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Manchette di prima

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La giunta Nocentini scrive ai Portoferraiesi

Cari con­cit­ta­di­ni

E’ il momen­to di fare estre­ma chia­rez­za su Por­to­fer­ra­io. E que­sto acca­de pro­prio nel gior­no in cui si riu­ni­sco­no in pre­sen­za – per la pri­ma vol­ta dopo tan­ti anni, gra­zie a noi —  i set­te sin­da­ci dell’isola, per dimo­stra­re di saper esse­re uni­ti e cer­ca­re di affron­ta­re e risol­ve­re i pro­ble­mi che la poli­ti­ca ci lascia cade­re addos­so sem­pre con mag­gio­re incu­ria e mino­re tute­la dei nostri dirit­ti di cit­ta­di­ni del­le iso­le. Nean­che il tem­po di ral­le­grar­ci per que­sto, che altri avreb­be­ro rap­pre­sen­ta­to come un gran­de suc­ces­so poli­ti­co,  e ci si tro­va di fron­te all’ennesimo ten­ta­ti­vo di distor­sio­ne del­la real­tà che ci costrin­ge a rivol­ger­ci all’opinione pub­bli­ca. Leg­ge­re oggi sul­la stam­pa che “Il disa­stro dei con­ti? Non esi­ste” e che “Se il comu­ne va in dis­se­sto è col­pa di Nocen­ti­ni” è dav­ve­ro inac­cet­ta­bi­le. Un’offesa ai Cit­ta­di­ni. E’ evi­den­te il ten­ta­ti­vo di tra­vi­sa­re la real­tà dei fat­ti per met­ter­ci in cat­ti­va luce e nascon­de­re die­tro alla bagar­re dia­let­ti­ca il disa­stro, quel­lo vero,  degli ulti­mi anni.

L’EREDITA’ TROVATA: NON SOLO IL PRE-DISSESTO

La nostra cam­pa­gna elet­to­ra­le, come si ricor­de­rà, è sta­ta incen­tra­ta anche sul­la neces­si­tà prin­ci­pa­le di rime­dia­re allo sta­to di pre-dis­se­sto finan­zia­rio nel qua­le era sta­to tra­sci­na­to il comu­ne di Por­to­fer­ra­io nel mar­zo scor­so. Pochi mesi fa. Abbia­mo dimo­stra­to agli elet­to­ri di cono­sce­re abba­stan­za il pro­ble­ma, stu­dian­do­lo per tem­po anche con un con­si­glie­re finan­zia­rio di livel­lo. Era­va­mo pre­pa­ra­ti ad affron­ta­re le dif­fi­col­tà che sape­va­mo avrem­mo tro­va­to. Intor­no a noi, nel frat­tem­po, la voglia di cam­bia­men­to del­la gen­te e l’entusiasmo del­la cam­pa­gna elet­to­ra­le han­no por­ta­to ad un risul­ta­to esal­tan­te, ad una vit­to­ria poli­ti­ca schiac­cian­te. Ma, appe­na il tem­po di festeg­gia­re, la real­tà più vera si è pro­spet­ta­ta davan­ti ben chia­ra e ben più gra­ve del­le più pes­si­mi­sti­che pre­vi­sio­ni. Ci è basta­to entra­re a Palaz­zo del­la Biscot­te­ria la mat­ti­na dell’11 giu­gno per capi­re meglio come sta­va­no le cose. Non ci è volu­to mol­to per con­sta­ta­re la situa­zio­ne. Un Comu­ne che cade­va a pez­zi, non solo nel sen­so let­te­ra­le del ter­mi­ne ma anche meta­fo­ri­ca­men­te. Non solo tet­ti sfon­da­ti, fine­stre sen­za per­sia­ne, bagni sen­za por­te, ingom­bra­ti con mon­ta­gne di fal­do­ni dis­se­mi­na­ti finan­che nei cor­ri­doi, con­di­zio­ni di lavo­ro non ido­nee. Ma anche uffi­ci smem­bra­ti e disor­ga­niz­za­ti, risor­se assen­ti e debi­ti da paga­re, sot­to for­ma di ingiun­zio­ni di paga­men­to e infi­ni­ti con­ten­zio­si aper­ti che arri­va­va­no da tut­te le par­ti, fat­tu­re non paga­te per milio­ni di euro, even­ti pro­gram­ma­ti  — e spes­so già cele­bra­ti — sen­za coper­tu­ra finan­zia­ria. Che fare? Intan­to abbia­mo ascol­ta­to i cit­ta­di­ni e affron­ta­to i pic­co­li pro­ble­mi quo­ti­dia­ni cer­can­do di risol­ver­li, a comin­cia­re dal deco­ro urba­no.

