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Manchette di prima

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La fortuna di vivere a Porto Azzurro — di Fausto Pedrazzini

In piena trage­dia causa­ta dall’inafferrabile Coro­na virus, si è por­tati ad apprez­zare, più di quan­to si fac­cia nor­mal­mente, val­ori e qual­ità che spes­so trascu­ri­amo o diamo per acquisi­ti.

Ho la for­tu­na di vivere a Por­to Azzur­ro. Ho gira­to mez­zo mon­do per sva­go e per lavoro, ma ho scel­to di trascor­rere tra questi golfi e questi mon­ti la mia vita da pen­sion­a­to. Ed ora, in piena crisi di seg­regazione (lock out, come si dice in ger­go), mi ren­do con­to di quan­to sia sta­ta appro­pri­a­ta la mia scelta.

Oltre a godere quo­tid­i­ana­mente delle bellezze del luo­go, sto sco­pren­do ed apprez­zan­do inat­te­si aspet­ti e qual­ità di ques­ta comu­nità elbana. In pri­mo luo­go la
abne­gazione e la disponi­bil­ità dei volon­tari delle varie asso­ci­azioni e del­la pro­tezione civile impeg­nati giorno e notte in attiv­ità di pre­ven­zione dei con­ta­gi, di con­trol­lo, di gui­da e di sosteg­no, par­ti­co­lar­mente alle per­sone più anziane, com­p­rese la con­seg­na di far­ma­ci e prodot­ti ali­men­ta­ri a domi­cilio. Lo stes­so avviene nel resto dell’isola e l’Ospedale di Porto­fer­raio, con il suo per­son­ale, si è orga­niz­za­to per fron­teggia­re un’eventuale emer­gen­za.

Ad ogni casa è appe­so un tri­col­ore, spes­so insieme alle tre api elbane ed all’arcobaleno. I car­rel­li che rac­col­go­no cibo per i meno abbi­en­ti fuori dai super­me­r­cati, non sono mai vuoti. Negli sguar­di e nei salu­ti che incro­cio facen­do la spe­sa, non c’è insof­feren­za o esasper­azione, ma si per­cepisce la con­sapev­olez­za di attra­ver­sare e con­di­videre un momen­to dif­fi­cile, dal quale comunque uscire­mo.

Il sen­ti­men­to di sol­i­da­ri­età è pal­pa­bile e mai come adesso si risco­prono i volti di vec­chie ami­cizie, trop­po spes­so nascoste tra le mille fac­ce dei tur­isti estivi.

Qui come altrove l’ emer­gen­za colpisce tut­ti, ma è una vera maz­za­ta per l’economia di questo paese: nor­mal­mente in questo peri­o­do inizia la sta­gione esti­va, fonte di red­di­to per la mag­gior parte delle famiglie. Ora invece, alla vig­ilia di Pasqua, tut­to è sbar­ra­to.

Quan­do riapri­ran­no i campeg­gi, i ris­toran­ti, le varie bou­tique, i banchet­ti del mer­ca­to, le gela­terie? Quan­do i nos­tri ragazzi potran­no di nuo­vo impeg­nar­si in qualche attiv­ità per guadag­nar­si un po’ di sol­di? Su quali entrate potran­no con­tare i numerosi sta­gion­ali che sul tur­is­mo basano le loro esisten­ze?

Il dis­a­gio sociale aumenterà di pari pas­so col dras­ti­co diminuire del red­di­to dei sin­goli e delle famiglie che saran­no solo in parte mit­i­gati dagli ammor­tiz­za­tori sociali, cas­sa inte­grazione e sus­si­di gov­er­na­tivi.

Ma ce la fare­mo, ce la dob­bi­amo fare, e resterà in tut­ti noi Lon­gone­si (mi con­sidero tale) la con­sapev­olez­za di far parte di una comu­nità dota­ta di grande uman­ità, di un forte sen­so di apparte­nen­za e di pro­fon­di sen­ti­men­ti di sol­i­da­ri­età.
Val­ori che resistono e resister­an­no a qual­si­asi epi­demia e che saran­no fon­da­men­tali per far ripar­tire il paese.

Un’ultima con­sid­er­azione riguar­do l’Am­min­is­trazione comu­nale (alla quale non ho lesina­to critiche in altre occa­sioni): si è mossa tem­pes­ti­va­mente ed in modo
effi­ciente. Provved­i­men­ti e con­trol­li per evitare il dif­fonder­si del con­ta­gio, sono sta­ti atti­vati fin dai prim­is­si­mi giorni del­la crisi, in anticipo su analoghe mis­ure prese a liv­el­lo regionale e nazionale. Qui mascher­ine, guan­ti e dis­in­fet­tan­ti non sono mai man­cati…

Per tutte queste ed altre ragioni, mi con­sidero for­tu­na­to di trascor­rere qui questo peri­o­do di emer­gen­za ed abbrac­cio con un gra­zie sin­cero tut­ti i com­pae­sani.

Faus­to Pedrazz­i­ni
Seg­re­tario Cir­co­lo Pd Por­to Azzur­ro

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