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Rotary Club Isola d’Elba: “Il diverso ruolo degli Stati europei nella schiavitù delle americhe”

E’ sta­to questo il tema che ha carat­ter­iz­za­to la con­viviale del Rotary Club iso­la d’Elba tenu­tasi la sera di Saba­to 7 Otto­bre nel­la splen­di­da loca­tion del Ris­torante la Calet­ta in Por­to Azzur­ro.
Dopo il con­sue­to suono del­la cam­pana, il Pres­i­dente Pao­lo Bal­leri­ni ha pre­sen­ta­to agli ami­ci ed ai soci pre­sen­ti l’ospite d’onore del­la ser­a­ta, il Prof. Mario Siane­si, illus­tre chirur­go che da anni si ded­i­ca per pas­sione allo stu­dio del­la Sto­ria.
Il Pro­fes­sore, piacev­ole e raf­fi­na­to ora­tore, ha inizia­to il suo inter­ven­to illus­tran­do anz­i­tut­to le con­seguen­ze che la scop­er­ta di Cristo­foro Colom­bo, da lui stes­so defini­ta come una delle più gran­di “riv­o­luzioni umane”, ha com­por­ta­to nel vec­chio con­ti­nente, descriven­do in par­ti­co­lare le inten­zioni di Sta­ti come Spagna, Por­to­gal­lo, Inghilter­ra e Fran­cia che sin da subito han­no colto e sfrut­ta­to al meglio la pos­si­bil­ità di acquisire nove terre da col­o­niz­zare.
Dopo l’interessante pre­mes­sa, Siane­si si è sof­fer­ma­to sul fenom­e­no del­la schi­av­itù, una “nuo­va for­ma di schi­av­itù” di tipo colo­nial­ista che è nata da quel­la espan­sione, la quale ha vis­to strap­pare migli­a­ia di Africani dalle loro terre: uomi­ni, donne e bam­bi­ni, cat­turati e trasportati in con­dizioni inu­mane oltre oceano, quin­di smis­ta­ti e ven­du­ti ai padroni “civ­i­liz­za­tori”.
Una feri­ta anco­ra viva nel­la sto­ria che solo la suc­ces­si­va fase abo­lizion­ista è rius­ci­ta a sanare, o quan­tomeno ci ha prova­to.
Ma è sta­ta la parte cen­trale del suo inter­ven­to a cat­turare in mag­gior misura l’attenzione dei pre­sen­ti cioè quan­do Il pro­fes­sor Siane­si ha espos­to delle con­sid­er­azioni sul dif­fer­ente atteggia­men­to colo­nial­ista pos­to in essere dagli sta­ti Europei in dif­fer­en­ti ter­ri­tori. In par­ti­co­lare, a tito­lo esem­pli­fica­ti­vo, ha richiam­a­to l’opera di con­quista dell’Inghilterra.
In Asia, ad esem­pio, la pri­ma espan­sione bri­tan­ni­ca avvenne per ragioni eco­nomiche e com­mer­ciali legate alla Com­pag­nia delle Indie Ori­en­tali e riguardò soprat­tut­to un paese ric­co di risorse e di man­od­opera: L’india. Tut­tavia l’opera di dominio inglese non fu mira­ta al solo sfruttare e depredare la nuo­va colo­nia ben­sì, oltre a impedire cam­bi­a­men­ti politi­ci e sociali di rilie­vo, fu final­iz­za­ta a  mod­ern­iz­zare il paese stes­so favoren­do un enorme svilup­po delle infra­strut­ture interne. Sot­to il dominio inglese, infat­ti, su tut­to il ter­ri­to­rio indi­ano si riscon­trò, ad esem­pio, un’importante cresci­ta delle linee fer­roviarie e stradali, fon­da­men­tale mez­zo per favorire la cir­co­lazione inter­na ed ester­na delle per­sone e dei mezzi nonché la costruzione di scuole ed ospedali e di ogni altro tipo di edi­fi­cio che favorirono una grande spin­ta alla mod­ern­iz­zazione di tut­to il ter­ri­tori. In Africa invece, ciò non avvenne. La dom­i­nazione inglese, così come quel­la degli altri sta­ti europei, fu carat­ter­iz­za­ta esclu­si­va­mente dal­lo sfrut­ta­men­to delle risorse nat­u­rali pre­sen­ti in tut­to il vas­to ter­ri­to­rio e del­la seg­regazione, dis­crim­i­nazione e riduzione in schi­av­itù del­la popo­lazione indi­ge­na.
Invece di cer­care di intro­durre forme di gov­er­no demo­c­ra­ti­co, si sfrut­tò i  molte scon­tri intes­ti­ni per reperire schi­avi. Uomi­ni che spes­so veni­vano prel­e­vati dalle loro terre, non dai col­o­niz­za­tori ben­sì da altri con­ter­ranei apparte­nen­ti a tribù, spes­so con­fi­nan­ti ma avverse. Invece di dotare il paese di pro­prie infra­strut­ture si preferì lim­i­tar­si a sac­cheg­gia­re quan­to pos­si­bile, invece di cer­care di placare le molte guerre intes­tine, se ne sfrut­tò gli effet­ti.
Un dif­fer­ente atteggia­men­to le cui con­seguen­ze, sono, purtrop­po, ben vis­i­bili anche al giorno d’oggi con il fenom­e­no, ormai fuori con­trol­lo, dell’immigrazione.
Dopo l’esposizione del Pro­fes­sore, gra­zie alle molte domande riv­oltegli dai pre­sen­ti, l’argomento del­la ser­a­ta è sta­to ulte­ri­or­mente svilup­pa­to e attual­iz­za­to ricor­dan­do anche forme diverse di schi­av­itù da cui il mon­do tutt’oggi è afflit­to.

 

 

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