­vi­ta­bi­li con­se­guen­ze di que­sto bloc­co uni­ver­sa­le (del resto mi col­lo­co ampia­men­te in quest’area).
No, tut­to il mio sin­ce­ro rispet­to e par­te­ci­pa­zio­ne al dolo­re e all’incertezza.

Vor­rei inve­ce, se così si può dire, iro­niz­za­re un pochi­no (però con un mar­ca­to sot­to­fon­do di pre­oc­cu­pa­zio­ne) su una serie di effet­ti solo appa­ren­te­men­te “col­la­te­ra­li”.

Stan­no cir­co­lan­do tan­tis­si­mi video, alcu­ni anche mol­to diver­ten­ti, il pin­gui­no “sul­l’or­lo di una cri­si di ner­vi” che sal­tel­la dopo che ha esau­ri­to tut­ti gli espe­dien­ti per pas­sa­re il tem­po, ovve­ro fare il pane, fare la pasta… o la vignet­ta di Gesù che non può risor­ge­re dal sar­co­fa­go per­ché i poli­ziot­ti gli dico­no “puoi esse­re figlio di chi ti pare, non si esce!”.

Oggi, inve­ce, me n’è arri­va­to uno che riten­go oltrag­gio­so e peri­co­lo­so, che invi­ta ad usci­re infi­schian­do­se­ne del­le rego­le e sug­ge­ren­do che le for­ze dell’ordine si stia­no sem­pre più schie­ran­do dal­la par­te di chi si com­por­ta così, rifiu­tan­do­si di svol­ge­re i loro com­pi­ti. Chi inneg­gia a ciò, secon­do me, lo fa per­ché da un ver­san­te ha tut­to l’interesse a sof­fia­re sul fuo­co dor­mien­te, inci­tan­do al biso­gno dell’uomo for­te che risol­ve i pro­ble­mi, men­tre il ver­san­te di chi abboc­ca all’amo, guar­dan­do con pia­ce­re alle rivol­te “di pan­cia”, non ha capi­to e non si ren­de con­to che le “rivo­lu­zio­ni” si fan­no con il cer­vel­lo, che dal “casi­no spon­ta­neo” non è mai usci­to e non usci­rà mai nien­te di buono.

Sto pen­san­do alla stra­ge avve­nu­ta in segui­to all’indipendenza del­la “colo­nia” india­na dall’Impero Ingle­se e alla suc­ces­si­va sud­di­vi­sio­ne nei due sta­ti con diver­sa fede reli­gio­sa e che ha dato luo­go ad un eso­do, un impo­nen­te flus­so migra­to­rio dei cre­den­ti del­le due fedi dal­le loro resi­den­ze, cia­scu­na ver­so i due nuo­vi sepa­ra­ti sta­ti. Per­so­ne che fino ad un atti­mo pri­ma ave­va­no da seco­li con­vis­su­to insie­me si sono tra loro stes­si sco­per­ti “nemici”e si sono let­te­ral­men­te massacrati.

Non esor­ciz­zia­mo que­sto esem­pio sem­pli­ci­sti­ca­men­te pen­san­do che sia roba lon­ta­na da noi. Pen­so che alla base del com­por­ta­men­to ci sia­no mol­te atti­nen­ze tra que­sto e mol­to di ciò che spes­so suc­ce­de anche da noi: quan­do, ad esem­pio, ci si tro­va coin­vol­ti nel­la “dina­mi­ca di bran­co”, che può spa­zia­re da un meno gra­ve acca­par­ra­men­to di gene­ri ali­men­ta­ri alla noti­zia di un peri­co­lo in cor­so (è suc­ces­so nei pri­mi gior­ni di epi­de­mia, ma era già suc­ces­so nel 1991 quan­do ci fu il pri­mo bom­bar­da­men­to in diret­ta tele­vi­si­va su Bhag­dad), ma anche fino agli stu­pri di grup­po che inve­ce han­no sicu­ra­men­te effet­ti ben più gravi.
E degli assal­ti ai cen­tri di acco­glien­za migran­ti, o ai cam­pi rom… voglia­mo parlarne?

Spe­ro viva­men­te che le For­ze dell’Ordine descrit­te in quel video sia­no frut­to del­la fan­ta­sia o del­la mala­fe­de mali­zio­sa di chi lo ha confezionato.
Però, con­tem­po­ra­nea­men­te e più o meno som­mes­sa­men­te, cosa succede?

Poco tem­po fa era usci­ta un’intervista, spac­cia­ta come veri­tà final­men­te rive­la­ta, del com­plot­ti­sta ex-gene­ra­le dei Cara­bi­nie­ri Anto­nio Pap­pa­lar­do, sul­le “bugie” a riguar­do del coro­na­vi­rus, inter­vi­sta che guar­da caso è dive­nu­ta “vira­le” sui social nazi-fascisti.

E un paio di gior­ni fa i soli­ti “lupi che non per­do­no il vizio”, in tem­pi di 25 apri­le, tor­na­no alla cari­ca, pro­po­nen­do di cam­bia­re il signi­fi­ca­to del­la gior­na­ta, da festa del­la Libe­ra­zio­ne a com­me­mo­ra­zio­ne dei mor­ti da epi­de­mia, non­ché di sosti­tui­re l’odiata “Bel­la Ciao” con “Il Pia­ve mor­mo­ra­va cal­mo e pla­ci­do al pas­sag­gio…” appro­fit­tan­do (o for­se è meglio dire scia­cal­lan­do) sul momen­to sto­ri­co sen­za pre­ce­den­ti che stia­mo affrontando.

Sono tem­pi duri. Altri video e vignet­te cir­co­lan­ti iro­niz­za­no sul rischio ingras­so da con­ti­nuo ricor­so al fri­go­ri­fe­ro di chi si tro­va costret­to a casa. E dal­le tri­bu­ne stam­pa­te e visi­ve si sen­te ridon­dan­te­men­te par­la­re del­la “demo­cra­ti­ci­tà” di que­sto virus che mie­te vit­ti­me sen­za distin­gue­re tra i ceti sociali.

Il gua­io è che que­sta è solo una del­le due fac­ce del­la que­stio­ne: se da una par­te alcu­ni ten­de­ran­no ver­so il quin­ta­le e maga­ri lo supe­re­ran­no anche, altri, “demo­cra­ti­ca­men­te” per­de­ran­no mol­to peso, non sapen­do più di che cosa cam­pa­re, e for­se l’assenza di un fri­go­ri­fe­ro pie­no a dispo­si­zio­ne di scor­ri­ban­de buli­mi­che non riguar­de­rà solo i migran­ti. usual­men­te sot­to­pa­ga­ti. che assi­cu­ra­no i rifor­ni­men­ti di frut­ta e ver­du­ra nei nostri mer­ca­ti, ma maga­ri anche mol­ti dei nostri connazionali.

Tem­pi duri, un po’ di ansia per il futu­ro è ine­vi­ta­bi­le, ma cer­to il 25 apri­le, solo o no, che mi sen­ta qual­cu­no o no, can­te­rò a squar­cia­go­la “Bel­la Ciao”, e anche quel­lo del pros­si­mo anno, e il pros­si­mo, e il prossimo…

Rober­to Barsaglini

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