LA POLITICA DEI POZZI AVVELENATI

Tap­pa­re le buche, taglia­re l’erba e pota­re le sie­pi però non basta. C’è da ammi­ni­stra­re. Il che signi­fi­ca pro­gram­ma­re le sca­den­ze, pre­pa­ra­si ad ero­ga­re i ser­vi­zi. Ed è qui che casca l’asino. Gli asi­li nido? Non ci sono i sol­di. La men­sa sco­la­sti­ca? Non ci sono i sol­di. Gli scuo­la­bus? Non ci sono i sol­di. I cam­pi sola­ri esti­vi per gli sco­la­ri? Non ci sono i sol­di. Solo per dire. Ad esem­pio, c’è da paga­re l’organizzazione del ral­ly che c’è già sta­to? Non ci sono i sol­di. Potrem­mo con­ti­nua­re a lun­go. Nel frat­tem­po, però, nel pri­mo gior­no di ammi­ni­stra­zio­ne cade il sof­fit­to di un edi­fi­cio di case popo­la­ri, alla Bric­chet­te­ria. Dodi­ci fami­glie costret­te ad usci­re di casa. Eppu­re, nono­stan­te fos­si­mo appe­na entra­ti, riu­scia­mo a tro­va­re siste­ma­zio­ne per tut­ti. Le case popo­la­ri ci sono, ma devo­no esse­re siste­ma­te e rese abi­ta­bi­li. E si sco­per­chia un pen­to­lo­ne con un altro pro­ble­ma enor­me, quel­lo del­la gestio­ne del patri­mo­nio edi­li­zio comu­na­le lascia­to cade­re a pez­zi. Ed emer­go­no altri pro­ble­mi finan­zia­ri con Casalp  — l’ente gesto­re — che sareb­be­ro lun­ghis­si­mi da rac­con­ta­re qui. In ogni set­to­re situa­zio­ni da sana­re, debi­ti da paga­re, situa­zio­ni lascia­te col­las­sa­re. Per esem­pio, il tet­to del­la Scuo­la di Casa Del Duca. La doman­da è: ma come pen­sa­va­no di ammi­ni­stra­re quel­li uscen­ti, se aves­se­ro vin­to le ele­zio­ni? Pro­gram­ma­zio­ne? Risor­se? Solu­zio­ni ? Come avreb­be­ro fat­to di fron­te a richie­ste e pro­te­ste a non fini­re? Una vera e pro­pria trap­po­la, del­la serie: tan­to ver­ran­no altri, vedre­mo come faran­no ad anda­re avan­ti. Com­pli­men­ti.

