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Manchette di prima

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Dillo all’Edicola: Teresa, questo è il mio primo Natale senza di te

Di soli­to la let­te­ri­na si scri­ve a Bab­bo Nata­le ma io la scri­vo a te Tere­sa moglie mia che mi hai lascia­to per vola­re tra le stel­le che di not­te bril­la­no sul cie­lo di Por­to­fer­ra­io e tu sei la più lumi­no­sa.
Mi man­chi sai Tere­sa? E’ come se que­sto Nata­le non faces­se altro che par­lar­mi di te, di quest’assenza che deva­sta la mia men­te e la mia quo­ti­dia­ni­tà. Non mi basta che tu sia pre­sen­te da las­sù, che mi guar­di e mi pro­teg­gi. Io vor­rei veder­ti sor­ri­de­re qui, vor­rei par­la­re con te del­la gior­na­ta, del­le stra­nez­ze del­la gen­te, a dar­mi con­si­gli, a dir­mi che in fon­do non è suc­ces­so nul­la e che c’è sem­pre una solu­zio­ne. Non è faci­le, cre­di­mi, la situa­zio­ne che vivo e que­sto Nata­le non fa che ricor­dar­me­lo e accen­tua il sen­so del vuo­to che è dif­fi­ci­le da col­ma­re. Moglie mia, sei sta­ta il tut­to, sei sta­ta una com­pa­gna affet­tuo­sa, sei sta­ta un’amica sin­ce­ra e riser­va­ta, sei sta­ta una mam­ma tene­ra ma deci­sa all’occorrenza ma sei sta­ta, innan­zi­tut­to, una non­na affet­tuo­sa e pre­mu­ro­sa.
Tere­sa, pen­sa­va­mo entram­bi, con inge­nui­tà fan­ciul­le­sca, di poter pas­sa­re insie­me gli ulti­mi anni del­la nostra vita, di far­ci tene­ra­men­te com­pa­gnia gior­no dopo gior­no, di assi­ster­ci nel­le avver­si­tà inve­ce un desti­no impre­ve­di­bi­le e cru­de­le ce lo ha nega­to. Resta­no per­ciò solo i ricor­di, malin­co­ni­ci e nostal­gi­ci e lo scon­for­to.
Sai Tere­sa, non rie­sco nean­che a veder­ti in sogno. Mi addor­men­to con la spe­ran­za di sognar­ti ma non mi è anco­ra capi­ta­to e quan­do mi sve­glio e mi accor­go che le lacri­me han­no riga­no il mio vol­to, cre­sce in me la cer­tez­za che sei sem­pre al mio fian­co e che con­ti­nui, anche se non ti ho visto in sogno, a viver­mi den­tro sus­sur­ran­do­mi “Ti voglio bene e fin­ché vivrai sarò accan­to a te
Pre­so la pen­na non sape­vo cosa scri­ve­re ades­so inve­ce non so come con­ti­nua­re per­ché sono tan­te le cose che voglio dir­ti una del­le qua­li è “Ti voglio bene” Sì la riscri­vo, “Ti voglio bene”. La tua luce ha illu­mi­na­to per tan­to tem­po la mia vita e se io sono quel che sono, uomo sem­pli­ce, one­sto, soli­da­le e rispet­to­so è anche gra­zie a te.
Que­sto Nata­le è il pri­mo sen­za te e sen­to il vuo­to del­la tua assen­za in ogni momen­to ma spe­ro di pas­sar­lo in sere­ni­tà con i nostri due figli, con i nostri mera­vi­glio­si nipo­ti e alle loro affet­tuo­se madri.
Mi man­chi Tere­sa più di quan­to le paro­le pos­sa­no espri­me­re, sei nel­la mia men­te, in ogni mio pen­sie­ro. Pro­nun­cio spes­so il tuo nome ma non otten­go rispo­sta così mi con­so­lo con i nostri ricor­di e la tua foto in una cor­ni­ce che strin­go spes­so al pet­to per­ché lì c’è un vuo­to nel mio cuo­re rifat­to che nes­su­no potrà mai riem­pi­re.
Buon Nata­le Tere­sa del mio cuo­re, mi man­chi più di quan­to si pos­sa imma­gi­na­re.
Tuo mari­to Fran­ce­sco.

Que­sta let­te­ra ci ha mol­to toc­ca­to e voglia­mo augu­ra­re a Fran­ce­sco ed a tut­ta la sua fami­glia l’au­gu­rio di Buo­ne feste. Pur­trop­po la vita ci fà que­sti scher­zi caro Fran­ce­sco e sap­pia­mo bene cosa pro­vi. Le feste per chi subi­sce que­ste per­di­te sono un’ul­te­rio­re col­tel­la­ta al cuo­re e non esi­sto­no paro­le per dar­ti con­for­to. Noi ti abbrac­cia­mo for­te, ma non vir­tual­men­te, pro­prio fisi­ca­men­te. 

Un commento

  1. Katia Guzzardi

    Caris­si­mo zio Fran­co que­st’an­no sarà dura per te Luca Ste­fa­no Matil­de Gio­ia Mat­tia. Tua moglie la loro mam­ma la loro non­na. Ma anche per me mam­ma zio Lucia­no Chia­ra e Marian­ge­la. C’è un gran­de vuo­to nei nostri cuo­ri. Ma la mia zia Ter­ry ades­so è insie­me a non­na e non­no zio Car­me­lo e zio Saro. Cara zia mi man­chi tan­to tan­to tan­to. Tvbbbbb bbb.

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