Skip to content

Manchette di prima

EDICOLA ELBANA SHOW

Quello che l'altri dovrebbero di'

Manchette di prima

BREAKING NEWS

Lettera aperta al Presidente della Conferenza dei Sindaci sulla sanità Di Alessandro Pugi, Paola Mancuso, Federico Regini

Con la pre­sente siamo a richiedere al pres­i­dente del­la con­feren­za dei sin­daci per la san­ità, un mon­i­tor­ag­gio sul­la ges­tione Covid 19, attra­ver­so la divul­gazione a tut­ti i cit­ta­di­ni delle mis­ure di emer­gen­za pre­dis­poste dal­la regione Toscana per quel­lo che riguar­da la strut­tura ospedaliera di Porto­fer­raio e sul­lo sta­to di un’eventuale real­iz­zazione di una Ter­apia Inten­si­va (TI) mono­spe­cial­is­ti­ca.

La situ­azione non può non prevedere anche per il nos­tro ter­ri­to­rio un’organizzazione emer­gen­ziale in gra­do di dare risposte a un ris­chio purtrop­po attuale che deve essere val­u­ta­to ed affronta­to con pun­tu­ali inizia­tive.

Il fat­to che allo sta­to attuale l’Isola abbia avu­to, per for­tu­na, una ricadu­ta piut­tosto bas­sa in ter­mi­ni di pazi­en­ti pos­i­tivi al Covid 19, non sig­nifi­ca dover abbas­sare la guardia o non prevedere un futuro com­pli­ca­to, che le recen­ti dram­matiche vicende han­no del resto mes­so in luce in tut­ta Italia, attra­ver­so una dif­fi­coltà accer­ta­ta del­la rispos­ta san­i­taria ad una emer­gen­za tan­to rap­i­da e dif­fusa da richiedere inter­ven­ti eccezion­ali.

Quel­la che sem­bra­va una situ­azione inverosim­i­le, si è purtrop­po ver­i­fi­ca­ta e questo impone una rif­les­sione nuo­va per affrontare il prob­le­ma non solo con riguar­do alla situ­azione con­tin­gente, ma anche con la con­sapev­olez­za che l’ec­cezion­al­ità sia una divenu­ta una con­dizione per­ma­nente per un ter­ri­to­rio insu­lare come il nos­tro, con strut­turali dif­fi­coltà di col­lega­men­to e di ges­tione di pazi­en­ti a ris­chio, carat­ter­iz­za­ta da enor­mi incertezze di intem­pes­tiv­ità e di con­seguen­za di una rispos­ta san­i­taria inef­fi­cace con ris­chio per la vita stes­sa dei pazi­en­ti.

La strut­tura san­i­taria di Porto­fer­raio può e deve rispon­dere alle esi­gen­ze emer­gen­ziali in ques­tione e a quelle pale­sate dai cit­ta­di­ni bisog­nosi di assis­ten­za san­i­taria, attra­ver­so la creazione di una TI mono­spe­cial­is­ti­ca da ricon­durre ai para­metri strut­turali-tec­ni­co-orga­niz­za­tivi pre­visti dalle nor­ma­tive vigen­ti, che non preve­dono asso­lu­ta­mente, come spes­so ci viene fat­to credere, la con­dizione di un numero min­i­mo di acces­si garan­ti­to per la real­iz­zazione di tale Unità Oper­a­ti­va, ma sem­plice­mente di req­ui­si­ti speci­fi­ci sot­to il pro­fi­lo strut­turale, tec­ni­co, orga­niz­za­ti­vo e spe­cial­is­ti­co.

Si trat­ta dunque di una scelta dis­crezionale da parte dell’organo regionale che fa apparire assur­da ed anacro­nis­ti­ca la prete­sa di assumere come para­metro per il dimen­sion­a­men­to del­l’ospedale un cri­te­rio basato sul­la popo­lazione res­i­dente, dis­conoscen­do il dato ogget­ti­vo dei peri­od­i­ci flus­si tur­is­ti­ci che decu­pli­cano la popo­lazione da assis­tere (come del resto è accadu­to con l’ag­gravar­si delle crit­ic­ità in Lom­bar­dia, attra­ver­so l’arrivo in ter­ra elbana di ospi­ti di sec­onde case) e comunque a fronte di patolo­gie che han­no fat­to riscon­trare ovunque deficit di capac­ità ospedaliera e che per questo stes­so moti­vo non pos­sono gravare su risorse di altre strut­ture esposte alla stes­sa prob­lem­at­i­ca con l’im­pos­si­bil­ità di pot­er con­tare sul­la loro sicu­ra disponi­bil­ità. Per questo cre­di­amo fer­ma­mente che lo sfor­zo orga­niz­za­ti­vo richiesto non appa­ia insosteni­bile con­sid­er­a­ta l’e­sisten­za di una ter­apia subin­ten­si­va.

A tal propos­i­to occorre sot­to­lin­eare che i req­ui­si­ti pre­visti dal­la dis­ci­plina nazionale — a parte la “buona visione dei pazi­en­ti dal­la postazione infer­mieris­ti­ca” real­iz­z­abile sen­za gran­di dif­fi­coltà — sem­bra­no essere già com­pat­i­bili con i req­ui­si­ti di carat­tere logis­ti­co attual­mente pre­visti per la strut­tura elbana.