LA POLITICA FINANZIARIA

Una tra­ge­dia. Inu­ti­le scen­de­re nei par­ti­co­la­ri, lo fare­mo mol­to pre­sto e a tem­po giu­sto, ma è quel­lo che abbia­mo tro­va­to. C’è un pia­no di rie­qui­li­brio finan­zia­rio, è vero, ma non può sta­re in pie­di. Basti pen­sa­re  — solo per dir­ne una — che ci sono sta­ti mes­si fra le entra­te  2,2 milio­ni di euro pro­ve­nien­ti dal­la ven­di­ta di immo­bi­li comu­na­li che in real­tà sono risul­ta­ti inven­di­bi­li. Come pen­sa­re che sia soste­ni­bi­le? Pur­trop­po, per quel­lo che emer­ge dal lavo­ro in atto, il disa­van­zo rea­le potreb­be esse­re ben mag­gio­re dei 7 milio­ni dichia­ra­ti dal­la pre­ce­den­te ammi­ni­stra­zio­ne. Dovre­mo rifa­re tut­to da capo. Le sca­den­ze? Stia­mo pro­spet­tan­do tut­to a chi di dove­re: dal Pre­fet­to, alla Cor­te dei Con­ti, agli Ispet­to­ri del Mini­ste­ro dell’economia e del­le finan­ze, allo stes­so Mini­ste­ro dell’Interno. I tem­pi? Con­tia­mo di ave­re del­le cer­tez­ze da sot­to­por­re al Con­si­glio comu­na­le e a tut­ta la cit­ta­di­nan­za entro la fine dell’anno. Le respon­sa­bi­li­tà? Le sta­bi­li­ran­no gli orga­ni di con­trol­lo, ai qua­li  stia­mo for­nen­do tut­te le indi­ca­zio­ni pos­si­bi­li. Il nostro obiet­ti­vo è quel­lo di evi­ta­re lo sta­to di dis­se­sto finan­zia­rio, che sareb­be un dram­ma per la cit­tà e con­se­guen­te­men­te anche per il resto dell’isola. Ci stia­mo lavo­ran­do con tut­te le nostre ener­gie, su tut­ti i tavo­li.

LA POLITICA DEGLI ALTRI

E’ quel­la dal­la qua­le  abbia­mo sem­pre cer­ca­to di distin­guer­ci. Sin­ce­ri­tà, one­stà intel­let­tua­le, impe­gno e capa­ci­tà, sono le cose che met­tia­mo in cam­po ogni gior­no per il bene di Por­to­fer­ra­io, lavo­ran­do a tem­po pie­no anche di saba­to e dome­ni­ca  per la nostra cit­tà. E cre­dia­mo che qual­che impor­tan­te risul­ta­to si sia già visto. Poi par­le­rà il nostro Pro­gram­ma 2024–2029. Ma non pos­sia­mo più accet­ta­re le misti­fi­ca­zio­ni del­la real­tà di chi ci ha pre­ce­du­to, lascian­do­ci in un vero e pro­prio cam­po mina­to, per poi rac­con­ta­re in giro che “il buco finan­zia­rio non esi­ste” e che “se Por­to­fer­ra­io va in dis­se­sto è col­pa di Nocen­ti­ni”. Fra una set­ti­ma­na sono cin­que mesi che sia­mo al gover­no del­la cit­tà, e non sap­pia­mo anco­ra se avre­mo le risor­se per la lumi­na­ria nata­li­zia, per dare alla cit­tà l’aspetto che meri­ta duran­te le feste di Nata­le. Ma con­ti­nuia­mo a lavo­ra­re ogni gior­no, com­bat­ten­do con­tro tut­ti gli osta­co­li che tro­via­mo sul nostro per­cor­so, con l’intento non di aggi­rar­li come han­no fat­to altri, ma di abbat­ter­li. Sia sul fron­te inter­no, per il bene di Por­to­fer­ra­io, che a livel­lo com­pren­so­ria­le, per­ché la nostra cit­tà fac­cia da trai­no alla voglia di cre­sci­ta e alle aspet­ta­ti­ve di tute­la dei pro­pri dirit­ti dell’intera iso­la. Noi ci met­tia­mo la fac­cia ogni gior­no, ci pren­dia­mo le nostre respon­sa­bi­li­tà. Altri se ne assu­me­ran­no le pro­prie, davan­ti ai Por­to­fer­ra­ie­si e agli Enti pre­po­sti per giu­di­ca­re, quan­do sarà il momen­to. Mol­to pre­sto.

L’Amministrazione Comu­na­le

 

 

 

 

 

 

 

 

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