Sì, lo dico senza troppi giri di parole: anche suor Gemma lascia Porto Azzurro, e a me mi girano le palle. E scusate se non trovo espressione più elegante, ma quando vedi partire persone che hanno lasciato un segno vero nella comunità, non è che ti viene da fare poesia. Ti viene da arrabbiarti.
Suor Gemma è stata una presenza discreta, costante, una di quelle figure che non fanno rumore ma fanno la differenza. Sempre lì, nel suo modo gentile e fermo, a dare una parola buona, un consiglio, un aiuto. Non servono sviolinate: chi l’ha conosciuta, sa di cosa parlo. Di “quell’altra” se va via poco c’importa, a me personalmente simpatia non mi è mai risultata. Ora, pare che se ne vada per “dovere”, per “obbedienza”. E io capisco tutto, ci mancherebbe. Ma se fossi in lei — e lo dico col massimo rispetto — la tonaca la ridarei indietro e rimarrei a Porto Azzurro a godermi il mare, il silenzio, la gente vera. Questo patto d’obbedienza mi sembra una.… non dico quello che penso. Perché forse è arrivato il momento che anche chi ha sempre dato, inizi a pensare un po’ a se stesso. Perché, diciamocelo, certe partenze fanno male. Soprattutto quando ad andarsene sono le persone giuste. Ho saputo che dai piani alti non volevano che si spargesse la notizia perchè già quando fu di Suor Silvia e di Suor Mariastella avevamo creato un marasma su web. Vi è andata male, la notizia c’è arrivata e noi come Edicola Elbana la rendiamo pubblica. Grazie, suor Gemma. Ovunque andrai, un pezzo di Elba ti seguirà. Ma sappi che da queste parti, qualcuno rimasto si sente un po’ più solo.
Zio Stix
