Ci troviamo costretti a uscire con questo comunicato per tutelare la nostra immagine, viste le dichiarazioni false e diffamatorie rivolte ai nostri tesserati e alla nostra società. Avrei preferito il silenzio di fronte a un episodio tanto vergognoso, così come avrei preferito che chi ne è responsabile avesse evitato inutili giustificazioni.
Non sono qui per cercare colpevoli o attenuanti: non mi interessa. Voglio solo chiarire i fatti, sottolineando ancora una volta che certe scene sono indegne e arrecano solo danno al movimento calcistico.
I fatti della gara
La partita è stata sospesa al minuto 88, subito dopo il nostro gol del 2–2. Prima della ripresa del gioco, due dirigenti dell’A.S.D. Monteverdi 2006, presenti in panchina e visibilmente infastiditi dalla nostra legittima esultanza, sono entrati in campo aggredendo fisicamente due nostri giocatori. Le immagini video, ormai diffuse dal giorno della gara, confermano l’accaduto.
Uno dei nostri atleti ha riportato escoriazioni al viso e alla gamba, accusando un persistente mal di testa che lo ha costretto a recarsi al pronto soccorso, dove gli è stata diagnosticata una prognosi di cinque giorni. Nella mischia è stato coinvolto anche un giocatore minorenne, che ha ricevuto la stessa prognosi ospedaliera.
Le accuse infondate
Ho parlato personalmente con il nostro calciatore accusato di aver sputato, il quale mi ha ripetutamente giurato di non aver compiuto un gesto simile. Ha ammesso di aver esultato davanti alla panchina avversaria, forse in modo eccessivo vista l’importanza del pareggio raggiunto all’88′, ma senza offendere nessuno. Anche qualora fosse stato vero l’episodio dello sputo (e qualora emergessero prove, saremmo pronti a prendere provvedimenti disciplinari interni), nulla avrebbe comunque giustificato l’aggressione da parte dei dirigenti avversari. Il loro ruolo, infatti, dovrebbe essere quello di mantenere la calma, non di alimentare il caos. A tal proposito, voglio ringraziare gli altri componenti della panchina del Monteverdi che, assieme ai nostri dirigenti, hanno contribuito a ristabilire l’ordine dopo l’aggressione.
Tempistiche e decisioni arbitrali
Al contrario di quanto riportato da alcune testate, l’intera scena è durata al massimo uno o due minuti. Ci tengo a precisare che tra i giocatori non c’è stata alcuna rissa, ma solo qualche spinta nella concitazione generale.
L’aggressione ha innescato un parapiglia che ha portato alla sospensione della partita e all’espulsione di cinque giocatori per parte. Tra gli espulsi, alcuni erano del tutto estranei alla mischia, ma come spesso accade in situazioni del genere, vengono penalizzati anche giocatori innocenti.
Le responsabilità
A nostro avviso, non esiste alcuna giustificazione per il comportamento dei due dirigenti dell’A.S.D. Monteverdi 2006: senza il loro gesto, tutto ciò non sarebbe accaduto.
Il presunto “genitore in campo”
Un’altra notizia falsa riguarda la presunta invasione di campo da parte di un genitore, che avrebbe determinato la fine della gara. Questo non è mai successo: il genitore in questione è entrato solo dopo il fischio finale nell’area adiacente agli spogliatoi. A questo proposito, mi chiedo come abbia potuto accedere, dato che il regolamento impone che i cancelli restino chiusi a chiave durante le partite. Cosa sarebbe successo se fosse entrato qualcuno con intenzioni violente per aggredire un nostro giocatore?
Dopo aver verificato personalmente, posso precisare che il genitore era un tesserato dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) e che, vista la situazione caotica, è entrato nell’area spogliatoi per supportare il direttore di gara. Probabilmente, nel trambusto, questo non è stato subito compreso. In ogni caso, eventuali irregolarità sull’accesso agli spogliatoi non sono responsabilità della nostra società.
Conclusioni
Alla luce dei fatti, non ci riteniamo in alcun modo responsabili dell’accaduto: anzi, siamo parte lesa. Ora attendiamo il verdetto del giudice sportivo. Mi auguro, anche se so quanto sia difficile, che per il bene del calcio tutti gli addetti ai lavori si impegnino affinché episodi del genere non si ripetano più. Il calcio è passione, divertimento e aggregazione: deve unire, non dividere.
Luca Cinganelli