Le Unità Oper­a­tive devono essere cos­ti­tu­ite da mod­uli min­i­mo di 6 posti let­to, con stan­dard otti­male di 8 pl e sub­unità aggiun­tive di 6–8 pl. La super­fi­cie totale dell’area dell’Unità Oper­a­ti­va deve essere uguale a 2.5 volte il totale degli spazi pre­visti per pos­to let­to, da arti­co­lar­si in:stanza per il medico di guardia anche in prossim­ità, spoglia­toio per il per­son­ale anche cen­tral­iz­za­to, cucinet­ta, postazione di lavoro infer­mieris­ti­ca, dota­ta di cen­trale di mon­i­tor­ag­gio, pen­sili e/o travi a sof­fit­to per l’appoggio di apparec­chia­ture e pre­si­di per favorire l’accesso, le manovre e la pulizia. Deve essere pos­si­bile una buona visione dei pazi­en­ti dal­la postazione infer­mieris­ti­ca. Deve essere pre­vis­to un adegua­to spazio dietro alla tes­ta­ta let­to per garan­tire le manovre. (Fonte Gazzetta Uffi­ciale)

Per quel­lo che riguar­da gli impianti e le attrez­za­ture speci­fiche, siamo a conoscen­za da fonti uffi­ciali che quelle attual­mente in dotazione, pos­sono garan­tire una ter­apia subin­ten­si­va, e addirit­tura inten­si­va per almeno 16 ore.
E se non dovessero essere suf­fi­ci­en­ti, l’El­ba ha espres­so al riguar­do tut­ta la sua capac­ità sol­i­dale e la volon­tà di con­tribuire anche eco­nomi­ca­mente alla causa e saprà far­lo anco­ra, ma esor­ti­amo a con­sid­er­are pri­or­ità anche quan­to accade su questo ter­ri­to­rio e a des­tinare parte delle risorse pub­bliche stanzi­ate eccezional­mente in ragione del­l’e­mer­gen­za.

Per quan­to riguar­da il per­son­ale ded­i­ca­to, i req­ui­si­ti min­i­mi per la sicurez­za di una TI mono­spe­cial­is­ti­ca non appaiono proibitivi almeno da quan­to emerge dal­la dis­ci­plina nazionale che non può avere una restrizione a carat­tere regionale:

- La pre­sen­za di uno spe­cial­ista h24, 7 giorni su 7, e fino a 8 posti let­to 12 medici per la cop­er­tu­ra di turni set­ti­manali.
— La pre­sen­za di un infer­miere ogni 2 posti let­to, e fino a 8 posti let­to 24 infer­mieri per la cop­er­tu­ra di turni set­ti­manali.
— La pre­sen­za di un ref­er­ente per garan­tire la con­ti­nu­ità assis­ten­ziale. (Fonte Gazzetta Uffi­ciale)

Devono, infine, essere defin­i­ti a liv­el­lo azien­dale pro­to­col­li con­cor­dati e con­di­visi con le U.O. inter­es­sate per l’accesso e la dimis­sione dal­la Ter­apia Inten­si­va.

Appare dunque pretes­tu­oso accam­pare moti­vazioni, smen­tite purtrop­po dal­la pre­sa d’at­to del­l’i­nadeguatez­za del­la rispos­ta san­i­taria dopo i tagli inter­venu­ti negli ulti­mi anni e ormai ogget­to di revi­sione su scala nazionale, assumen­do le respon­s­abil­ità di esclud­ere la real­iz­zazione di un repar­to essen­ziale in un pre­sidio ospedaliero come Porto­fer­raio ovvero in un ter­ri­to­rio in cui il ris­chio è aggra­va­to dalle ogget­tive dif­fi­coltà logis­tiche di col­lega­men­to del­l’Iso­la D’El­ba.

Chiedi­amo, inoltre, che il pres­i­dente del­la con­feren­za dei sin­daci sul­la san­ità, si fac­cia por­ta­tore delle istanze del ter­ri­to­rio pres­so la regione e nelle sedi che riter­rà oppor­tune affinché ques­ta espe­rien­za che ha prova­to cias­cuno di noi pos­sa quan­tomeno diventare il pre­sup­pos­to di un modo diver­so di inten­dere la san­ità e soprat­tut­to di con­sid­er­are la salute degli elbani preziosa come quel­la di qualunque altro cit­tadi­no ital­iano.

La pre­sente in nome e per con­to di gran parte del­la popo­lazione elbana che atten­dere risposte irri­mand­abili.

Fir­ma­to:
Alessan­dro Pugi
Pao­la Man­cu­so
Fed­eri­co Regi­ni

Un commento

  1. Fulvio

    Otti­ma e NECESSARIA inizia­ti­va, nonché pre­cisa nelle richi­este. Vi dovrebbe giun­gere un plau­so da TUTTI gli Elbani. Intan­to per­me­t­tete­mi, quel­lo per­son­ale.

Rispondi